Bainzu Piliu, Patriota Sardo. Così dovrebbe essere scritto nella sua carta d’identità.
Invece sta scritto Gavino, perché in municipio nonostante le insistenze del padre, non vollero registrarlo come Bainzu e da quel momento tutta la sua vita è stata spesa all’insegna dell’indipendenza della Sardegna.
Nasce a Ozieri (Sassari) il 20 dicembre 1934; il padre è muratore e la madre sarta. Il giovane Bainzu riesce a seguire regolarmente gli studi e a conseguire la maturità scientifica. In seguito si iscrive a Genova alla facoltà di ingegneria , ma ben presto ritorna nella sua Sardegna dove si adatta a fare diversi lavori, poi emigra e va in Germania, a Kassel dove fa il muratore e il pizzaiolo. Ritorna in Sardegna, lavora e studia e prende il diploma di geometra; dopo qualche anno si laurea in farmacia, entra all’Università come tecnico di laboratorio e poi arriva l’incarico ufficiale come professore di chimica.
La scelta indipendentista
Nel 1975 si iscrive al Partito Sardo d’Azione e in poco tempo diventa segretario della sezione di Sassari, ma già l’anno dopo viene espulso per avere osteggiato l’elezione al parlamento italiano di esponenti del Psd’Az candidati nelle liste del PCI.
Nel novembre del 1976 fonda il FIS (Fronte per l’indipendenza della Sardegna), organizzazione dichiaratamente indipendentista.
Nel 1980 viene eletto sindaco di Bulzi, piccolo comune in provincia di Sassari, con una lista civica; nel 1982 accoglie il presidente Pertini in costume sardo dopo aver fatto affiggere un cartello con scritto “A fora s’Italia”.
Nel 1981 e 1982 fu relatore di due tesi di laurea bilingui (sardo e italiano):
Komente produire vigoria e kun kale profetu prò sa Sardinya (Produzione energetica ed eventuali riflessi sulla Sardegna) e Aba rekuida dai paritzos logos ei su manizu sou a prus de totu cun intzenios kimikos e fisikos (Acque reflue di origine diversa e loro trattamento particolarmente con metodi chimici e fisici), provocando una fortissima polemica con il ministero della pubblica istruzione.
Arrestato per cospirazione: zero violenza, anni di carcere
Nel dicembre del 1982 viene arrestato con l’accusa di aver attentato all’unità dello stato. Bainzu è dichiaratamente un nonviolento, non ha mai teorizzato l’uso della violenza o delle armi, non viene provata la sua partecipazione ad episodi violenti ma viene condannato a quattro anni di reclusione come capo ideologico e carismatico di una cospirazione tendente a rendere indipendente la Sardegna, dopo un processo particolarmente seguito dall’opinione pubblica.
Il processo si chiude nel maggio del 1985 con sedici condannati, quattro “non punibili” e sette assolti; fra i condannati, la pena più pesante va a Doddore Meloni (nove anni), che qualche anno fa, il 5 luglio 2017, morì “suicidato” nel carcere di Uta (Cagliari) dopo sessantasei giorni di sciopero della fame.
Tornato in libertà Bainzu si laurea in psicologia all’università di Cagliari.
Il racconto dal carcere
Nel 2014 pubblica “Cella n. 21. Il lungo cammino verso la dignità”, libro per metà autobiografico e per metà saggio storico-politico, e nel quale sottolinea come durante tutto il processo , non c’è stata da parte sua alcuna confessione o parola di pentimento, ma anzi è sempre stato determinato a continuare la sua battaglia per la riappropriazione da parte della Nazione Sarda della propria identità e della propria indipendenza.
Infine una considerazione di carattere personale. Ho trovato proprio in questi giorni nel mio archivio, un articolo pubblicato da Famiglia Cristiana il lontano 9 ottobre 1983 con una copertina nella quale sta scritto: “L’Italia cade in pezzi?” con un intervista al professor Bainzu Piliu.
E’ da quegli anni, i “formidabili” anni ’80 come direbbe qualcuno, che conosco mediaticamente questo uomo; di persona l’ho conosciuto solamente nel luglio del 2018 a Sassari a un convegno organizzato dall’Istituto Bellieni e la prima cosa che mi ha colpito è stata la sua dimensione umana prima ancora di quella politica.
Nessun risentimento per l’ingiusta carcerazione
Sia nelle poche parole che ci siamo scambiati durante le pause del convegno, sia a cena alla sera, non è uscita una parola di rabbia, di risentimento nei confronti di coloro che gli avevano sottratto la libertà, che l’avevano messo in prigione …
E questo nasce, credo, da una sua dimensione “spirituale” ma anche dalla certezza che è solo questione di tempo … la Sardegna ritornerà libera è la profonda convinzione di Bainzu e tutto quello che questo uomo ha patito è ben poca cosa rispetto alla grandiosità dell’evento … Ciao, Bainzu, e grazie per la Tua preziosa testimonianza di patriota sardo e di uomo libero e … Fortza Paris !
Chi volesse acquistare direttamente il volume, 352 pagine, 21 euro, può richiederlo all’autore tramite la sua e-mail: bainzupiliu.2014@gmail.com
Ettore Beggiato