“Sorpassata la stretta di Serravalle, là dove la città di Vittorio Veneto sembra finire, ecco aprirsi due valli pittoresche, l’una -si può dire- continuazione dell’altra:
A sinistra la Val Mareno, meglio conosciuta come “La Vallata” con i laghi di Revine e dominata in fondo dal massiccio Castello dei Co. Brandolini; a destra la lunga e stretta Valle Lapisina o di Fadalto, detta anche il “Canale di Serravalle“, interposta fra la ripida catena del Col Visentin o Col Santin o Endemione a ovest (Prealpi Bellunesi) e le propaggini occidentali del Millifret con le colline di Maren e di S. Augusta (Prealpi Carniche) a est ed è la valle oggetto e motivo di questo studio.”
(Testo parzialmente tratto da pagina 19)
Volume composto da 262 pagine, più 32 tavole fuori testo. Diviso in due parti più appendice.
Valle Lapisina, dalla preistoria alle centrali elettriche
La prima parte prende in considerazione: la Valle Lapisina nella preistoria; nella storia romana; nel Medioevo con i Da Camino, Signori di Serravalle; dai Da Camino alla Repubblica di Venezia; vecchie contese per pascoli e boschi; moti gloriosi del 1848; la ferrovia Vittorio Veneto – Ponte nelle Alpi; durante e dopo la prima guerra mondiale; le centrali idroelettriche; secondo conflitto mondiale.
La seconda parte prende in considerazione: un viaggio in carrozza nell’Ottocento; la Sega; Forcal; Fais e le sue borgate; Maren e le località limitrofe; Savassa e il suo Meschio; Negrisiola e l’oratorio di S. Valentino; San Floriano; Nove; il Lago Morto; la mansioneria di Pié di Fadalto; la curazia di Basso Fadalto; l’alluvione del 1825; Fadalto; i Santi della Valle Lapisina.
Nell’appendice vengono descritte: la Valle Lapisina all’inizio dell’Ottocento; all’inizio del Novecento; le sorgenti del versante occidentale della Valle; le fornaci di calce idraulica e la pietra “Pinè”; itinerari turistici lungo la valle.
Stampato presso la TIPSE di Vittorio Veneto, per conto della Cassa Rurale Artigiana delle Prealpi di Tarzo (1983)
Stefano Veronese