13 Aprile 2025
No menu items!
HomePianeta TerraFederalismo delle origini e Vannacci in Lega: non si può essere insieme...

Federalismo delle origini e Vannacci in Lega: non si può essere insieme sovranisti e autonomisti

Il Congresso della Lega ha rieletto Salvini, avallando quindi la linea politica del segretario che in pochi anni ha fatto della Lega un partito nazionale italiano, sovranista e nazionalista di destra, amico ed alleato di tutte le destre europee, e nemico dell’integrazione europea.

Alberto Stefani, segretario della Liga Veneta (foto Finalfantasy8, lic. CC)

La custodia dell’anima vera, originaria, federalista, della Lega, è ormai affidata al Veneto di Luca Zaia, alla Liga Veneta di Alberto Stefani e al Friuli di Massimiliano Fedriga. Che nel Consiglio federale contano appena 5 membri su 22 , ma contano sul patto non scritto, sull’interesse di Salvini e del partito, di mantenere il legame con l’elettorato vero della Lega, con gli ideali e i territori che fondarono il movimento e che tuttora ne costituiscono la forza elettorale.

La mozione della Liga Veneta

Espressione di questo patto è l’approvazione unanime, da parte del Congresso, della mozione presentata da Alberto Stefani, segretario della Liga Veneta, che afferma la centralità dei valori identitari, del territorio, dell’autonomia. E anche la libertà mostrata da Luca Zaia, la sua durezza nel richiedere a Salvini di gettare sul piatto dell’alleanza di governo tutto il peso della Lega per ottenere “una vera autonomia”.

Ma fa parte di questo patto, sull’altro piatto della bilancia, anche la tessera di militante che Salvini ha consegnato al generale Roberto Vannacci. Operazione che sancisce, probabilmente, la fine del tentativo del generale di fondare un proprio movimento politico.

In pellegrinaggio da Bossi

Prima di fare questo passo, come a coprirsi le spalle, Salvini è andato in pellegrinaggio a casa Bossi. Un gesto simbolico, per rappresentare una continuità tra la Lega di Bossi e la Lega di Salvini, proprio quando quest’ultima rappresenta posizioni sempre più distanti dalla Lega delle origini.

Umberto Bossi a Pontida nel 1990

Il federalismo moderno è il pensiero della Lega. Il federalismo europeista è il pensiero della Lega”. Così scriveva Umberto Bossi, negli anni in cui la Lega nasceva.

Vannacci autonomista??

Mostrando ai delegati la tessera nuova di zecca della Lega, Vannacci sapeva di dover dire qualcosa di autonomista. Richiesto di come si possa conciliare autonomia e sovranismo nazionale, il generale Vannacci ha risposto così: “Bisogna essere autonomisti in Italia e sovranisti in Europa, altrimenti la Ue ci mangia come Gargantua“. Applausi dal Congresso.

A parte il riferimento al famelico gigante dei romanzi di Rabelais, non siamo certi che gli astanti abbiano avuto il tempo di riflettere, prima di applaudire.

Il vero corpo estraneo

Non si può essere autonomisti in Italia se si è sovranisti in Europa. E la contraddizione, da tempo, non è solo di Vannacci, ma è della Lega di Salvini, nella quale il corpo estraneo rischia ormai di essere non il generale, ma la Lega federalista delle origini, e le persone che in quei valori credono.

Un partito che lotti, come vuole Zaia, per vere autonomie regionali in Italia, non può che essere federalista in Europa. Può certamente voler riformare radicalmente l’attuale, burocratizzata Unione Europea, ma solo per sostituirla con istituzioni europee più forti e dirette, con il sogno sognato a Ventotene, gli Stati Uniti d’Europa, la Federazione Europea. Un vero Parlamento europeo sovrano nelle materie di competenza: moneta europea, difesa europea, politica estera europea, che se il Vecchio Continente vuole avere di nuovo un peso nel mondo, è l’ora di togliere dalle mani degli Stati nazionali.

Gli Stati nazionali hanno fatto il loro tempo

Gli Stati nazionali hanno fatto il loro tempo, quel nazionalismo ha già fatto danni immensi all’Europa nel secolo scorso, e ne sta facendo tuttora: quando vediamo Macron o Meloni bussare alla Casa Bianca, sappiamo che non può essere un dialogo tra pari.

Quando vediamo Trump insultare l’Unione Europea, sappiamo che può fare il bullo solo perché noi, a quello che è il mercato più ricco e importante del mondo, più degli Usa, abbiamo dato una Unione politica a metà, debole, frammentata, perennemente smentita e calpestata dai governi degli Stati nazionali.

Federalisti, non sovranisti

Un partito autonomista, e ancor più se federalista o indipendentista, nell’Italia, come nella Spagna o nella Gran Bretagna, non può essere sovranista in Europa. Non può volere il rafforzamento e la prevalenza degli Stati nazionali, la restituzione di poteri da Bruxelles a Roma, l’indebolimento dell’Unione Europea.

Un partito autonomista in Italia deve necessariamente essere federalista in Europa, esattamente come scriveva Umberto Bossi in tempi non sospetti. Non può non volere un futuro in cui gli Stati nazionali, troppo piccoli per contare nel mondo e troppo grandi per ben governare la diversità dei loro popoli e territori, cedano finalmente da una parte poteri all’Europa e dall’altra alle Regioni, ai territori.

Il senso del federalismo

Non può, quel partito federalista che fu la Lega delle origini, non volere un’Europa in cui Veneto, Scozia, Catalogna e tante altre Nazioni senza Stato, o a cui lo Stato fu rubato, siedano, libere di autogovernare i propri territori ciascuna secondo le sue tradizioni, nel Parlamento della Federazione Europea.

La verità, generale Vannacci, e segretario Salvini, è che se sei sovranista in Europa, lo sei anche in Italia, perché puntelli, perpetui e sacralizzi quello Stato nazionale, che è il primo e maggiore ostacolo sia alla costruzione di una Federazione Europea, sia a qualsiasi riforma dell’Italia in senso federale, dalla Confederazione di macroregioni teorizzata da Gianfranco Miglio, all’indipendenza di nazioni storiche come quella del popolo veneto, fino alla semplice, minimale cessione di reali poteri alle autonomie regionali: la briciola di federalismo che, persino quella, ci viene negata.

 

Alvise Fontanella

 

 

- Advertisment -

I PIU' POPOLARI