L’Europa intera è schierata, nella Lega di Cambrai, contro Venezia.
Il Senato ha preparato un esercito forte di 30.000 uomini e 6.000 cavalli, al comando di Bartolomeo d’Alviano e del conte Nicolò Orsini di Pitigliano, con il compito precipuo di difendere l’Adda ed evitare, finchè possibile, il combattimento.
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Il re di Francia apre per primo le ostilità, ma il Pitigliano lo sfugge. Il d’Alviano, invece, non ama gli indugi e attacca decisamente.
La battaglia è incerta fino all’ultimo ma alla fine prevalgono i francesi.
Gravissime le perdite da ambo le parti: 8.000 i morti veneziani, tutta l’artiglieria caduta in mano dei francesi, fatto prigioniero l’Alviano.
Nonostante la sconfitta subìta, la fama del condottiero delle milizie venete è tale che re Luigi XII°, nel timore di trovarselo ancora di fronte, lo terrà prigioniero per quattro anni.
Marangoni G., op. cit. pag. 103
l’immagine è opera di Dimitri Zagano www.dimitrizagano.wordpress.com