Dopo trentatré anni il “cavaliere errante dei libri”, Ferruccio Mazzariol ha ceduto la casa editrice “Santi Quaranta” nata a Treviso nel 1989.
Trentatré anni di questo editore atipico, che definisce la sua casa editrice “una caravella” che ha continuato il suo lungo e pericoloso viaggio fra i mari burrascosi dell’editoria.
Nello stesso nome, la bellissima Porta delle mura trevigiane, c’è il significato della creatura di questo ottantaduenne che ha girato il Veneto, anzi “Le Venezie” palmo a palmo per diffondere i suoi libri, i suoi “angeli di carta” come li chiama il buon Ferruccio.
Indipendenza dal potere
Della Porta Santi Quaranta Ferruccio Mazzariol ha preso la bellezza, indicata dalla grazia luminosa delle copertine e da quella architettonica dei contenuti, l’indipendenza dal Potere (La Porta è dedicata ai quaranta Santi Martiri cristiani di Sebaste che non bruciarono l’incenso all’imperatore romano Licinio); e il riferimento al Leone di San Marco, emblema della grande cultura, lingua e civiltà veneta aperta al mondo adriatico, mitteleuropeo e orientale.
Nel catalogo troviamo ben 160 titoli: fare delle classifiche è sempre molto scivoloso; dirò quelli che mi hanno colpito di più, partendo dal cofanetto ideato per le opere del grande Ulderico Bernardi (Il lungo viaggio, Il tesoro dei padri, Cara Piave, Istria d’Amore e altri), alla collana “Fiabe e leggende” (dove si spazia dall’Istria alla Dalmazia, dalla Livenza agli Euganei), a Vaclav Havel e il suo “Un uomo al Castello”, al “Sillabario veneto” di Paolo Malaguti per finire alla ristampa del capolavoro di Federico Bozzini “L’arciprete e il cavaliere” un volume che dovrebbe entrare nelle case di tutti i veneti e che descrive le vicissitudini di un paese, Cerea, al momento dell’annessione del Veneto all’Italia dopo il plebiscito-truffa del 21-22 ottobre 1866.
Santi Quaranta, voce alla nostra terra
Ma per fortuna la caravella di Ferruccio Mazzariol continuerà a navigare; da un “cavaliere errante” alla “Bottega Errante” di Udine con l’auspicio che Santi Quaranta continui a dar voce alla nostra Terra che tanto ha ancora da dire e da dare.
Al caro Ferruccio, un saluto e “on strucon” per tutto quello che ha dato a questa Terra con la speranza di ritrovarci, e questa volta senza tanta fretta, a discutere del nostro Veneto e non solo, in qualche “sana” trattoria.
Ettore Beggiato