18 Ottobre 2024
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Autonomia, sette anni dal referendum: martedì 22 a Padova il punto col professor Bertolissi

Martedì prossimo, 22 ottobre 2024, si compiranno sette anni – sette anni, duemilacinquecentocinquantasette giorni – dal 22 ottobre 2017 quando gli elettori del Veneto, rispondendo alla chiamata di Luca Zaia, sono andati a votare al referendum per chiedere l’Autonomia della propria Regione.

L’incontro a Padova, martedì 22 ottobre alle 20

E martedì 22 ottobre 2024 faremo ufficialmente il punto della situazione: ci troveremo a Padova, al Crown Plaza (via Po 197) alle ore 20. Ci saranno esponenti dei movimenti autonomisti, protagonisti della “questione veneta”, e ci sarà il professor Mario Bertolissi, capo della delegazione trattante del Veneto per l’Autonomia, il tecnico che segue la – pazzesca – trattativa con il governo a nome della Regione.

Paolo Franco, già senatore della Lega Nord

Con Paolo Franco e Simonetta Rubinato

Avremo il privilegio di fare il punto con l’onorevole Paolo Franco, ex Lega, e con l’onorevole Simonetta Rubinato, uscita dal Pd nel 2019 dopo che il partito aveva abbandonato le posizioni favorevoli all’Autonomia. E col nostro Ettore Beggiato, ex assessore regionale e storico, protagonista da decenni della “questione veneta“.

Simonetta Rubinato

E con Michele Favero segretario di Indipendenza Veneta, con Alessio Morosin, avvocato, ex consigliere regionale e padre del referendum (mancato) per l’indipendenza e di quello (centrato) per l’Autonomia, con Valter Orsi già sindaco di Schio, con Andrea Bona presidente del Bard (Belluno Autonoma Regione Dolomiti).

Soprattutto, avremo il privilegio di fare il punto sull’Autonomia con uno dei protagonisti tecnici più importanti nella trattativa romana per l’Autonomia del Veneto: il professor Mario Bertolissi, docente di Diritto costituzionale a Padova, ma friulano di Udine e orgogliosamente «parlante friulano», nonché allievo del grande Livio Paladin, maestro dei costituzionalisti italiani.

Mario Bertolissi

Mario Bertolissi, in fatto di autonomie regionali, e di finanza regionale,  è un’autorità: è capo della della delegazione trattante del Veneto a Roma per l’Autonomia differenziata,  e ha fatto parte, in Veneto, della Commissione Statuto, in Friuli Venezia Giulia della Commissione paritetica per l’attuazione dello Statuto di autonomia.

2017, plebiscito per l’Autonomia

Torniamo al moderno “plebiscito” veneto per l’Autonomia del 22 ottobre 2017, data altamente simbolica, scelta da Luca Zaia proprio per richiamare il diritto dei veneti a decidere del proprio destino, in quanto ricorrenza del 22 ottobre 1866, data del plebiscito-truffa di annessione del Veneto all’Italia.

Santa Giustina in Colle – Leone di San Marco sulla rotonda – Luca Zaia e Roberto Marcato

Meloni 2017: oltraggio alla Patria!

Nonostante i fortissimi appelli per l’astensionismo dei contrari all’Autonomia, tra i quali in prima linea Giorgia Meloni, (l’attuale presidente del consiglio dichiarò allora – testuale – che «il referendum per l’Autonomia in Veneto e Lombardia è un oltraggio alla Patria»), il popolo veneto andò a votare in massa (i votanti furono 2.328.947, oltre il 57% degli elettori) e tributò all’Autonomia percentuali mai viste di voti favorevoli: i Sì furono il 98,1 per cento, i No non arrivarono al 2 per cento.

Giorgia Meloni a Venezia e in sovraimpressione la sua condanna del referendum

Quasi tutti i partiti, in Veneto, si schierarono allora a favore dell’Autonomia, dando indicazione di votare e di votare Sì. Anche Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, in Veneto smentì la propria leader, invitando a votare «convintamente» a favore. Anche il Pd si espresse per il Sì. Contrari soltanto Rifondazione Comunista, Partito Socialista e Sinistra Italiana.

Referendum sull’autonomia del Veneto, 22 ottobre 2017. La ricevuta rilasciata a Ettore Begiato dopo il voto

L’Autonomia è in Costituzione: è ora di applicarla

Era un referendum consultivo, ma gli elettori del Veneto avevano parlato chiaro: volevano che la Costituzione fosse finalmente applicata, realizzando quanto previsto dall’art.116, quello che prevede l’Autonomia differenziata ed elenca puntualmente le 23 materie che sono, a richiesta, trasferibili alle Regioni.

