Caro Stefani, la manifestazione autonomista sia di popolo e non di partito.
Sono un veneto che il 21 ottobre 2017 votò convintamente SI al referendum per l’autonomia del Veneto. Non fui da solo, con me altri 2.273.984 veneti decisero in quella giornata storica di alzarsi dal divano ed andare a votare per quello che più che una “concessione”, noi veneti sentiamo come un “diritto”.
L’affluenza e l’esito che ebbe quel voto, non lasciò spazio ad alcuna interpretazione. Persino il gotha del giornalismo italiano dovette ammettere il giorno seguente come i veneti volevano, anzi pretendevano, l’autonomia all’interno di uno Stato che sentivano troppo distante e iniquo nei loro confronti.
Da allora sono trascorsi 7 anni nei quali si sono susseguiti Governi di ogni colore, con promesse più o meno roboanti seguite da fatti a dir poco labili.
In tutto questo i veneti, come nella loro indole, hanno taciuto, atteso, sperato e rinviato per 7 anni una reazione che qualunque altro Popolo avrebbe avuto ben prima.
Se ci ragioniamo sopra, in fin dei conti abbiamo democraticamente e legalmente votato ad un referendum perfettamente costituzionale e quindi molti di noi non hanno mai capito le ragioni per cui uno Stato che “autorizza” la sua popolazione ad esprimersi su un argomento, poi si sente autorizzato ad ignorare l’esito di tale consultazione; fingendo nei fatti che tale votazione non sia mai avvenuta.
Per quanto mi riguarda ritengo assordante inoltre il silenzio di un Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere il garante dei nostri diritti costituzionali, che mai è intervenuto perentoriamente per ricordare al Governo di turno come i veneti meritino una chiara risposta politica.
Ora nel 2024, tralasciando nel merito la sostanza della proposta autonomista in esame, davanti alle ennesime barricate di un’opposizione culturalmente schierata da sempre contro l’autonomismo veneto ed un partito “meridionalista” timoroso di perdere i privilegi che noi gli garantiamo, credo che sia giunto il momento di una manifestazione di piazza tanto pacifica e democratica quanto decisa e risoluta con tutti i 2.273.984 veneti che votarono con me nel 2017.
Per questi motivi ritengo che più dell’ennesima manifestazione della Lega, che non potrebbe che essere letta come una prova di forza elettorale, sia necessaria una manifestazione di Popolo convocata dal Governatore Zaia e dalla Giunta regionale che sono le prime vittime ignorate per 7 anni dalla prepotenza di Roma.
In questo modo potremmo portare in piazza le moltissime persone, che magari non votano Lega, ma che sentono l’autonomia come un loro diritto. Scendiamo dunque in piazza sì, ma solo con il leone di San Marco che da secoli unisce i veneti sotto i principi di Pace e Giustizia.
Giacomo Mirto