2 Aprile 2025
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Brugnaro, che gaffe: il sindaco di Venezia “regala” Marco Polo alla Croazia

Davvero un pessimo modo, per il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, di inaugurare il nutrito programma di manifestazioni in calendario nel 2024 per il settecentesimo anniversario della morte di Marco Polo, avvenuta nel 1324.

“Non è chiaro di dove sia Marco Polo”

Durante l’apertura dell’anno “marcopoliano”, quindi parlando in sede ufficiale, il sindaco di Venezia ha spiegato che “non è chiaro di dove sia Marco Polo“. “Io ci vado spesso in barca a Korcula (pronuncia còrciula, Brugnaro ha usato il nome croato dell’isola dalmata di Curzola), c’è una casa che definiscono la sua casa di nascita” . E ha persino scherzato sul fatto che lui, Brugnaro, essendo nato a Spinea, viene considerato un campagnolo dai veneziani, “figuratevi Marco Polo che veniva da Korcula…“.

L’Unione degli Istriani: “Orrore a Venezia”

Ma c’è poco da scherzare. Le parole del sindaco di Venezia hanno giustamente provocato l’indignazione dell’Unione degli Istriani, che in un post denuncia “l’orrore a Venezia”.

La gaffe del sindaco è un danno serio

Le gaffe del sindaco, in materia di storia di Venezia e della Serenissima, godono ormai di una vasta letteratura. Ma la gaffe su Marco Polo non è soltanto una gaffe. E’ un danno serio all’immagine di Venezia nel mondo.

Il Comune, che si costituì parte civile per chiedere ai Serenissimi di risarcire il presunto (e in realtà inesistente) danno d’immagine arrecato alla città con l’impresa del Campanile, che invece suscitò simpatie dappertutto, dovrebbe adesso chiedere i danni al proprio sindaco e ne avrebbe motivo assai più solido.

Venezia. Sotoportego e corte del milion

Marco Polo nacque a Venezia

Marco Polo, infatti, che nacque certamente a Venezia  nelle case e fontego dei Polo presso la corte non a caso detta “del Milion“,  è una figura famosissima, amata e rispettata nel mondo e particolarmente in India e in Cina, dove i testi scolastici dedicano al veneziano uno spazio e un’importanza inimmaginabile nelle scuole italiane.

Quella di Marco Polo è una figura che ha contribuito a creare la fama e il mito della Serenissima come grande potenza culturale e commerciale. Anche grazie a Marco Polo, il Leone di San Marco e Venezia godono di favore, notorietà e prestigio in Paesi lontani, estranei e spesso nemici dell’Occidente.

Marko Polo croato, bufala ottocentesca

Che Marco Polo fosse croato, è una bufala ottocentesca, come ha ricostruito Alessandro Marzo Magno. Ma da parecchi anni è in atto, da parte della Croazia, una aggressiva campagna di “marketing” tendente ad “appropriarsi” della celeberrima figura del viaggiatore veneziano, che viene ribattezzato “Marko Polo“. A questa bufala, a Curzola hanno persino dedicato un museo, nella dichiarata “casa natale” del personaggio, che però risale a un secolo dopo la morte di Marco.

La nave traghetto Marko Polo della Jadrolinija croata (foto di Roberta F., licenza CC). Anche questo è marketing…

Sulla porta della casa, c’è persino una statua di Marko Polo, dagli accentuati e spigolosi tratti slavi. Dal punto di vista storico, la nascita di Marco Polo a Curzola è totalmente inventata, come riconosciuto dagli storici, anche croati. Ma sottovoce, perché il furto culturale di Marko Polo è molto redditizio ai fini del turismo.

Tradizioni inventate a fini di marketing

E così, nel completo disinteresse dello Stato italiano e anche dello stesso Comune di Venezia, il “furto culturale immateriale” perpetrato dalla Croazia prosegue quasi indisturbato, coinvolge impunemente migliaia e migliaia di visitatori ogni anno e diventa persino argomento per studi universitari sull’uso di “tradizioni inventate” a fini di marketing turistico.

La Croazia in Cina e l’Italia se ne frega

Nel 2011, nella città cinese di Yangzou, è stato inaugurato il Museo Marco Polo. All’inaugurazione, era presente Stjepan Mesic, allora presidente della Croazia, il quale ha pubblicamente affermato, nel suo discorso ufficiale, le origini dalmate e croate di Marko Polo. A parte un articolo del Corriere della Sera, a firma di Gian Antonio Stella, dall’Italia non si è levata alcuna voce ufficiale di protesta: dopotutto, il furto culturale è ai danni della Serenissima, quindi l’Italia se ne frega.

Marco Polo, la copia del testamento che Venezia ha donato al Museo Marco Polo di Hangzou, Cina

E se ne frega anche Venezia, che ha buttato centinaia di migliaia di euro per riavere una statua di Napoleone – che tra gli innumerevoli sfregi a Venezia fece anche disperdere i resti di Marco Polo che era sepolto nella chiesa di San Lorenzo – ma tra i suoi cento monumenti non ne ha uno dedicato a Marco Polo.

Venezia, per Marco Polo niente museo

Un Museo Marco Polo c’è in Cina, ma non a Venezia. La sua città, tra i suoi cento musei, non pensa a proporne, magari dalle parti della corte del Milion, uno che raccolga i documenti di Marco Polo e in particolare il suo testamento originale (prova indiscutibile del suo viaggio in Cina e della modernità del suo pensiero: lasciò tutto alle figlie, liberò lo schiavo tartaro…) e di altri viaggiatori e mercanti veneziani, che esponga racconti testimonianze e descrizioni dei viaggi tra Venezia l’India e la Cina, magari il meraviglioso Mappamondo di fra’ Mauro, unico al mondo e debitore verso Marco Polo di moltissime delle preziose didascalie che illustrano i luoghi, e poi l’organizzazione delle carovane e delle mude che servivano i traffici con l’Oriente.

Mappamondo di fra Mauro

In quel museo al Milion potrebbero trovare casa e unità narrativa anche le testimonianze dei navigatori veneziani che raggiunsero l’America prima di Colombo, che descrissero la Groenlandia e l’Islanda nei particolari, che importarono il baccalà dalle Isole Lofoten… Sarebbe un museo spettacolare, che nessuna altra città potrebbe eguagliare e che darebbe la misura della caratura globale della Serenissima.

Un regalo per la Croazia

Le parole in pubblico del sindaco di Venezia, oltre che un contributo alla diffusione dell‘ignoranza della nostra storia, sono un regalo inaspettato per la Croazia, che non mancherà di utilizzarle come prova della veridicità della nascita di Marko Polo a Korcula. Sono un aiuto concreto, un assist al furto culturale di un patrimonio veneziano.

E poco conta, purtroppo, la considerazione, fatta anche da Brugnaro, che Korcula, ai tempi di Marco Polo, era veneziana, faceva parte della Serenissima. Perché di questo non piccolo particolare, la Croazia nella sua propaganda markopoliana si dimentica spesso e volentieri, facendo di Marko un eroe nazionale croato.

Grazie, sindaco! Anzi: hvala, in croato!

 

 

 

 

 

 

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