Covid-19, la mappa dei casi attivi nelle Terre di San Marco. Ecco la situazione aggiornata ad oggi, 16 settembre 2020. Nonostante l’impennata di casi positivi di coronavirus “importata” dall’afflusso di votanti alle elezioni politiche, nelle zone orientali e nella capitale Zagabria, e dall’afflusso di turisti nelle zone costiere della Dalmazia famose per la movida estiva, la Croazia si conferma ancora migliore dell’Italia per numero di casi attivi di Covid-19 in proporzione alla popolazione.
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In Italia infatti, da tutti considerata un Paese virtuoso, che al prezzo di un duro lockdown ha saputo governare l’epidemia, attualmente c’è un portatore attivo del virus ogni 1.485 abitanti. In Croazia, nonostante l’aumento estivo dei casi, la probabilità di venire a contatto con un portatore del virus è molto più ridotta: c’è un caso attivo ogni 2.304 abitanti.
Ma nonostante sia la Croazia che l’Italia, entrambe per motivi di “sacra unità della Nazione” abbiano adottato misure anti-Covid uguali per l’intero Paese, senza differenziarle per Regione in funzione dei reali rischi che si correvano in ciascun territorio, tuttavia le differenze a livello regionale sono eclatanti.
In Veneto infatti la probabilità di venire a contatto con un portatore del virus è più ridotta che in Italia: c’è in giro un positivo ogni 1.701 abitanti. In Friuli Venezia Giulia va ancora meglio: un positivo ogni 1.990 abitanti. Ma all’interno della Croazia le differenze sono ancora più marcate: se a Sud, in Dalmazia, e nelle regioni confinanti con la Serbia, la percentuale dei contagiati si alza, in Istria la situazione è ben diversa: in tutta la penisola istriana ci sono 46 casi positivi attivi, quindi c’è un portatore del virus ogni 4.600 persone, la situazione migliore in assoluto.
L’imposizione del tampone a chi rientra in Italia dalla Croazia è stata quindi motivata da preoccupazioni economiche, da protezionismo nazionale turistico, non da ragioni sanitarie: primo, perché la densità di persone portatrici del virus, in Croazia, resta significativamente inferiore a quella che si riscontra in Veneto e ancor più in Italia, e secondo perché l’Istria, destinataria per vicinanza geografica, storica e culturale, di una quota importante del turismo proveniente dall’Italia, è dal punto di vista del Covid la zona più sicura di tutto l’Adriatico, quella dove si ha la minore probabilità di venire a contatto con un portatore attivo del virus.
Notizie negative, invece, dall’Albania e dalla Grecia, dove la probabilità di incontrare portatori attivi del virus è molto più elevata: un caso attivo ogni 630 abitanti in Albania, uno ogni 830 in Grecia.