18 Dicembre 2024
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Palmanova 1797, il commovente addio degli Schiavoni al Leone di San Marco

 

Il commovente addio della comunità di Perasto (Dalmazia) al Serenissimo Gonfalon de San Marco fa parte ormai del patrimonio condiviso della storia del nostro popolo veneto; chiunque abbia un minimo di conoscenza della storia veneta conosce lo struggente addio a San Marco e quel “Ti co Nu, Nu co Ti” che suggella l’eterno sentimento di riconoscenza della Dalmazia verso la Serenissima.

Giuseppe Lallich (1867-1953) Gli abitanti di Perasto baciano il gonfalone di San Marco (23/8/1797)

L’addio di Zara, Perzagno, Montagnana

Meno conosciuti sono analoghi episodi che caratterizzarono diverse comunità della Dalmazia, da Zara a Perzagno (nelle Bocche di Cattaro)  che deposero il gonfalone marciano all’interno delle loro chiese, cosa che successe anche a Montagnana.

Spalato, la bandiera sventola dal campanile

A Spalato ancora nel novembre del 1797  la bandiera di San Marco sventolò dal campanile,  come ho già scritto su questo giornale (CLICCA QUI per leggere l’articolo).

Fortezza di Palmanova 1797

Mi imbatto, proprio in questi giorni, su  un episodio che dimostra ancora una volta lo straordinario, commovente attaccamento degli schiavoni alla Serenissima e che è successo nella fortezza di Palmanova,  simbolo della genialità militare della Serenissima.

La scena “commoventissima”

Ecco come la prof. Rina Larice nel suo volume “Il Friuli nel risorgimento italiano” stampato a Udine nel 1905 per la “Premiata tipografia Fratelli Tosolini e G. Jacob” descrive, a pagina 20,  una scena “commoventissima”:

Ai primi di maggio (1797 n.d.a.) partì da Udine l’ultimo luogotenente veneziano Alvise Mocenigo; da Palma l’ultimo provveditore Edoardo Collalto, e partirono anche i fedeli schiavoni che la presidiavano. Fu una scena commoventissima. Usciti verso l’imbrunire dall’arsenale, si riunirono nel prato vicino, guatando con occhio torvo i francesi che facevano ala al loro passaggio.

Consegnano le armi, non l’amato stendardo

Avevano consegnate le armi, ma non avevano voluto cedere l’amato stendardo: ad uno ad uno lo baciarono e spezzata l’asta ne fecero un fascio col drappo, vi appiccarono fuoco, poi ne persero al vento le ceneri, imprecando contro coloro che li avevano costretti al doloroso sacrificio. I francesi spettatori di quella scena, non osarono turbarla, ma i cannoni in batteria, gli artiglieri con la miccia accesa, erano pronti a soffocare con la mitraglia una possibile sedizione. Gli schiavoni partirono e, attraversando la piazza, salutarono ancora una volta il leone scolpito sulla fronte del Duomo.

Il Leone di San Marco nella facciata del Duomo di Palmanova (Ud). Foto E.B.

Una ulteriore, toccante dimostrazione dell’amore e del rispetto che avevano gli schiavoni dalmati per il Gonfalone di San Marco.

Ettore Beggiato

La foto aerea di Palmanova è tratta da wikipedia

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