Polesella piccola cittadina polesana, in passato centro strategico situato lungo le rive del Po, non lontano da Rovigo, al confine tra dominio ferrarese e Dominio Veneto. Già nel corso del Quattrocento il Polesine era stato un territorio conteso da Venezia e Ferrara. Nel 1482, durante la Guerra del Sale, Polesella era stato teatro di uno scontro militare avvenuto sul Po: la vittoria dei Veneti assegnò il passaggio della cittadina e dell’intero territorio di Rovigo al Governo della Serenissima. La rivincita estense non tardò ad arrivare.
Dalle sconfitte ci si rialza più forti
Il 30 novembre 1509 Ludovico Ariosto partecipa, al seguito del cardinale Ippolito d’Este, alla prima battaglia della Polesella contro i Veneti. Quel giorno i Veneziani, in lotta contro gli Estensi nell’ambito della guerra della Lega di Cambrai, sono costretti a sbarcare dalle loro navi e a ritirarsi su due bastioni situati sulle rive del Po, a Polesella, dove vengono sconfitti.
22 Dicembre 1509: La Battaglia di Polesella
Nella notte tra il 21 e il 22 dicembre l’artiglieria fu schierata in gran silenzio al riparo delle fortificazioni, in attesa che la piena prevista portasse le chiglie delle imbarcazioni ad altezza di tiro; all’alba fu aperto il fuoco. La flotta Veneta fu colta di sorpresa, e nel caos che ne seguì molte navi affondarono e alcune furono catturate. I soldati e i marinai che tentarono di fuggire in acqua furono presi prigionieri, o fucilati e uccisi senza pietà non appena raggiunta la terraferma. Fu più un massacro che una battaglia. Le truppe di Ferrara conquistarono 15 galee, diverse altre imbarcazioni e 60 bandiere. I Veneti persero 2000 uomini uccisi, arsi nelle navi o annegati. Nella battaglia morì anche Ludovico I Pico, signore di Mirandola, alleato dei ferraresi. Angelo Trevisan, comandante della flotta Veneta, riuscì a fuggire, ma la sua galea affondò dopo 5 km. Tornato a Venezia, fu processato per “cattiva condotta e negligenza”.
Le parole impresse nell’Orlando Furioso
Ebbe lungo spettacolo il fedele
vostro popul la notte e ‘l dì che stette,
come in teatro, l’inimiche vele
mirando in Po tra ferro e fuoco astrette.»
(Ludovico Ariosto, Orlando Furioso: canto 40, 2, vv. 1-4)