Caro bollette come una catastrofe naturale, servono strumenti adeguati per aiutare le imprese. E Indipendenza Veneta lancia una proposta di legge: riservare ai Comuni l’intero gettito Imu versato nel proprio territorio, con piena libertà di utilizzarlo per aiutare le imprese messe in ginocchio dal caro bollette.
La proposta di legge è stata presentata dal segretario di Indipendenza Veneta, Michele Favero, a Cadoneghe in una conferenza stampa davanti al capannone industriale di Andrea Bisello, decorato con un magnifico Leone di San Marco.
L’Imu, imposta municipale nel calderone statale
Qualcuno potrebbe dire, dove sta la novità? L’Imu non è da sempre un’imposta municipale, il cui gettito resta nelle casse dei Comuni? Eh no, troppo semplice signori. Qui siamo in Italia, il Paese dove anche il federalismo fiscale e quegli scampoli di autonomia lasciata ai territori devono fare i conti con il diktat giacobino dell’Italia “una e indivisibile”.
L’Imu si chiama “imposta municipale” ma in realtà, a dispetto del suo nome, il gettito finisce in un calderone statale, un fondo che poi ripartisce il gettito tra i Comuni in base a criteri perequativi, che nel nome della solidarietà nazionale dirottano il gettito Imu dai Comuni cosiddetti “ricchi” ai Comuni cosiddetti “poveri”.
Michele Favero: tasse regionali ma soldi allo Stato
Il segretario di Indipendenza Veneta, Michele Favero, lo ha spiegato chiaramente. «Lo Stato furbone nasconde le tasse chiamandole regionali, ma poi i soldi li porta a casa lui. Anche per l’Irap è la stessa cosa – ha detto Favero – Irap, cioè Imposta Regionale sulle attività produttive. Eppure va in buona parte allo Stato. E per l’Imu è la stessa cosa».
Favero: il gettito Imu resti nel territorio!
«Si chiama Imposta municipale unica – attacca Favero – pensate che il gettito vada al vostro Comune? Nossignore: il cinquanta per cento di quello che paghiamo va a un fondo perequativo nazionale, che aiuta i Comuni in difficoltà e quelli in dissesto. E in Veneto, comuni in dissesto non ce ne sono! Quindi la mia proposta – ha detto Favero – è che anche quel cinquanta per cento che va al fondo perequativo resti nel territorio che ha prodotto quel gettito».
La proposta di legge di Indipendenza Veneta
La proposta di legge di Indipendenza Veneta punta a ribaltare questo sistema, consentendo ai Comuni del Veneto di trattenere l’intero gettito Imu versato dai contribuenti per sostenere le imprese messe in ginocchio dal caro bollette.
La richiesta si fonda sulle calamità naturali e non che hanno colpito il Veneto in pochi anni: si comincia con Vaia, la tempesta che – ricorda Indipendenza Veneta – ha causato «danni stimati per almeno 1 miliardo di euro e che avranno ripercussioni per
decenni».
Le calamità hanno colpito particolarmente il Veneto
La seconda “calamità” è «il fallimento delle Banche Venete ( per le quali Indipendenza Veneta aveva fornito dati precisi sulle cause e sulla regia di quanto stava avvenendo, facendo delle proposte per risolvere una tragedia quasi annunciata, prima di arrivare al risultato attuale che tutti conosciamo) che ha privato la comunità Veneta dei due più importanti istituti di credito locali e di fatto, condannato molte piccole imprese alla chiusura».
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La terza calamità è naturalmente l’epidemia Covid, che – sottolinea Indipendenza Veneta – «ha colpito tutto il territorio nazionale certamente, ma non quanto il Veneto, tenendo conto che il settore più danneggiato è stato il turismo e questa voce di bilancio incide in Veneto per ben 18 miliardi di euro, ovvero di gran lunga la prima regione della penisola italiana e una delle primissime in Europa».
La strage di piccole e medie imprese
Ora la quarta calamità, cioè l’aumento senza freni del prezzo dell’energia, dal petrolio al metano all’energia elettrica, «rischia di fare una strage di piccole e medie imprese, principale risorsa economica della comunità veneta» denuncia Indipendenza Veneta.
Tutte le entrate Imu restino nel Comune
Per evitare la strage di imprese venete, il movimento indipendentista chiede ai Comuni veneti di approvare un Ordine del giorno che invita il governo a varare “con urgenza” una legge di tre soli articoli, con i quali si dispone che “tutte le entrate tributarie derivanti dalla imposta comunale denominata I.M.U. che attualmente viene destinata al fondo di perequazione, resti interamente nelle casse del comune ove tale imposta viene prelevata”.
Il gettito Imu sarà gestito dalla Giunta comunale per “dare un contributo a tutte le realtà comunali in gravi difficoltà finanziarie che non riescono ad onorare i pagamenti delle forniture di energia elettrica“.
Due miliardi subito dalla Cassa Depositi e Prestiti
L’ultimo articolo dispone che la Regione Veneto consideri il rincaro dei prezzi dell’energia “alla stregua di una calamità naturale con effetti catastrofici” e pertanto si attivi per garantire ai Comuni veneti “un finanziamento da Cassa depositi e prestiti, pari ad euro due miliardi a tasso zero”, che verrà rimborsato grazie al gettito Imu trattenuto dai Comuni stessi.