Busto del Doge Alvise Pisani, si muovono i Carabinieri. E lo fanno per inziativa del moderno “doge” Albert Gardin…
Sulla vicenda del settecentesco monumento funebre del Doge Alvise Pisani, scomparso oltre duecent’anni fa dall’isola della Certosa a Venezia, nel corso delle devastazioni napoleoniche, e riapparso dopo duecent’anni da una collezione privata per essere messo all’asta ad una Casa d’Aste di Viterbo, ci sarà un’indagine del nucleo Carabinieri specializzato nella tutela del patrimonio culturale.
LA NOTIZIA SU SERENISSIMA.NEWS Riappare il busto del Doge Alvise Pisani disperso da Napoleone
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L’esposto dell’Ufficio Dogale di Albert Gardin
A far scattare l’indagine è stato l’Ufficio Dogale di Albert Gardin.
Il busto del Doge Alvise Pisani non può essere venduto. Deve essere restituito a Venezia, città dalla quale è sparito duecent’anni fa, nel corso delle spoliazioni napoleoniche. Lo afferma l’esposto-denuncia, presentato oggi 24 maggio 2021 ai Carabinieri, da Silvano Viero, presidente del “Maggior Consiglio” che ha eletto “doge” Albert Gardin.
Nel verbale dell’esposto, che serenissima.news pubblica qui integralmente, Silvano Viero denuncia che “nel 1797, con l’invasione di Napoleone, venivano asportati dall’Isola della Certosa innumerevoli opere private e pubbliche, tra le quali un busto in marmo, raffigurante il 114° Doge Alvise Pisani“.
Il busto è un bene pubblico, dovrebbe stare al Correr
“Questo busto – prosegue il verbale dell’esposto-denuncia – dopo oltre 224 anni, riappare tra i beni all’incanto di una Casa d’Aste di Viterbo, e precisamente Eurantico di Viterbo”.
“Ritengo che tale opera non possa essere di proprietà privata e come tale trattata – sono le dichiarazioni verbalizzate di Silvano Viero -, in quanto riguarda un bene patrimoniale pubblico e pertanto dovrebbe trovarsi in un museo storico, ad esempio il Correr di Venezia“.
Nel verbale, il denunciante dichiara di aver appreso la notizia “da Albert Gardin dell’Ufficio Dogale di Venezia”.