Da tempo ormai lo Stato da Tera è terreno di scontro. La gente della Lombardia Veneta e delle Terre Veronesi fedeli a San Marco cercano in ogni modo al grido di “Viva San Marco” di opporsi all’avanzare delle truppe napoleoniche . Una resistenza che purtroppo non arresterà l’avanzata del furfante corso verso la Capitale Veneta. Ha luogo il temuto passaggio di truppe anche nei territori polesani che si dirigono verso nord. Vediamo in breve come vivono le città il tramonto del Veneto Leone in Polesine in quei giorni di totale confusione emotiva.
Le ultime settimane del Veneto Leone a Rovigo
17-18 marzo 1797
Nel Rodigino si manifestano sembra, episodi isolati di violenza da parte di soldati francesi.
25 marzo 1797
Inoltre, saputo che alcune città avevano inviato rappresentanti a Venezia per manifestare la loro fedeltà alla Repubblica, anche Rovigo decide di adeguarsi e a questo proposito vengono inviati il conte Luigi Casalini, uno dei due regolatori, ed il nobile Pietro Salvadego.
28 marzo 1797
Il Senato Veneto decide di inviare in Polesine due compagnie di fanteria che già il primo aprile sono a Rovigo, rappresentando ben presto motivo di grande preoccupazione per il loro approvvigionamento.
LEGGI ANCHE 1395, così il Polesine divenne Serenissimo
“La sicurezza garantita dalla presenza delle truppe venete spinge comunque ad appariscenti manifestazioni di adesione al governo veneziano secondo il testimone oculare Locatelli numerosi Rodigini “di tutti li ceti cioè nobili, cittadini, mercanti e plebei hanno posta nel cappello la coccarda di due colori, cioè blu e color d’oro di S.Marco e con segno di fedelissima sudditanza nostro Principe Serenissimo, per distinguerla da Francesi che la portano di tre color celesta bianco e rosso”.
2 aprile 1797
Si assiste ad un’ulteriore dimostrazione di popolare di fedeltà alla Serenissima che prende avvio sul sagrato del Duomo al termine di una messa solenne a chiusura di un triduo di preghiere, un nutrito numero di persone inneggiante a San Marco. Condotto da sette rappresentanti della città che reggono altrettante bandiere, circonda il Podestà all’uscita della chiesa per riaccompagnarlo in corteo al Palazzo Pretorio, dove successivamente, nella camera delle udienze, verrà presentata ancora una volta una formale dichiarazione di fedeltà.
Il tramonto del Veneto Leone in Polesine: Metà aprile
“Sull’onda delle emozioni viene deciso di istituire un corpo militare volontario al cui comando viene proposto il capitano attendente” Agostino Casioli, capo della guardia del precedente Podestà, che si era dimostrato molto abile nel gestire i rapporti con i Francesi.
Tuttavia l’autorizzazione da Venezia, più volte sollecitata, non giungerà mai, mentre si accresce la truppa veneta la cui presenza costituisce per la città, come detto, un peso economico rilevante al punto che i regolatori s’augurano che non aumenti il numero dei soldati che prendono ad essere alloggiati presso il monastero di San Bartolomeo.
24 aprile 1797
Arrivo imprevisto dei Francesi provenienti da Ferrara diretti a Padova fa temere che anche Rovigo sia giunto il momento della capitolazione. Ma ancora una volta le truppe sono solo di passaggio ed il giorno seguente si avviano pacificamente alla volta di Monselice senza aver avuto alcun contatto con le milizie venete, tenute per prudenza appartate. Questa circostanza fa ritenere in città che siano in corso trattative di pace, delle quali si temono tuttavia le condizioni che si suppongono molto gravose.
28 aprile 1797
La situazione precipita. Si percepisce il susseguirsi e l’accavallarsi di notizie che si fanno sempre più in quietanti nel corso della stessa giornata. Il giorno successivo comunque, a differenza di quanto accaduto a Padova nella quale viene immediatamente proclamata la Municipalità Provvisoria, in città non sembra accadere nulla.
Fine aprile 1797
Nei giorni seguenti, nei quali nonostante tutto nulla sembra accadere.
6 maggio 1797
I regolatori inviano un’unica lettera, a Venezia che sarà poi l’ultima.
