Se oggi le terre di San Marco possono conservare quel capolavoro urbanistico e militare della Serenissima che è Palmanova, lo devono ad una persona. A don Giuseppe Merlino, piovan di Palmanova per tanti anni e soprattutto negli anni difficili della Seconda Guerra mondiale.
I nazisti vogliono far saltare la città
Erano gli ultimi, pericolosi giorni guerra. Palmanova era occupata dai nazisti, ma stavano arrivando gli americani e la guerriglia partigiana premeva. Il comando nazista voleva, prima di ritirarsi, far saltare la città, le cui caserme erano piene di munizioni.
Se i nazisti avessero messo in atto questo proposito, oggi di Palmanova resterebbe ben poco, e soprattutto la città a stella non sarebbe più leggibile nella sua forma urbanistica perfetta, capolavoro del friulano Giulio Savorgnan, che ne fa una delle “città ideali” e una della fortificazioni militari più originali e meglio conservate d’Europa.
La resistenza di don Merlino
Ma a Palmanova i nazisti trovarono la resistenza di don Giuseppe Merlino, piovan cioè parroco della città. Nella tremenda notte tra il 24 e il 25 aprile 1944, mentre gli abitanti scappavano dalla città che i tedeschi volevano far saltare, monsignor Merlino trattò con il comando tedesco per difendere la sua amata Palmanova, gioiello della Serenissima
Non sappiamo, naturalmente, nei dettagli, quali furono gli argomenti usati da monsignor Merlino per convincere il comando nazista a risparmiare la città unica, caposaldo della Serenissima.
Fate saltare me, non la città
Quello che si sa, è che don Merlino mise la propria vita sul piatto: uccidete me ma non fate saltare la città.
Chissà se don Merlino, in quella notte di trattative disperate con i tedeschi, mentre già in lontananza si udivano i cannoni americani, poté contare anche sul cuore degli ufficiali tedeschi. Dopotutto, Parigi venne risparmiata proprio per decisione di un generale tedesco, Dietrich von Choltitz, che disobbedì all’ordine di distruggere la città impartitogli da Hitler in persona.
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Forse anche nei comandi che ebbero responsabilità su Palmanova vi erano ufficiali tedeschi in grado di apprezzare la bellezza, l’unicità di Palmanova, monumento militare della Serenissima. E forse don Merlino, che amava profondamente Palmanova, seppe trovare le parole giuste, le parole che convinsero i nazisti a risparmiare la città.
Via tuti e svelti che i fa saltar Palma!
Don Tarcisio Bordignon, collaboratore di monsignor Merlino, e nativo di Palmanova, ha rilasciato a Fogolar Civic una testimonianza commovente di quei giorni a Palmanova. Eccone un passo, nel testo originale in “veneto palmarino“, dal sito di Fogolar Civic.
“Via, via tuti e svelti, che i fa saltar Palma!” me ricordo che ‘ ga dito mio papà in quei giorni del ’45… E semo scampai ne le mine de Borgo Udine che se entrava atraverso el fossale. Me ricordo che tuti se scampava. Semo saltai fora de le mine quando che ‘ xe andai via tuti. E go sentio che el piovan ‘ se gaveva prexentà al comando todesco ofrendo la sua vita per salvar Palma: me ga restà impreso la grandesa e el coragio de quel omo e me son sentio orgolioxo de quel che ‘ gaveva fato che go anche capio la mision de eser prete”.
Il Fogolar Civic ricorda don Merlino
Proprio grazie a Fogolar Civic, al suo presidente Alberto Travain, e a don Tarcisio Bordignon, da alcuni anni l’eroica figura di monsignor Giuseppe Merlino, salvatore di Palmanova, è stata degnamente valorizzata, tanto che il nuovo ospedale di Palmanova è stato intitolato proprio a don Giuseppe Merlino, che a Palmanova è sepolto, secondo le sue volontà, nell’amata chiesa di San Francesco.
Il bocolo a don Merlino alla Colonna Marciana
E ogni anno a Udine, capitale del Friuli, il 25 aprile giorno di San Marco, il Fogolar Civic depone un bocolo di rosa rossa ai piedi della grande Colonna Marciana di Piazza Libertà, per ricordare don Merlino, il Leon di Palma, il prete che salvò la serenissima Palmanova dalla distruzione.