Il Belgio ha ufficialmente respinto, il 7 gennaio 2021, la richiesta di estradizione dell’ex ministro catalano Lluis Puig, avanzata dalla Corte Suprema spagnola.
L’ex ministro si trova esule in Belgio e contro di lui la Corte Suprema di Spagna ha emesso un mandato d’arresto europeo, che Madrid pretendeva fosse eseguito da Bruxelles.
Ma secondo la Corte d’Appello di Bruxelles, al cui parere il governo belga si è uniformato, il mandato d’arresto europeo emesso dalla Corte Suprema spagnola non è valido, perché la Corte Suprema non avrebbe, secondo i giudici di Bruxelles, alcuna autorità di processare direttamente le persone.
A rischio in Spagna la presunzione di innocenza
Inoltre la Corte d’Appello di Bruxelles avrebbe accolto le preoccupazioni, espresse dalla difesa di Lluis Puig, che la presunzione di innocenza di Puig sia a rischio in Spagna, dato l’atteggiamento finora sempre dimostrato dalla magistratura spagnola contro gli indipendentisti catalani, atteggiamento molto “allineato” alla volontà del governo di Madrid.
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La Spagna ha emesso analoghi mandati di arresto europei anche contro l’ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, e contro un altro ex ministro del governo catalano, Toni Comin. Su tutti e tre pendono, da parte della magistratura spagnola, accuse pesantissime. Puidgemont, Puig e Comin sono perseguitati dalla Spagna per aver proposto, fatto approvare e organizzato il referendum sull’indipendenza della Catalogna, svoltosi il 1 ottobre 2017 in un clima reso incandescente dalla reazione militare e autoritaria di Madrid.
Le accuse di Madrid: “sedizione” e “disobbedienza”
Il presidente Puidgemont e i ministri Puig e Comin sono accusati in Spagna di sedizione, disobbedienza e perfino di appropriazione indebita del denaro del governo. Tutti e tre vivono esuli a Bruxelles dal novembre del 2017. A differenza di Lluis Puig, però, Puidgemont e Comin, essendo eurodeputati, sono coperti dall’immunità parlamentare. Il Parlamento Europeo finora ha resistito, prendendo tempo in qualche modo, alle pressanti richieste spagnole di togliere l’immunità ai tre politici esuli, che la Spagna considera latitanti.
Per un pacifico referendum popolare, 13 anni di galera
I nove ministri del governo catalano che sono rimasti in territorio spagnolo sono la prova di ciò che aspetterebbe i tre esuli: tutti i loro colleghi rimasti in Spagna sono stati arrestati e processati per il reato tutto politico di “sedizione“. Sono in carcere dal 2019 e stanno scontando pene gravissime, dai 9 ai 13 anni di galera, solo per aver indetto un pacifico e democratico referendum popolare in cui il popolo catalano, nonostante la militarizzazione decisa da Madrid, si è recato ordinatamente ai seggi, e senza reagire alle violenze della polizia spagnola ha votato a larga maggioranza per l’indipendenza della Catalogna.
Puidgemont: “Si chiude la persecuzione giudiziaria”
L’ex presidente catalano Carles Puidgemont, che l’8 gennaio 2021 ha partecipato da Bruxelles, collegato in videoconferenza, ad una riunione del suo partito in vista delle elezioni catalane, ha salutato con soddisfazione la decisione del Belgio di respingere la richiesta di estradizione di Lluis Puig. “Questa vittoria chiude il capitolo della persecuzione giudiziaria spagnola. Ora sanno che non potranno ottenere l’estradizione – ha detto Puidgemont – e questa è la conferma della nostra strategia di opporci allo Stato spagnolo con realismo ma anche con grandi ambizioni”.