Ai confini della Serenissima Repubblica, a Pontebba, sopravvivono tanti Leoni di San Marco, praticamente sconosciuti.
Il confine della Repubblica
Per secoli uno dei più importanti (se non il più importante) confine della Repubblica di San Marco con il mondo di lingua tedesca fu Pontebba, che conservò poi questa prerogativa anche sotto il regno d’Italia sino alla fine del 1918.
Poi per l’espansione nelle terre “irredente” (ma non lo erano perché in gran parte abitate da austriaci e slavi), i confini furono “spinti in avanti” e così restarono, salvo che sul confine slavo, ove cambiarono nuovamente dopo la seconda guerra mondiale.
Il torrente di confine e le roste veneziane
La località di Pontebba è attraversata da un torrente importante, il Pontebbana, che fungeva da confine, e da un fiume: il Fella. Già dai primi tempi della presenza veneta, vista l’importanza dei fruttosi dazi, la cura del territorio, soggetto da sempre da alluvioni, fu affrontato risolutamente dalla Serenissima Repubblica con la costruzione della rosta veneziana (argine) in pietra, tuttora esistente ed operante.
Gli austriaci tardarono nel fare altrettanto: si decisero a provvedervi qualche decennio dopo e a seguito di alluvioni devastanti con danni enormi e vittime. La loro rosta era ed è identica a quella veneziana, ed è quasi certo che anche questa fu costruita da mani veneziane.
Il ponte antico che univa due popoli
Sino al 1983 esisteva anche una cascata in legno. L’età della stessa e la mancata manutenzione fecero sì che ad una forte “montana” (alluvione), fu divelta. Anche se fu un dispiacere, per circa un anno dette la possibilità di poter vedere le fondamenta del ponte che univa la Serenissima e l’Impero, e i due popoli, quello italico e quello austriaco.
Una forte alluvione del 1851 aveva distrutto il ponte secolare (spostato poi a circa un centinaio di metri a valle), un ponte veneziano nato con le roste nel 1747 sulle fondamenta di quello precedente del 1342.
I Leoni marciani delle roste
Su alcune pietre delle roste vennero scolpiti molti leoni marciani, la quasi totalità oggi ancora visibili: servivano a contrassegnare i confini. Solo sul lato interno della rosta nel tratto dell’odierna Piazza Garibaldi (la piazza dinanzi al palazzo comunale) vi sono ben tre Leoni.
Il terzo Leone originale si trova però esposto all’interno del municipio, salvato nei primi anni 2000 dal Comune mentre stava per venir distrutto da una ditta incaricata a lavori di nuova elettrificazione ferroviaria, alla stessa ditta fu imposto di sostituire il leone con una copia.
Il Leone con lo scudo degli Asburgo
Il Leone posto più a nord in un giardino privato in stato di abbandono, ha un curioso particolare: nel 1826, dopo l’ingresso dell’Austria nei territori ex Repubblica di Venezia a seguito della sconfitta di Napoleone, gli austriaci per dispregio cancellarono il classico libro sotto la zampa del Leone, scolpendo in sua vece lo scudo degli Asburgo.
Sempre nel municipio sulla balaustra è incastonato un altro Leone che porta il millesimo 1672 rinvenuto in paese, probabilmente nelle vicinanze della rosta.
Il lazzaretto
Sempre nel 1672 La Serenissima costruì un lazzaretto che restò attivo sino al 1780. Del lazzaretto sopravvive oggi solo una lapide murata dietro le scuole primarie, in luogo accessibile ma nascosto.
Un Leone danneggiato
Proseguendo per qualche decina di metri più a valle, sul lato esterno della rosta di trovano altri due Leoni di San Marco, e un terzo di cui si notano ancora le tracce, si trova ad oltre 100 metri sulla testata al termine della rosta, a contrassegnare l’argine demaniale di San Marco, confine di Stato. Quest’ultimo Leone fu danneggiato negli anni Trenta del secolo scorso, da un paletto in ferro della recinzione di una proprietà privata.
Il cippo sul monte detto La Veneziana
Nel 1757, sul monte detto “la Veneziana” a Sud Est di Pontebba vien posto un cippo di confine da una commissione internazionale probabilmente in seguito alla convenzione per la verifica dei confini, stipulata tra il Senato Veneto e l ‘Imperatrice Maria Teresa, il 16 settembre 1756.
Il Leone di Malga Jeluz
Qui di cippi con il Leone di San Marco ne furono messi più di uno, ma solo uno di questi si può vedere tutt’ora incastonato nel muro esterno della Malga Jeluz, oggi divenuta un agriturismo.
Millesimo 1772 cancellato dall’Italia
Infine sempre per segnare il confine, in zona Cason di Lanza (tra Paularo e Pontebba e la vicina Austria si trova ancora un cippo confinario con un Leone sul lato italiano (all’epoca Repubblica di Venezia) e sul retro dello stesso c’è invece lo scudo raffigurante una corona e ai fianchi due animali rampanti, simbolo degli Asburgo di Maria Teresa, infatti c’è il millesimo 1772.
Sul leone di San Marco il millesimo originale fu cancellato dagli italiani e il regno d’Italia incise il suo millesimo, 1887, poco più sopra.