Antonio Margarini (o Mangarini, come pare, da approfondimenti successivi), l’eroico militare della Veneta Repubblica – alfiere della Veneta Marina – che il 12 maggio 1797 si oppose alla resa ai francesi di Napoleone e guidò la rivolta di popolo sul Ponte di Rialto, venne fucilato dal nuovo regime giacobino il 23 giugno 1797 davanti a un muro nei pressi di San Francesco della Vigna, a Venezia.
La sua esemplare e commovente figura di soldato fedele fino alla morte, lui nato in Dalmazia, a Zara, alla sua Serenissima, sarà oggetto in questi giorni a Venezia di due distinte commemorazioni, nel 225esimo anniversario della fucilazione di Antonio Mangarini ad opera dei collaborazionisti giacobini.
La commemorazione giovedì 23
La prima commemorazione, indetta dall’Associazione di Promozione Sociale Veneto Real, dall’Associazione Culturale WSM Venezia Capital, si terrà giovedì 23 giugno 2022, alle 18.30, presso la chiesa di San Francesco della Vigna, a Venezia. La commemorazione sarà tenuta dal professor Gianpaolo Borsetto.
La commemorazione domenica 26
La seconda commemorazione, indetta dal Comitato delle Celebrazioni Storiche della Serenissima Repubblica Veneta – Reggimento Marini, si svolgerà domenica 26 alle ore 11.10 davanti alla chiesa di San Francesco della Vigna, e sarà preceduta da una Santa Messa nella stessa chiesa, con inizio alle 10.30. Il Reggimento Marini sarà presente con una Guardia d’Onore.
Il sacrificio di Antonio Margarini (o meglio, Mangarini), a lungo dimenticato, è tornato negli anni recenti, grazie agli studi del prof. Borsetto e di altri, a rifulgere nella sua giusta grandezza.
Il libro di Federico Fontanella
Nel 2008 uscì un fortunato racconto storico, dal titolo “Antonio Margarini ovvero la sera del 12 maggio 1797“, scritto da Federico Fontanella e pubblicato da Editoria Universitaria di Albert Gardin, in contemporanea con il rinnovarsi delle iniziative per rimediare alla “dimenticanza” dell’eroe veneto, del quale allora – incredibile! – nessuna lapide ricordava in Venezia il sacrificio.
La lapide rifiutata
All’apposizione della lapide si era opposta la Sovrintendenza, che giudicò non abbastanza nota la figura di Antonio Margarini. L’Italia insomma, dopo aver cancellato le memorie venete dai libri scolastici, si faceva forza di quel crimine per impedire perfino l’apposizione di una lapide.
La lapide in lingua veneta
Oggi le lapidi sono due: quella ufficiale, in campo San Francesco della Vigna, apposta nel 2011 per iniziativa degli Alpini che riuscirono a vincere le resistenze della Sovrintendenza, e una non ufficiale, in lingua veneta, comparsa in una calle poco distante, nel luogo esatto della fucilazione.
Onore e riconoscenza ad Antonio Mangarini, dalmato, eroe della Resistenza Veneta! Che il suo sacrificio non sia vano!