Nel Bresciano e precisamente a Bagnolo Mella, in questo giorno del 1484 venne firmata la capitolazione della Guerra del Sale che vide su fronti opposti la Veneta Repubblica, contro gli Estensi di Ferrara e i suoi alleati. E’ il 7 agosto 1484: Con la pace di Bagnolo, il Polesine di Rovigo è Marchesco
La testimonianza del Sanudo
Leggiamo come il grande Marin Sanudo descrive nei sui Commentarii la cessazione delle ostilità.
“Nella Bresciana dopo firmati li capitoli , Giacomo di Trotti ambasciatore del Marchese di Ferrara, domandò perdono ‘ alli Proveditori a nome del suo Signore , il quale era , per quanto disse, ammalato , dichiarando che voleva essere buon figlio, e raccomandato alla nostra Illustrissima Signoría . Di nuovo domandò al signor Roberto , benchè ciò compreso non fosse nelli capitoli , che la Signoría gli volesse concedere la casa, che è a Venezia chiamata del
Marchese . A questo li Proveditori risposero, non aver di ciò libertà , ma che ne darebbero avviso al Senato, ed il signor Roberto lo conforto’ , promettendogli che farebbe che la Illustrissima Signoría per suo amore gliela donasse , e cosi a sua compiacenza li Viniziani fecero .
Dappoichè li capitoli della pace in buona forma furono conchiusi , nel terzo decimo di Agosto giunsero nella Terra , e radunato il Consiglio de’Pregadi furono pubblicati ; la sostanza
dei quali è questa .
Capitoli della pace fatta nella Bresciana alli sette di Agosto 1484 per mediazione del signor Roberto di Sanseverino Luogotenente nostro.”
I capitoli della Pace
1- Che la Illustrissima Signoria di Venezia restituisca al Marchese di Ferrara tutti li luoghi presi in questa guerra, cioè la riva del Po, e fossa di Zaniol con Comacchio, non potendo esso tuttavia tenervi le Saline, come è nelli patti vecchi.
2- Che sia restituito Figheruolo , Castel nuovo, Bregantino , Melara , ed Argenta , e che rimanga alla Illustrissima Signoria di Venezia, il Polesine di Rovigo , cioè la Badia, Lendinara, Rovigo , le Torri del Doge e che Venezia con tutto il suo Territorio, ragioni , e salvi tuttavia le possessioni dei cittadini Ferraresi .
3- Che siano restituite al Marchese predetto Adria , Corbole , le Papozze con la torre di San Donato, e Castelguglielmo, non essendo della giurisdizione del Polesine.
Che rimanga alla predetta Illustrissima Signoria la possessione di Pontecchio, che era del signor Marchese, e la Canda con la Fratta, ed ivi siano li confini, e che il Marchese prenominato debba osservare , e mantenere per sè, e per li suoi successori nel dominio di Ferrara li capitoli vecchj, e le giurisdizioni Viniziane anche in Ferrara, e che siano più obbligati , siccome nelle precedenti convenzioni si legge .
4- Che in termine di dodici giorni l Illustrissimo Duca di Milano debba avere restituito alla Illustrissima Signoria suddetta, Romano, Quinzano, Vignano, e Colorgno con gli altri luoghi , e castella prese nel Bresciano, e Bergamasco, e cosi il signor Marchese di Manto
va debba avere restituito Asola , e siano confermati li capitoli vecchi dell’amicizia con l’Illustrissimo Duca di Milano.
5- Che la Illustrissima Signoría debba rovinare il bastion di Lago oscuro (Pontelagoscuro oggi) fabbricato in questa guerra, e ridurlo, come era prima senza ponte, e che il Marchese di Ferrara ancora egli debba rovinare tutte le fortezze , mura , e bastioni fatti da lui in questa guerra, e ridurle come erano avanti secondo li capitoli.
6- Che la Illustrissima Signoría nostra restituisca ‘all’ Illustrissimo Duca di Milano, Calze, Piminengo, e la Torre Tristana con gli altri luoghi presi, e siano li confini dove erano avanti la guerra , e che la Ilustrissima Signoría restituisca ancora al Marchese di Mantova il Bastione di San Michiele sopra il Fiume del.Tartaro .
7- Che la detta Illustrissima Signoría debba restituire alla Sacra Maestà del Re di Napoli, termine due mesi, Gallipoli con tutte le altre Terre , e Castella, che sono state prese in questa guerra nella Puglia , accordandosi il termine al Doge, e Signoria di Genova di
un mese dopo pubblicata, per entrare in questa pace .
8- Che il signor Roberto di SanSeverino rimanga capitano generale delle genti a cavallo, ed a piedi di tutta l’Italia, ed abbia all’anno ducati cento ventimille , cioè dal Pontefice ducati diecimille , dal Re di Napoli ducati diecimille, dalla Signoria di Venezia ducati cinquantamille , dal Duca di Milano ducati quarantamille, e
dai Fiorentini dieci mille .
9- Che questa pace sia perpetua, ferma, stabile, e salda tra la Santità del nostro signor Sisto quarto Pontefice, e successori , la Sacra Maestà di Ferdinando Re di Puglia, e Sicilia, l’Illustrissimo Duca di Milano , la Repubblica di Fiorenza, e l’illustre signor Ercole Marchese di Ferrara con gli altri aderenti e collegati con queste potenze per una parte, e la Illustrissima Signoria di Venezia per l’altra parte. >>
Queste le condizioni di pace che furono firmate e che mettono in luce come la Guerra del Sale non fu soltanto una Guerra territoriale circoscritta al Polesine ma interessò l’intera Penisola.
Fonte editoriale: “Commentarii della Guerra di Ferrara tra li Veneziani e il Duca Ercole d’Este nel 1482”