Ciò nonostante, sette anni di trattative dopo, non si è ancora arrivati al dunque. Nel 2018 è stata firmata, tra il governatore del Veneto Luca Zaia e l’allora premier Paolo Gentiloni (Pd) una pre-intesa, quest’anno è stata approvata una legge quadro per l’Autonomia – la legge Calderoli – che il partito dei contrari, oggi allargato al Pd, ai Cinquestelle, e nel Centro-Sud anche a gran parte di Forza Italia e di Fdi, non vuole applicare, e per opposti motivi non piace neppure ai favorevoli, perché introduce nel percorso sull’Autonomia paletti pesantissimi e irragionevoli, dei quali in Costituzione non v’è traccia.

Il colpo di grazia alle autonomie

Ora si vuole addirittura un referendum per abrogare quella legge, e così seppellire per sempre l’Autonomia regionale. Se quel referendum abrogativo passasse, Giorgia Meloni teme la caduta del suo governo, ma noi veneti temiamo ben di peggio.

Sarebbe un colpo di grazia al federalismo, alle balbettanti autonomie regionali e alle Regioni stesse: dopo la faticosa istituzione delle Regioni, previste in Costituzione sin dal 1946 ma costituite solo nel 1970, dopo i timidi passi degli anni Novanta e dei primi anni del Duemila verso l’autonomia e verso un pallido federalismo fiscale, l’Italia tornerebbe a un centralismo radicale, quale ha provato negli anni del Fascismo.

Torneremmo indietro

Il passo successivo all’abrogazione della legge Calderoli – già proclamato come necessario da numerosi politici del Sud – sarebbe infatti cancellare dalla Costituzione gli articoli che prevedono l’autonomia differenziata, e già che si mette mano alla Carta, tagliare anche i poteri che da decenni le Regioni gestiscono, come la Sanità, tornando ad accentrare tutto a Roma. Torneremmo indietro, invece che fare un passo avanti.

L’offensiva centralista

Solo un cieco può non vedere che è in corso, contro l’Autonomia e i poteri delle Regioni, un’offensiva centralista mai vista prima, con l’appoggio quotidiano di tutti i grandi gruppi editoriali, dei grandi organi d’informazione nazionali.

E con politici del Centro e del Sud che fanno a gara a chi le spara più grosse contro l’Autonomia regionale,  che viene demonizzata con argomenti fantasiosi e menzogne plateali, regolarmente prese per buone dalla grande stampa.

Favole dalla Sardegna

Il record spetta ad Alessandra Todde, Cinquestelle, presidente dell’autonoma Sardegna, pro capite tra le più largamente sovvenzionate Regioni italiane, la quale ha favoleggiato di una Sardegna che «si paga tutto da sè» e di un Veneto «finanziato dallo Stato a spese dei contribuenti», cioè l’esatto contrario della verità.

Il Veneto infatti (dati Bankitalia) ha un residuo fiscale di 20 miliardi, cioè viene derubato ogni anno, in nome della solidarietà italica, di ben 20 miliardi di euro (venti miliardi: quattromila euro pro capite!), mentre la Sardegna riceve ogni anno un regaluccio di quasi 4 miliardi, la Sicilia di 10, la Campania di 3, la Calabria e la Puglia di 5. E chi governa queste Regioni “aiutate”, ha pure il coraggio di parlare, e di denigrare i “donatori”…

Unità di noi Veneti

Noi di Serenissima News abbiamo un sogno, che è il sogno di moltissimi veneti, quelli che il 22 ottobre 2017 sono andati a deporre nelle urne il loro sì all’Autonomia: noi sogniamo che l’incontro di Padova segni finalmente la saldatura esplicita e organica tra tutti coloro che lavorano per l’autonomia o per l’indipendenza del Veneto, tra tutti i movimenti, tutti i partiti, tutti gli uomini e le donne che dentro e fuori della Lega sono impegnati su questo fronte. E sogniamo che ci siano imprenditori veneti abbastanza coraggiosi da sostenere questo sforzo e fare squadra col Veneto.

Quali che siano i programmi, le strategie, dei movimenti politici, o le convinzioni dei gruppi e delle persone, quello che serve adesso, il dovere che tutti, autonomisti, federalisti, indipendentisti, cosiddetti venetisti, in questo momento dovremmo sentire, è l’unità di noi veneti. La compattezza delle forze venete, o i potentissimi nemici dell‘autonomia, che sono anche i nemici dell’indipendenza e del diritto all’autodeterminazione, prevarranno.

 

 

 

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