È l’8 gennaio dell’anno 1800. Un incendio distrugge il “Teatro anatomico” di Venezia. Istituito l’11 febbraio 1671, aveva sede in un edificio di campo S. Giacomo da l’Orio che per 130 anni fu adibito a scuola pratica di anatomia, con lezioni tenute dai più insigni chirurghi del tempo.
Un’eccellenza della Repubblica Veneta che merita di essere raccontata.
I nizioleti: Corte, Ponte e Sotoportego de l’anatomia
La presenza della Scuola di anatomia, in campo San Giacomo da l’Orio, viene tuttora testimoniata dalla toponomastica veneziana. Basta leggere i famosi nizioleti: vicino all’edificio che ospitava il Teatro anatomico si vedono, infatti, la Corte de l’anatomia, il Ponte de l’anatomia e anche il Sotoportego de l’anatomia.
E va detto che, nella libera Repubblica Veneta (la dissezione dei cadaveri era fortemente contrastata dalla Chiesa), lo studio dell’anatomia risale a secoli prima della costruzione del Teatro Anatomico di San Giacomo da l’Orio.
Le autopsie nella Repubblica Veneta
Già nel corso del Trecento – ma la pratica delle autopsie era ancora precedente – una legge veneta obbligava a tenere l’autopsia di un cadavere almeno una volta all’anno. E nel corso delle epidemie l’obbligo veniva ripetuto più volte, proprio come un programma di ricerca scientifica tendente a scoprire tutto quello che si poteva sul male.
La pratica si svolgeva allora in vari luoghi, chiese, conventi – documentate sono autopsie eseguite nel convento dei Frari, nella chiesa di San Paternian, nella Scuola di San Todaro – e nelle corti di palazzi privati che permettevano al pubblico di assistere all’autopsia dalle finestre interne dell’edificio.
Il lascito di Lorenzo Loredan
Il Teatro Anatomico di San Giacomo dall’Orio,e l’annessa Scuola di Anatomia, furono realizzati grazie al lascito di tremila ducati d’oro che il nobilhomo Lorenzo Loredan destinò per testamento a questo scopo.
Scuola dei Medici, centro scientifico internazionale
Nel 1671, quando venne inaugurato, era uno dei tre Teatri Anatomici esistenti in tutta Europa. E ben due erano nella Repubblica Veneta: quello di Padova, che fu il primo al mondo, e quello di Venezia, che fu il terzo.
E come quella di Padova, la Scuola di Anatomia veneziana, sede anche della Scuola dei Medici, fu frequentata da medici e chirurghi provenienti non solo dai territori della Serenissima, ma anche da molti altri Stati europei.
Fu per oltre un secolo, finché visse la Veneta Repubblica, un centro scientifico di rilevanza internazionale: l’ennesima prova che la presunta “decadenza” della Serenissima è in gran parte una menzogna della propaganda sabauda, come quella delle repubbliche marinare, diffusa per accreditare la visione bugiarda di popoli italiani “calpesti e derisi” che non sognavano altro che unificarsi sotto i Savoja.
La Serenissima, potenza europea fino alla fine
Certo, dopo la scoperta dell’America, che favorì gli Stati europei che si affacciavano sull’Atlantico, la Serenissima non fu più la potenza egemone che era stata. Ma restò fino alla fine una potenza europea di rango assoluto, capace di sedere nel consesso delle nazioni, di dettare mode, all’avanguardia per arte e cultura, per ricerca scientifica, grandi opere idrauliche, e capacità finanziaria e imprenditoriale delle sue grandi famiglie storiche.
La prima Scuola di Ostetricia: nel Settecento, a Venezia
Dalla metà del Settecento, ospitò anche la Scuola di Ostetricia. Quella di Venezia fu la prima aperta nella penisola italiana e la seconda in Europa.
Il palazzo ha anche una porta d’acqua che dà sul Rio de Sant’Agostin, attraverso la quale passavano i cadaveri destinati alle autopsie. Sulla porta di terra vi è ancora incisa l’iscrizione “Medicorum Phisicorum Collegium“.
Dopo l’incendio del 1800, gli studi anatomici veneziani furono trasferiti a Padova, sede dell’Università.
L’immagine in copertina, tratta dal sito www.ilgiornaledellarte.com , ritrae il Teatro anatomico dell’Università di Padova.