Sono passati sei anni dal “plebiscito” del 22 ottobre 2017, con il quale il popolo veneto, rispondendo all’appello di Luca Zaia e della Regione Veneto, ha chiesto solennemente, con una maggioranza schiacciante, l’autonomia regionale prevista dalla Costituzione italiana.
Da sei anni quella autonomia, prevista dalla Costituzione e da questa non vincolata ad alcuna condizione, viene negata con una serie di infondati e insopportabili pretesti, il primo e maggiore dei quali è la truffa dei Lep, e con un altrettanto insopportabile rifiuto di applicare la Costituzione, il rifiuto di trasferire alla Regione materie come la scuola e altre, che invece la Costituzione prevede siano trasferite. Ma come? Non era la Costituzione più bella del mondo? Perché adesso non la si dovrebbe applicare?
La riscossa parte da Cittadella
Domenica 22 ottobre 2023, sesto anniversario del referendum veneto sull’Autonomia, il Veneto non molla: e la riscossa parte inevitabilmente da Cittadella, la magnifica città murata che da oltre dieci anni ospita la Festa dei Veneti organizzata da Raixe Venete, ponendosi come autentica Capitale della rivendicazione dei diritti, culturali e politici, del popolo veneto.
Domenica 22 ottobre, alle ore 9.30, a Cittadella, nella Sala Civica “Torre di Malta”, si terrà una Conferenza pubblica sul tema: “Veneto autonomo, realtà o illusione?” organizzata dal Comitato Veneto Autonomo Subito, con la presenza del sindaco di Cittadella, Luca Pierobon.
Il comitato Veneto Autonomo Subito
Il comitato Veneto Autonomo Subito, in questi anni, ha scandito l’attesa dell’Autonomia, dopo il Referendum, con una serie di manfestazioni pubbliche, da quella “storica” sul Ponte di Rialto a Venezia, “Un Ponte per l’Autonomia“, fino a convegni di studio e pubblici aggiornamenti sulla trattativa in corso. Dando un contributo importante per mantenere alta l’attenzione, per sconfiggere la tattica romana delle trattative defatiganti, della palude. Il Veneto non molla!
Alla Conferenza di Cittadella interverranno Ettore Beggiato, studioso di storia veneta e protagonista indiscusso della Questione Veneta; Roberto Marcato, assessore regionale e battagliero difensore dell’autonomia veneta anche all’interno della stessa Lega “italiana” di Salvini; Giuseppe Pan, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale del Veneto, e “padre” della Lega cittadellese: e Jacopo Maltauro, capogruppo Lega in Consiglio comunale a Vicenza, e promotore due anni fa, in occasione dei 1600 anni di Venezia, di una manifestazione a Vicenza con onori alla bandiera della Serenissima.
La truffa dei Lep
A sei anni dal referendum di Autonomia, la trattativa Stato-Regione è stata insabbiata in una palude di pretesti. Il maggiore di questi pretesti è la truffa dei Lep, i “livelli essenziali di prestazioni” che dovrebbero essere garantiti a tutti, su tutto il territorio nazionale, prima di poter concedere l’autonomia differenziata alle Regioni che la chiedono. E per poter garantire questi mitologici Lep mai visti finora, sarebbe necessaria una spesa miliardaria che il bilancio dello Stato non sarà in grado di sostenere né oggi né mai, dato il livello pazzesco raggiunto dal debito pubblico italiano.
L’Autonomia non è un costo
Accettare questa impostazione, da parte del Veneto, nella trattativa per l’Autonomia, è un suicidio. Non deve passare la bugia che vuol presentarci l’Autonomia regionale come un lusso che il Paese non si può permettere. L’Autonomia NON E’ UN COSTO!
Si tratta soltanto di un pretesto per negare l’autonomia nelle materie essenziali interessate dai Lep. Questi mitologici Lep non sono mai stati garantiti in settant’anni di Italia centralista. In quasi tutto il Meridione i “livelli di prestazioni” fornite dall’attuale regime centralistico sono lontani dai livelli garantiti nelle Regioni del Nord e in particolare nel Veneto, e questo non certo perché al Meridione manchino i soldi dallo Stato, anzi.
Non è questione di soldi
Non è questione di soldi ma di mentalità, di efficienza, e di buon governo della spesa pubblica. Lo ha affermato anche Giorgia Meloni, intervenendo pochi giorni fa, il 3 ottobre 2023, al Festival delle Regioni a Torino (CLICCA QUI per vedere l’intervento integrale della Presidente del Consiglio).
La Sanità, ambito principe dei Lep, ne è un esempio formidabile. Il servizio peggiore lo offrono proprio le Regioni che spendono e spandono di più. Da quelle Regioni che spendono e spandono più risorse pubbliche per la loro Sanità, partono ogni anno legioni di cittadini che vanno a farsi curare nelle Regioni dove per la Sanità si spende di meno e tuttavia il servizio è migliore.
Anche al Sud serve l’Autonomia
Per favorire il miglioramento dei servizi nel Sud serve quindi un salto culturale, di mentalità, di efficienza, di responsabilizzazione delle classi dirigenti nel territorio, e quindi proprio di Autonomia, non certo e semplicemente un aumento di trasferimenti statali, che non farebbe che aggravare sprechi e inefficienze.
L’autonomia non costa nulla
L’autonomia differenziata non costa nulla. Nulla: lo dice la Costituzione stessa. Insieme alle competenze, lo Stato trasferisce alle Regioni i capitoli di spesa e le quote di gettito erariale che fino ad allora venivano utilizzati per gestire le competenze trasferite. Così dice la Costituzione, e questo chiede il Veneto.
Se per una data materia trasferita alla Regione, lo Stato prima spendeva cento, cento lo Stato deve trasferire alla Regione. Nulla di più e nulla di meno. Quindi il passaggio di competenze e delle quote di gettito fiscale per gestirle avviene a costo zero per lo Stato.
In Costituzione un principio chiaro e giusto
Non sfugge, ovviamente, il fatto che la complessità delle materie, la farraginosità delle diverse voci di bilancio alle quali le singole spese sono spesso riferite, e spesso anche la mancata “territorializzazione” delle voci di spesa, possono rendere difficile l’individuazione esatta dei costi sostenuti dallo Stato in ciascun territorio per gestire le competenze da tasferire. A questo servono gli esperti, a questo serve la trattativa.
Ma il principio è, nella Costituzione, chiaro e giusto: l’Autonomia non è un costo per lo Stato, le materie sono trasferite alle Regioni insieme alla quota di gettito erariale finora utilizzato per gestirle. E nulla più.
Una e indivisibile?
Il Veneto non chiede nulla più di quanto gli spetti, a Costituzione vigente. Ed è questo, già in partenza, un compromesso. Perché il Veneto, come la Catalogna e la Scozia, avrebbe il diritto pre-costituzionale (come insegna Alessio Morosin) di chiedere di più, avrebbe il diritto di convocare un referendum sull’indipendenza.
Se qualcuno pensa che gli articoli della Costituzione che prevedono anche la “semplice” autonomia regionale si possano disapplicare, ebbene per noi il primo articolo della Costituzione che può essere disapplicato, o piuttosto interpretato alla luce dell’inalienabile diritto di autodeterminazione dei popoli, è quello che proclama l’Italia “una e indivisibile“, che è storicamente, con tutto il rispetto, un’eredità dell’invasione napoleonica e dell’illiberale regime giacobino, come del resto lo stesso Tricolore italiano.