Festa dei Veneti a Cittadella, promossa da Raixe Venete, è una pietra miliare del recupero dell’identità, della storia venete. E voglio riproporre, in questo inizio di settembre, il memorabile intervento che Ettore Beggiato ha pronunciato il 7 settembre 2016 a Cittadella, alla Festa dei Veneti.
Sotto attacco della stampa e degli storici “italiofili” era la storia vera del plebiscito truffa, il libro di Beggiato che ha cambiato la percezione dell’annessione della Venezia al Regno d’Italia.
Annessione del Veneto, Risorgimento & balle
Prima della ricerca storica di Beggiato, l’annessione del Veneto era universalmente considerata un glorioso episodio del Risorgimento, in cui i Veneti festanti avrebbero, praticamente all’unanimità, scelto l’Italia unita in un tripudio di bandierine tricolori e di consenso popolare.
Dopo il documentato lavoro di Beggiato, ci è stato svelato che tutto quello che ci avevano insegnato a scuola sull’annessione del Veneto all’Italia era una balla, una menzogna messa in giro dalla propaganda sabauda e mantenuta ancora in auge dalla Repubblica italiana, ben 150 anni dopo.
Abbiamo conosciuto la realtà
Abbiamo conosciuto la realtà di una Venezia (intesa come territorio, non solo come città) che nel 1848-49 aveva combattuto gli austriaci non per unirsi all’Italia ma per ritornare alla propria secolare indipendenza, e che nel 1866 combatté per terra e per mare, a Custoza e a Lissa, per i colori dell’Austria e contro l’Italia, e lo fece con tale convinzione da meritarsi numerose imperiali medaglie al valor militare.
Abbiamo conosciuto la truffa di una cessione del Veneto ai Savoia che avvenne prima del voto popolare che avrebbe dovuto costituirne la condizione sine qua non. I Veneti andarono a votare a cose già fatte…
L’Austria, almeno, riconosceva il popolo veneto
Abbiamo conosciuto che l’Austria, almeno, riconosceva l’esistenza del popolo veneto come soggetto di diritti, mentre l’Italia lo negò allora e spesso lo nega ancor oggi, affermando l’evidente bugia che esista soltanto il popolo italiano.
Lo nega combattendo la lingua veneta, riducendo la storia di grande potenza europea della Serenissima a piccole vicende italiane di repubblichette marinare, negando ogni autonomia al Veneto.
Emigrazione di massa
Solo grazie all’impegno di associazioni come Raixe Venete e di pochi studiosi e politici come Beggiato, abbiamo imparato che fino all’annessione truffaldina del Veneto all’Italia, i veneti non conoscevano l’emigrazione.
Solo grazie a loro abbiamo imparato che in Veneto l’emigrazione è esplosa di colpo con l’unità e per causa dell’unità d’Italia, per la fame, la povertà sopraggiunte, le tasse esagerate imposte dai Savoia per ripagare le spese della loro conquista dell’Italia, costringendo metà dei veneti ad andarsene. L’emigrazione di massa dei Veneti dal Veneto è cominciata con l’arrivo degli italiani.
Eppure il recupero della verità storica non è stato facile, per le resistenze di storici italiani e anche per le resistenze di molti veneti, restii ad abbandonare le false verità che erano state loro insegnate fin da ragazzi, e forse restii – gli storici – ad abbandonare il confortevole pacchetto di fanfaluche risorgimentali accettate dal regime, che avevano loro assicurato una carriera nel segno del politicamente e italianamente corretto.
Nuovi Veneti consapevoli
Le parole di Beggiato alla Festa dei Veneti sono un piccolo gioiello, uno tsunami di verità al quale i veneti – anche quelli che allora non le poterono ascoltare – debbono una nuova consapevolezza di sè come popolo, che lentamente si afferma e che nel tempo non mancherà di dare i suoi frutti.