11 maggio 1797
Durante la notte, giunge a Rovigo il generale Giovanni Rusca che prende possesso della città. “Subito arrivato mandò a chiamare a sé il N.H. Niccolò Venier ora nostro Podestà e Capitano e gli diede l’arresto libero con libertà di scegliersi o Padova o di rimaner qui a Rovigo, ma con proibizione di non andar a Venezia. Esso scelse di stare in libertà qui in Rovigo e andò ad alloggiare a casa del signor conte Giovanni Angeli”.
Il tramonto del Veneto Leone ad Adria
Ecco, invece, come viene raccontato il tramonto del Veneto Leone nella città di Adria dal Nobile F.G. Bocchi.
31 marzo 1797
“In questa mattina l’Emo nostro Rappresentante (il Podestà) ci regalò a noi Francesco Girolamo Bocchi Governator e Lucantonio Grotto Sindico Deputati di questa Città una Coccarda Nazionale. Collo stesso Rappresentante abbiamo fatto un passeggio per Adria, colla Coccarda in Cappello, e perciò tutti o quasi tutti presero In Coccarda”
2 aprile
“Abbiamo fatto Consiglio Generale. Siamo stati eletti noi due Deputati per portarsi a Venezia e rinnovare il voto di sudditanza”.
6 aprile
“In questa mattina in Venezia con la Colleganza del Nob. Lucantonio Grotto nell’Ece.mo Pien Collegio, come Governatore Deputato ho pronunciato un ‘Orazione a nome della Città di Adria, e abbiamo giurato sull’Evangelo d’essere Fedeli al S.mo nostro Prencipe. Lo stesso Prencipe ci rispose molto compitamente e con molta Bontà e clemenza”.
25 aprile 1797
In questa mattina nella solita Processione di S. Marco la Città fece portare una sua Bandiera con l’Insegna Marchesca. Terminata la Processione, fu esposta in chiesa questa Bandiera, e fù attaccata al di sopra del Capitelo della colonna in faccia al Pulpito. V’è in detta Bandiera il Motto seguente “Sub umbra alarum Tuarum protege nos”.
30 aprile 1797
Niccolò Badoer podestà di Adria riceve una lettera dal cugino Niccolò Venier podestà di Rovigo in cui scriveva: Sono nella medesima incertezza che voi. Le voci universali vogliono le truppe francesi non lontane di qui. Non ho istruzioni, ma sono deciso, non partirò da Rovigo se non cacciato a forza. Voi fate ciò che meglio credete.
1 maggio 1797
Furono levate quasi tutte le Coccarde di S. Marco Sull’ora di Mezzogiorno fu levata la Bandiera suddetta
11 maggio 1797
“In oggi il Nunzio si spedì un espresso con Lettera che ci significa che la Consulta rappresentativa con Governo provvisorio in Venezia nel giorno 9 corrente decreta la Democrazia”.
12 maggio 1797
“In una nostra Conferenza assemblea destinarono Nob. Sig. Co. Giulio Lupati Machiavelli Ciambellano e Marchese Ippolito Tassoni provveditori per portarsi a Rovigo a complimentare a nome della Città il Generale Francese Rusca”.
13 maggio 1797
“In oggi è arrivato in Adria il Generale di Brigata G.B Rusca, conquistò questa Città per la Repubblica Francese”
14 maggio 1797
“In oggi pianto l’Albore della Liberta, con suoni”.
28 maggio 1797
Dopo due settimane agli arresti al Badoer e alla sua famiglia viene ordinato di abbandonare immediatamente Adria.
Dopo quasi tre secoli di assoluta dedizione e pace, l’ultima carica pubblica della Repubblica Veneta lascia la nostra città per non farvi mai più ritorno. Il tramonto del Veneto Leone in Polesine finisce senza colpo ferire. I Polesani saranno protagonisti nel decennio successivo con le Insorgenze del luglio 1809.
Fonti Editoriali: “Annali Adriesi” di G. Pastega, “Rovigo e il Polesine tra rivoluzione giacobina ed età napoleonica” capitolo di L. Servidei “Gli ultimi giorni della serenissima a Rovigo cronache locali”, “Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto” di C.Cantù