3 Dicembre 2024
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Che fine ha fatto il Leone Marciano di Villanova Marchesana?

Che fine ha fatto il Leone di San Marco di Villanova Marchesana? Il Polesine è una terra meravigliosa nata dalle acque e circondata da essa. Essendo stata per secoli terra di confine, ci sono storie magnifiche da raccontare con un lieto
fine, ma purtroppo anche storie che non finisco affatto come dovrebbero. Vi
abbiamo raccontato poco tempo fa la storia di un cippo confinario che se tutto
andrà bene verrà riportato al suo antico splendore.

Il Leone Marciano di Villanova Marchesana negli anni Ottanta del Novecento

Oggi vi raccontiamo come il trascorrere del tempo unito all’incuria nella gestione del
patrimonio artistico del territorio abbiano causato la distruzione di un magnifico
esemplare di Leone Marciano. Nemmeno l’iconoclastia napoleonica riuscì a
disperdere questa testimonianza.

Al confine tra la Veneta Repubblica e gli Estensi

Il Polesine fu governato da Ferrara, salvo brevi interruzioni, fino al 1484, quando
dovette cedere il territorio a Venezia, a seguito della sconfitta della guerra del sale.
Questa era iniziata qualche anno prima con il sacco di Adria, quando contro Venezia
si allearono Firenze, Milano e Napoli, appoggiati da Ercole d’Este. La guerra vera finì
con la Pace di Bagnolo, nella quale gli Estensi conservarono soltanto l’antico
possedimento tra il Tartaro e la sponda sinistra del Po, la città di Adria e il suo
territorio.

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Con la Lega di Cambrai, Ferrara coglierà l’occasione di provare un ultimo assalto per
riunire tutto il Polesine sotto la propria egemonia, ma invano perché sarà costretta a
rinunciarvi per sempre, perdendo pure il territorio adriese. L’eccezione sarà data
dalle terre chiamate Transpadana Ferrarese vere e proprie enclave Estensi prima e
Pontificie poi che sull’argine sinistro del fiume Po non faranno mai parte della
Dominante.

In tal modo la Transpadana Ferrarese verrà divisa in due tronconi, quello
superiore, con Castelmassa e Ficarolo, e quello inferiore con Crespino, Villanova
Marchesana e Papozze, in mezzo ad essi a fare da confine per la Veneta Repubblica i
paesi di Guarda Veneziana (oggi chiamata Guarda Veneta) e Polesella.

La caserma della Milizia di Frontiera della Serenissima

 

Il magnifico Leone di San Marco andante a sinistra reggendo probabilmente il
libro aperto su sfondo blu di cui vi stiamo parlando era situato sul lato sud di un edificio, ridotto a rudere da sempre, e ormai crollato pochi mesi fa, risalente al XVI°
secolo: era sede della Milizia di Frontiera della Serenissima Repubblica, essendo
collocato al confine tra la Repubblica Veneta e lo Stato Estense-Pontificio.

L’edificio cinquecentesco che ospitava la caserma della Milizia di Frontiera della Serenissima, sulla cui facciata stava il Leone di San Marco. L’edificio, abbandonato vergognosamente al degrado, è crollato

Il grande Leone di San Marco è stato rubato

Successivamente durante la prima campagna napoleonica il Leone di San Marco in
questione fu scalpellato in parte ma con fierezza ed orgoglio rimase li in attesa
probabilmente di un ritorno della Dominante. Il suo ultimo avvistamento da quanto
ne sappiamo è datato anni Ottanta del secolo scorso, poi secondo le testimonianze di
alcuni anziani del luogo il simbolo della Serenissima Repubblica sarebbe stato
vergognosamente usato come fondo stradale.

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Sinceramente io ritengo infondata questa informazione, invece sono convinto che in questo preciso momento ci sia qualcuno che mentre sta gustandosi queste poche righe si stia facendo una grossa risata ammirando il Leone di Villanova Marchesana nel salotto di casa propria.

Oggi la sua la sua ubicazione sarebbe situata nel Comune di Villanova Marchesana in
via Goresina confinante con la frazione di Bellombra nel Comune di Adria.
Ogni volta che mi soffermo su questa foto mi scende una lacrima e penso a quanto
sarebbe stato emozionante ammirare dal vivo questo pezzo di storia nostrana che
nessuno purtroppo si è preso l’onere di salvaguardare che raccontava chi siamo stati
e chi ancora potremmo essere.

Marco Fornaro

Tratto da: Rivista semestrale Ventaglio90 n° 45
del 2012. I Quaderni dell’Accademia del tartufo
del Delta del Po, n° 31

1 commento

  1. […] I Forti e i telegrafi napoleonici nel Delta del Po hanno vita con la campagna d’Italia da parte di napoleone. Nel territorio lagunare costiero polesano furono eretti quattro forti alle foci dei rami più attivi del fiume Po. La loro funzione era quella di bloccare l’ingresso delle navi inglesi ed eventualmente impedire la risalita del fiume stesso. E’ noto infatti, che nel periodo napoleonico e in quello austriaco il commercio di merci ed alimenti lungo il Po era molto intenso. Per tale motivo le milizie francesi prima ed austriache poi, si adoperarono non poco per impedire il contrabbando lungo il fiume, da sempre linea di confine sin dai tempi della Veneta Repubblica. […]

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