“Se la Catalogna deve essere indipendente, lo devono decidere tutti gli spagnoli, non soltanto la Catalogna”. Questa affermazione di Pier Luigi Bersani, già segretario del Partito Democratico, fa ancora discutere, tre anni dopo il referendum per l’indipendenza della Catalogna.
Sulla sua frequentatissima pagina Facebook, Ettore Beggiato ha scritto, sotto la foto di Bersani che riporta l’affermazione anti-autonomista dell’ex leader del Pd, un post di poche parole, che ha fatto esplodere i commenti. “Domanda: cialtroni si nasce o si diventa?” ha scritto provocatoriamente Beggiato.
domanda … cialtroni si nasce o si diventa ???
Publiée par Ettore Beggiato sur Mardi 29 septembre 2020
Numerosissimi i commenti, quasi tutti di aperta condanna e talora anche di insulti a Bersani. Riportiamo la voce di Enrico Cavaliere, ex deputato ed ex Presidente del Consiglio Regionale del Veneto: “Negare il diritto di autodeterminazione pacifica dei popoli vuol dire non lasciare altra soluzione che quella che prevede l’uso della violenza. È una visione antistorica ed anti democratica”.
Il caso Laura Fincato: l’ex Psi veneta sta con Bersani
Merita però di venir segnalato il commento della veneta Laura Fincato, deputata per quattro legislature, sottosegretaria all’Istruzione, esponente di primo piano della politica veneziana per molti anni, un percorso politico che va dal Psi di Craxi all’Ulivo di Prodi e poi di Bersani. Ma che non ha respirato, evidentemente, l’amore per l’autonomia così diffuso in Veneto. Laura Fincato infatti sta dalla parte di Bersani.
Ecco il commento di Laura Fincato: “Non capisco le risate e meno ancora la domanda. E’ appena ovvio che devono decidere tutti..Come a Venezia, per il Comune tutti i residenti del Comune,non solo la città di Venezia..”.
Laura Fincato si riferisce naturalmente al referendum per la separazione tra Mestre e Venezia, nel quale sono stati chiamati a votare tutti i residenti nel Comune.
Stupisce però che l’ex parlamentare veneta, vicentina ma veneziana d’adozione, non sembri cogliere la profonda differenza che passa tra la rivendicazione di autonomia di una entità e la proposta di divisione di un Comune, che inevitabilmente riguarda tutto il Comune e infatti viene sentita sia dai veneziani “lagunari” che dai veneziani di terraferma. La separazione di Mestre e Venezia non è la rivedicazione di “indipendenza” di Mestre.
Eppure Laura Fincato sa certamente che quando la frazione di Cavallino Treporti si separò dal Comune di Venezia, nel referendum del 13 dicembre 1998, che fu un plebiscito per l’autonomia di Cavallino, vennero ovviamente chiamati a votare soltanto i residenti nella frazione che intendeva separarsi, e fu giusto, perché quella non era una proposta di “ridisegno amministrativo” dell’intero comune, ma solo la rivendicazione dell’autonomia di Cavallino.
E non sfugge certamente a Laura Fincato che tutti i referendum per il passaggio di Comuni veneti alle confinanti Regioni Autonome – da quello di Sappada, unico ad aver avuto effetto, a quello di Lamon e di tanti Comuni del Veneto Orientale – hanno coinvolto soltanto le popolazioni dei Comuni interessati e non certo i residenti dell’intera Regone Veneto, benché sussista in tutta evidenza un interesse di tutti i cittadini veneti all’integrità della loro Regione. Ma sono, ovviamente, solo i soggetti interessati a dover esprimere la propria volontà. Il diritto di autodeterminazione non si può consegnare a terzi.
Ma nel Regno Unito ha votato solo la Scozia
Non sfugge a Laura Fincato e neppure a Pier Luigi Bersani che nel Regno Unito si è tenuto un referendum per l’indipendenza della Scozia, e questo referendum si è tenuto in Scozia e soltanto in Scozia. Per quanto l’Inghilterra avesse un interesse probabilmente vitale a tener unito il Regno unito, a nessuno è venuto in mente di far votare tutta la Gran Bretagna. E’ la Scozia e soltanto la Scozia che doveva decidere del proprio destino.
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Quello che sembra “ovvio” a Laura Fincato è in effetti la negazione radicale di ogni diritto di autodeterminazione. Lo dice la parola stessa: auto-determinazione è il diritto di disporre di sè. Se ogni aspirazione all’indipendenza, all’autonomia, fosse subordinata all’esito favorevole di un referendum che coinvolga tutto lo Stato dal quale una comunità voglia separarsi, non esisterebbe diritto di autodeterminazione.
E non c’è dubbio che quando Pier Luigi Bersani e Laura Fincato affermano questa enormità, non pensano in realtà alla Catalogna. Pensano al Veneto. Alla repubblica italiana “una e indivisibile”, per l’eternità: lo Stato che da strumento che è, pretende di farsi Dio e priva le generazioni italiane attuali di quel diritto all’autodeterminazione che esercitarono le generazioni passate, fondando l’Italia com’è ora, e non l’Italia federale che voleva don Sturzo, che voleva Silvio Trentin. E che vogliamo ora.
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