12 Dicembre 2024
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Il Crocefisso di Lepanto

 

Se amate tutto ciò che ha rappresentato la Veneta Repubblica, se siete amanti della grande Battaglia di Lepanto, allora non potete fermarvi ad Adria. Famosa nei secoli per aver dato il nome al mare Adriatico, oltre ad aver dato i natali alla famoso Pane “Ciabatta Italia Adriese”, la città di Adria ospita da secoli un dipinto particolare: il Crocefisso di Lepanto.

Il Dipinto di Lepanto

Crocefisso di Lepanto all'interno del Museo (foto web)
Crocefisso di Lepanto all’interno del Museo (foto web)

Il Dipinto realizzato su entrambi i lati di una tavola in legno sagomata, riproduce il Cristo “patiens”, iconografia riconducibile alla tradizione artistica cretese (sec. XVII).

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Le conoscenze sulla provenienza del prezioso crocifisso davano due versioni, aventi entrambe come punto di partenza l’isola di Candia e come destinazione finale la Cattedrale di Adria.

Le versioni storiografiche: Il Crocefisso di Lepanto

L' Isola di Candia (Foto Autore)
L’ Isola di Candia (Foto Autore)

In sintesi, una delle due versioni ne attribuiva il trasporto da parte di Mons. Stefano Penolazzi, adriese e Vescovo di Retimo (una delle Diocesi di Candia), rientrato alla sua città perché bisognoso di cure e morto all’età di 74 anni nel gennaio 1641. L’altra versione assegnava il merito del trasferimento dell’opera al cappuccino padre Domenico Guarnieri.

La meravigliosa Città di Adria in tutta la sua bellezza (foto web)
La meravigliosa Città di Adria in tutta la sua bellezza (foto web)

Nel 1669 il frate infatti fu costretto al rientro in patria, lasciando il ministero esercitato da molti anni, quando l’isola cadde in mano ai turchi dopo un lungo assedio ventennale. La provenienza “Guarnieri” può oggi fregiarsi anche della citazione nel verbale di Visita Pastorale compiuta in Cattedrale il 21 aprile 1703 dal Vescovo Filippo del Torre (1702-1707).

Il curato di San Giorgio dei Greci

In queste poche righe può considerarsi riassunta la peculiarità del Crocifisso che, all’attento ricercatore, con il supporto di inoppugnabili documenti d’archivio, ha persino offerto l’opportunità di individuarne l’autore in quell’Emanuele Tzane (1610-1690), documentato a Venezia nel 1659 come curato di San Giorgio dei Greci.

Se vi capita di passare per la splendida Città di Adria non potete fare una sosta al Museo della Cattedrale ad ammirare questo particolare dipinto che nel suo nome riporta alla mente il nostro glorioso passato di Veneti.

San Giorgio dei Greci (foto web)
San Giorgio dei Greci (foto web)
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