Certe scuole d’Italia tolgono il Crocefisso dalle aule, cancellano il Santo Natale e perfino i panini col prosciutto “per rispetto alle famiglie islamiche”. Manca poco che la dittatura del politicamente corretto ci rubi anche Dante Alighieri, che naturalmente nella Divina Commedia ficca Maometto all’inferno.
Mangiamo la Mezzaluna turca
E dunque ecco la storia politicamente scorretta del croissant, il dolce che molti di noi ordinano, al bancone di un bar, la mattina, insieme al caffé. Senza sapere, probabilmente, che quella che ci mangiamo è la Mezzaluna turca, e il nostro gesto irriverente celebra la vittoria dell’Europa cristiana sulle mura di Vienna contro l’Impero Ottomano.

Croissant, non brioche
La storia del croissant. Perché, anzitutto, si chiama croissant, da pronunciarsi alla francese: cruassàn. Potremmo pure battezzarlo “cornetto” o “kipferl” che sono originariamente la stessa cosa, al netto delle varianti regionali di cui l’Italia e l’Europa sono ricche e che hanno progressivamente differenziato le ricette.

La brioche, invece, è tutta un’altra cosa: come sa bene chi ha girato la Francia, ma anche la Sicilia, la brioche è un dolce tondo, con una bolla di crema nel cuore. Comunque, niente a che fare col croissant, col quale viene spesso confuso.
L’assedio ottomano di Vienna
Era il 12 settembre 1683: la capitale degli imperatori d’Asburgo, Vienna, era cinta d’assedio dal gigantesco esercito dell’Impero Ottomano, deciso a far cadere la città per poi dilagare in tutta Europa. L’assalto islamico all’Europa, che la Serenissima aveva saputo fermare sul mare, non solo nella famosissima battaglia di Lepanto, ma in secoli di scontri navali, veniva ora portato via terra.
Frate Marco d’Aviano
Duecentomila soldati circondavano Vienna, innalzando il vessillo della Mezzaluna. Sulle mura di Vienna, ormai sul punto di cedere sotto l’offensiva ottomana, un frate veneto alza il Crocifisso e incita i difensori a uscire, a contrattaccare, benché l’inferiorità numerica dei cristiani sia evidente.

E’ frate Marco d’Aviano, suddito della Serenissima. Le sue parole ispirate accendono il cuore di migliaia di eroi e fanno il miracolo. I Turchi subiscono davanti a Vienna una storica disfatta, gemella di quella subìta cent’anni prima a Lepanto.
Il dolce a mezzaluna
Per celebrare la grande vittoria, a Vienna i fornai inventano un nuovo dolce. Un dolce irriverente. Partono dal Kipferl, un semplice dolce di pasta arrotolata, una specie di cannolo, e lo curvano a forma di mezzaluna, per evocare la bandiera dell’esercito ottomano sconfitto. Il dolce a mezzaluna ha immediatamente un successo strepitoso in tutto l’Impero austro-ungarico.
Mangiarsi la Mezzaluna
Mangiarsi la Mezzaluna – il simbolo della potenza ottomana sconfitta – è un gesto politico, è celebrare il trionfo dell’Europa contro i Turchi. Diventa una moda: si mangiano la Mezzaluna i i soldati vittoriosi, se la mangiano i borghesi, se la mangia l’Imperatore con gli ufficiali vittoriosi della cavalleria polacca. Se la mangia, probabilmente, anche quel frate veneto, Marco d’Aviano, che verrà sepolto a Vienna, nella chiesa dei Cappuccini, accanto agli Imperatori d’Asburgo: tale fu l’importanza di quella vittoria.
La Mezzaluna sbarca a Parigi
Il successo del dolce a Mezzaluna oltrepassa i confini dell’Impero d’Asburgo e trova a Parigi una nuova patria e anche – nel tempo – una ricetta in stile francese, più “dolce”, più burrosa e “sfogliata”, più croccante e meno soffice del Kipferl austriaco, fratello del “cornetto”. Ma la forma, è sempre quella, e il significato anche.
La Pasticceria Viennese
La parola “croissant“, in francese, vuol dire “crescente”. Mentre “crescent” significa precisamente “mezzaluna“: la luna crescente. Quella mezzaluna: tant’è vero che il “crescent” è il cavallo di battaglia della famosa Boulangerie Viennoise (Pasticceria Viennese) aperta a Parigi proprio da un ex ufficiale austriaco. La Mezzaluna-dolce è proprio la Mezzaluna turca atterrata dall’esercito cristiano davanti alle mura di Vienna.

Quando addentate un croissant, sappiatelo: non è un gesto politicamente corretto. E per questo è ancora più buono. Ma vi prego, non ditelo a certi intellettuali, che sennò ci tolgono anche i croissant, come i Natali, i Crocifissi e la Divina Commedia.
Alvise Fontanella