Una decina d’anni fa Ettore Beggiato ha stampato il libro “Lissa, l’ultima vittoria della Serenissima” con la prefazione di Eva Klotz: 132 pagine ricche di documenti, di testimonianze, di elenchi come quello dei veneti ai quali l’imperatore Francesco Giuseppe assegnò due medaglie d’oro al valor militare, e quarantanove fra medaglie d’argento di prima classe e di seconda classe.
Con questo libro, Beggiato dimostrava come l’apporto dei popoli che fino a qualche anno prima facevano parte della Serenissima Repubblica Veneta (e quindi veneti, istriani, dalmati) fu fondamentale nella battaglia navale combattuta nell’Adriatico dove la marina italiana fu pesantemente sconfitta dalla Marina austriaca che fino a qualche anno prima si chiamava “Imperial Regia Veneta Marina”.
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Il libro, come altri di Beggiato, provocò notevoli polemiche a partire da un articolo che Gian Antonio Stella che gli dedicò una pagina su “Sette” l’inserto settimanale del Corriere della Sera, per non parlare dell’irritazione dei nazionalisti italiani.
Serprino, fratello minore del Prosecco
Ettore Beggiato comunque non demorde e così anche quest’anno nell’anniversario della battaglia, ha pensato bene di festeggiare la vittoria di Lissa con una bottiglia di “Serprino” DOC dell’Azienda Monte Viale di Bastia di Rovolon, il vino frizzante dei Colli Euganei, “fratello minore” del più famoso Prosecco visto che viene prodotto con la stessa uva glera (o serprina).
L’etichetta disegnata dall’artista Martina Tauro “La poiana” riporta lo scontro sul mare e le parole che l’ammiraglio imperiale Wilhelm Von Tegetthoff, il vincitore di Lissa, avrebbe scritto a Vienna per annunciare la vittoria: “Uomini di ferro su navi di legno hanno sconfitto uomini di legno su navi di ferro”.
Viva San Marco!
Parole che rimarcano l’abilità e il valore dei marinai Serenissimi (veneti, istriani e dalmati) e di altre parti dell’impero austriaco che vinsero la battaglia nonostante la notevole superiorità di mezzi e di uomini della marina italiana.
E alzando il calice del frizzante Serprino, Ettore Beggiato esclama “Viva San Marco!” proprio come quei marinai istriani, dalmati e veneti, che festeggiarono la conclusione della vittoriosa battaglia.