Nelle regioni ucraine del Donbass si è appena concluso un referendum truffa. “L’annessione del Donbass alla Russia è illegale” tuona l’Unione Europea, tuona Francia, Germania e Italia, tuonano gli Stati Uniti. “Mai riconosceremo questa annessione”.
98 per cento di sì, la prova della truffa
Che quello nel Donbass sia un referendum truffa, lo provano, secondo le dichiarazioni dei leader europei, non solo le modalità con cui si è svolto, con voto palese ed elettori spinti ad andare alle urne con le buone o con le cattive, ma soprattutto il risultato: non è possibile che in una libera votazione il 98 per cento dei votanti si trovi sulle stesse posizioni, favorevoli all’annessione.
Siamo d’accordo, il referendum per l’annessione del Donbass alla santa madre Russia, e anche quello di otto anni fa per l’annessione della Crimea, è un referendum truffa.
Referendum veneto, stesse modalità
Ma perché allora il referendum che si tenne nel Veneto nell’ottobre 1866, con le stesse identiche modalità di quello svoltosi in questi giorni nel Donbass, è considerato regolare e addirittura sacro ed immodificabile, come se le presenti generazioni di Veneti non avessero gli stessi diritti dei loro avi di decidere del propro destino?
Le analogie tra il referendum nel Donbass per l’annessione alla Russia e quello che si tenne in Veneto per l’annessione all’Italia sono impressionanti.
Voto sotto occupazione militare
Anche nel Veneto il referendum si svolse in stato di occupazione militare, con l’esercito sabaudo che controllava già militarmente il territorio. Anzi ancora peggio, neppure la forma in Veneto fu salva, perché a differenza del Donbass, che viene formalmente annesso alla Federazione Russa soltanto a scrutinio concluso, la cessione del Veneto al Regno d’Italia fu siglata uffcialmente prima ancora che il referendum si celebrasse.
Veneto come il Donbass: voto palese
Anche nel Veneto il voto era palese, i votanti dichiaravano le proprie generalità e deponevano pubblicamente il proprio voto in urne diverse, una per il sì e l’altra per il no.
Anche nel Veneto chi ebbe il coraggio di votare no, e di invitare a votare no, andò incontro a persecuzioni politiche, i parroci favorevoli al no furono zittiti e rinchiusi, e molti contrari dovettero esiliarsi.
La percentuale impossibile: 99 per cento
Ma soprattutto, anche nel Veneto la percentuale dei voti favorevoli all’annessione fu tale da provare, da sola, che si trattò di una truffa. Nel Donbass i favorevoli all’annessione sono stati il 98 per cento? Ebbene in Veneto superarono il 99 per cento.
Se è truffa il referendum nel Donbass, a maggior ragione fu truffa il referendum di annessione del Veneto all’Italia.
La propaganda italiana e i libri di Beggiato
Eppure gli storici di regime, i libri scolastici, gli intellettuali militanti, si guardano bene dall’ammetterlo. Per loro l’immonda propaganda sabauda e italiana è tuttora in onda: un popolo festante e unanime votò in massa, cantando inni di gioia, l’annessione gloriosa del Veneto all’Italia, solennizzata in lapidi a Palazzo Ducale di Venezia, in tutti i capoluighi veneti e financo in Parlamento.
Se non avessimo la fortuna di avere gente come Ettore Beggiato, che nei suoi libri ha smascherato la verità del referendum-truffa veneto, oggi la stessa locuzione “referendum-truffa”, ci sarebbe del tutto ignota.
Il caso Ucraina: Donbass e Crimea parlano russo
Il fatto di aver subìto un’aggressione, di essere stati invasi e massacrati da un dittatore come Putin che non rispetta nemmeno l’etica minima della guerra, non dà all’Ucraina di Zelensky e neppure all’Occidente e alla Nato il monopolio delle buone ragioni.
L’Ucraina ha il diritto di difendersi e l’Europa ha il diritto di sostenerla anche militarmente. Ma vogliamo cominciare a dire che Donbass e Crimea sono regioni nelle quali si parla russo e la presenza di popoli russi è ampia o maggioritaria?
Vogliamo cominciare a dire a Zelensky che…?
Vogliamo cominciare a dire a Zelensky che non può proibire la lingua russa, la cultura e i libri russi in quelle regioni abitate anche, e nel caso della Crimea soprattutto, da popolazioni russe?
Vogliamo cominciare a dirgli che serve un referendum non-truffa, che il Donbass e la Crimea hanno il diritto di decidere del loro destino, con un referendum di autodeterminazione che si svolga con voto libero e segreto, sotto il controllo internazionale?
L’Europa imponga il diritto di autodeterminazione
Perché dobbiamo rischiare una guerra mondiale nucleare quando per evitarla basterebbe che l’Europa e l’Occidente invocassero uno dei famosi “valori” europei, il valore fondamentale di ogni democrazia, e cioè il diritto di autodeterminazione dei popoli?
Perché l’Europa non invoca, non impone questo diritto, a Zelensky come a Putin?
Perché l’Europa non lo fa
Non lo fa perché se l’Europa invocasse il diritto di autodeterminazione per il Donbass e per la Crimea, come potrebbe poi negarlo alla Scozia, alla Catalogna, al Veneto, alla Sardegna, ai Paesi Baschi, all’Irlanda del nord?
Sarebbe un disastro, no? ne verrebbe fuori l’Europa dei popoli, l’Europa sognata dai grandi federalisti, il superamento degli Stati cosiddetti nazionali, vecchio arnese che già nel secolo scorso pagammo troppo caro.
No, questo non deve accadere. Meglio una guerra nucleare, piuttosto che affermare il diritto di autodeterminazione dei popoli e rinunciare all’Ucraina, all’Italia, alla Spagna, une e indivisibili, a qualsiasi costo…