12 Dicembre 2024
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Morea e Negroponte, queste sconosciute: la splendida Grecia veneziana

Essere iscritto al club  dei “pensionati” ha anche degli aspetti positivi, per esempio potersi concedere ogni tanto un giretto per il mondo; così qualche giorno fa ho pensato bene di andare a girarmi in Morea e nel Negroponte. Tornando, alla classica domanda degli amici “Ciò vecio dove sito sparìo?” mi sono reso conto che quando rispondevo  “Morea e Negroponte” da parte loro c’era un momento di … mancamento “Doveeee?”

Morea e Negroponte, splendide terre della Serenissima

Allora, premesso che “Morea e Negroponte” sono toponimi usati ai tempi della Serenissima (oggi in lingua italiana si parla di “Peloponneso ed Eubea”), premesso che nella derelitta scuola italiana lo spazio dedicato alla storia e alla geografia è assolutamente insignificante  è sconfortante costatare come fra la nostra gente l’ignoranza nei confronti di queste splendide terre caratterizzate da straordinarie testimonianze della Serenissima sia veramente abissale.

Ignorati secoli di Grecia veneziana

Secoli e secoli di storia comune vengono sistematicamente ignorati, si conosce qualcosa dell’Istria e della Dalmazia (ma neanche tanto, a pensarci bene, visto che si continua a parlare di Porec, Krk, Cres, Trogir,  per non parlare di Dubrovnik invece di Parenzo, Veglia, Cherso, Traù e Ragusa), qualcosa si è sentito di Cipro (qualcuno ricorda il martirio di Bragadin a Famagosta), qualcosetta di Creta (ma già se si parla di Candia …) ma su il resto della Grecia, sulle  stesse isole Jonie (Corfù in testa) c’è il buio.

“Le storie del Barba”: la lingua veneta in Grecia

Ne parlavo, l’ultima sera in Grecia, a tavola con un amico originario di Corfù, Panos Stinis, al quale va il mio e il nostro ringraziamento per averci fatto conoscere un prezioso augurio di lunga vita  ancora in voga fra gli abitanti di CorfùAnni tanti e veneziani») che mi ha portato a cena in una simpatica e gustosa trattoria ad Atene chiamata  “Istories tou Barba” fondata da una famiglia originaria delle isole e dove “barba” sta per zio, come nella nostra lingua, a testimoniare il radicamento della lingua veneta nelle varie parlate greche, ed anche lui, nato e cresciuto a Corfù, era dispiaciuto e desolato per questo atteggiamento dei veneti nei loro confronti; e pensare che nella sua città si festeggia ogni anno, in più momenti, la resistenza di Corfù e della Serenissima agli assedi turchi.

L’immenso patrimonio veneto in Grecia

Non so se sia anche un problema di lingua, ma resta il fatto di un incomprensibile vuoto di memoria nei confronti di una Terra che conserva testimonianze straordinarie della civiltà Serenissima, da Malvasia a Nauplia, da Modone a Corone, da Lepanto a Calcide dove in un bellissimo e nuovissimo museo archeologico ho trovato diversi Leoni di San Marco.

E purtroppo non è facile invertire questo andazzo, e non so se le piccole, modeste  iniziative dei pochi che hanno a cuore questo immenso patrimonio potranno invertire la rotta; per fortuna c’è chi come l’amico Pietrangelo Pettenò e l’associazione “Marco Polo System”  continuano la loro benemerita attività; l’ultima speranza è nell’utilizzo dei fondi comunitari e qui sta soprattutto al Comune di Venezia e alla Regione farsi parti attive …

Ettore Beggiato

Città di Napoli di Romània (Nauplia)

in Morea (agosto 1686)

Il Leone in apertura si trova nel Museo Archeologico

“Aretusa” di Calcide (Negroponte)

 

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