Polesine terra tra due fiumi, storicamente terra di tante Diocesi, non solo Venete, visto che ricordiamo anche dal punto di vista fiscale i famosi tributi-livelli denominati ‘messe di Ravenna’. La terra polesana dal punto di vista religioso si divide in due grandi Diocesi. La Diocesi di Adria-Rovigo, con 13 i vicariati per 109 parrocchie, ciò da Melara alla linea basso-polesana tra Po e Adige per Adria, Corbola, Ariano.

Mentre le parrocchie adriesi di Ca’ Emo, Fasana Polesine e Mazzorno Sinistro, le città di Pettorazza, Loreo, Porto Viro, Rosolina e Porto Tolle con tutto il Delta del Po appartengono alla Diocesi di Chioggia. Alcune piccole eccezioni extraterritoriali. La parrocchia di Villa d’Adige (Badia Polesine) fa riferimento a Verona. Il nucleo abitato oltre Adige di Lusia (Comune padovano di Barbona) fa riferimento alla parrocchia polesana omonima. Sono una manciata gli edifici religiosi dediti a San Marco nella terra dei grandi fiumi.
Arquà Polesine: Oratorio di San Marco Evangelista

Fu eretto dopo il secondo conflitto mondiale (1946) nella Tenuta di S. Marco di proprietà dei Signori Geremia. La costruzione dell’Oratorio si deve alla pietà particolare della Signora Geremia. Abituata a recitare, la sera, il Rosario in casa sua, spesso riunendosi con alcune famiglie dei molti dipendenti, per comodità comune desiderò questo Oratorio. Porta il titolo, di S.Marco la cui immagine su tavola ormai illeggibile, era stata dipinta da Don Enrico Lazzarini. Il quadro di S.Marco, comunque si conserva in casa dei Signori Geremia.
Rosolina: Antico Oratorio di San Marco Evangelista

Non abbiamo ne immagini e ne tanto meno notizie su questo Oratorio ma ciò che ci ha indotto a citarlo è la data riportata nei testi, il 1595. Le valli di Rosolina come quelle del Delta furono vendute ad aste pubbliche. Gli acquirenti: i Nobili Veneziani. Attraverso i secoli furono decine gli Oratori che sorgevano per agevolare la pratica religiosa dei fedeli dispersi nelle valli: l’Oratorio di S.Marco forse è stato il primo ad essere edificato (1595).
Buso: La Chiesa di San Marco Evangelista

Buso piccolo paese alle porte della città di Rovigo ospita l’unica Chiesa intitolata a San Marco nella terra dei due grandi fiumi. Nell’undicesimo secolo i Veneziani avevano già cominciato ad investire i loro capitali nelle terre scoperte a sud dell’Adige. Un primo documento riporta che a Rivoalto (oggi Rialto Venezia), 13 aprile 1113, il Vescovo di Adria Pietro III concede all’abate di S. Michele all’Adige l’investitura sulla Chiesa di S. Marco del Buso, con diritto di godere le decime di cui la chiesa è dotata dal canto suo il vescovo si riserva il diritto di consacrarvi i sacerdoti. Il Patto viene rinnovato, il 5 dicembre1190, tra il Vescovo di Adria Isacco II e l’abate di S. Michele all’Adige, con le stesse clausole.
Il documento ufficiale

Il primo documento ufficiale riguardante la Chiesa di San Marco risale al 1309 quando, alla riunione di tutti Parroci della Diocesi fatta dal Vescovo Giovanni IV si legge il nome di un rettore, che certamente non è il primo della serie: il presbitero Giuliano de Buxio è presente alla congrega del clero diocesano a Rovigo.
San Marco nella terra dei grandi fiumi: i secoli successivi

Nel 1419 ritornano con tristi notizie: la Chiesa di San Marco è sott’acqua per le inondazioni e il Vescovo Giacomo degli Obizzi conferisce al rettore di Sarzano, Stefano de Fabris, anche la cura d’anime di Buso. Per 150 anni le acque assediarono il territorio, disperdendo e decimando la popolazione: Sarzano, Buso e Villadose vissero insieme questa tragedia, fondendosi spesso in un’unica cura. Altre notizie della Chiesa di S.Marco le offre il Vicario Peroto, in visita pastorale 18 giugno 1604: ” Il tempio ottagonale ha due porte, ad occidente mancano i vetri, il campanile è congiunto alla chiesa e presso l’altare a mezzogiorno ha due campane antiche ed ha bisogno di restauro”. Qualcosa va migliorando nelle visite dei Vescovi Labia e Retano: vi è perlomeno il prete in loco. Nel 1725 visite del Vescovo Vaira che trova il secondo altare alla Vergine delle Grazie, offerto dalla famiglia Campagnella.
San Marco nella terra dei grandi fiumi: Rinasce la Chiesa

Nel 1730, Don Carlo Astolfi pone la prima pietra per la nuova chiesa iniziando dal coro. Viene rifatta sulle fondamenta della precedente in forma ottagonale, tutto procede bene e in un paio d’anni si arriva al tetto. Gli anni brutti, il valore del danaro scarseggiante e gli alti interessi sospesero i lavori. Nel 1766, il 29 novembre, chiuse la sua giornata terrena il solerte Don Astolfi che resse la parrocchia per ben 40 anni e fu sepolto sotto il pavimento di quella chiesa che aveva rifatto con tante angustie.
La Chiesa di San Marco di Buso oggi

Oggi una nuova Chiesa a Buso fa compagnia al vecchio edificio di San Marco. L’antico luogo di culto è in un vergognoso stato di abbandono, lasciato all’incuria del tempo grazie alla stupidità dell’uomo. Oramai questo pezzo di Storia Polesana fa da rifugio a colombi e altri animali che vi trovarono indisturbata ospitalità.
Fonte Editoriale: “Il Sacro nel Polesine” di P. G. Braggion
“Comunità e Chiese nella Diocesi di Adria-Rovigo” di A. Gabrielli