Covid-19, la situazione aggiornata a fine settembre. Prendiamo come sempre in esame il parametro maggiormente significativo per il cittadino: il numero di casi attualmente attivi in proporzione al numero degli abitanti. E’ questo infatti il parametro che decide il livello di rischio di contagio che si corre.
In Veneto, con la riapertura delle scuole e i focolai tra i migranti, la situazione è in costante peggioramento: al 27 settembre c’è un caso positivo “attivo” ogni 1.400 abitanti. Due settimane fa c’era un positivo ogni 1.700 abitanti, un peggioramento preoccupante, che a livello provinciale “salva” soltanto Belluno e Rovigo. In Italia va ancora peggio, un positivo ogni 1.250 abitanti, anche qui in peggioramento rispetto a due settimane fa quando la densità di positivi era di uno ogni 1.480.
Migliora invece la situazione in Friuli Venezia Giulia: un positivo ogni 2.610 abitanti, in deciso miglioramento rispetto a due settimane fa, quando veniva rilevato un positivo ogni 1900 abitanti.
Migliora decisamente, con la fine dell’afflusso turistico da altri Paesi, anche la situazione in Croazia, che pure rimane grave nella regione di Zagabria e nella Dalmazia. Ma complessivamente la Croazia, nonostante le misure che l’Italia ha preso contro chi rientra dalla Croazia, che sono tuttora in vigore, ha avuto per tutta l’estate ed ha ancor oggi una situazione molto migliore di quella italiana: oggi c’è un contagiato ogni 4.000 abitanti. E l’Istria poi, dove si concentra il flusso dei vacanzieri italiani, si conferma la penisola felice di tutto l’Adriatico: in tutta la regione ci sono oggi appena 6 casi attivi, uno ogni 35.000 abitanti, mostrando come l’obbligo di fare il tampone per chi rientra dall’Istria sia del tutto irragionevole: caso mai dovrebbe essere l’Istria a imporlo, a chi viene dall’Italia…
IL RAPPORTO DI META’ SETTEMBRE Tampone? Ma la Croazia è più sicura dell’Italia
LA RICHIESTA DELL’ISTRIA “Basta, adottate misure differenziate per Regione”