“Io, l’ultimo Doge di Venezia” di Lodovico Manin.
“Mi presentai con la lagrime agli occhi; ma la cosa era già decisa. Li Francesi erano padroni della mia vita, ma della mia religione e del mio onore n’era padrone solo Iddio. Non volli partir mai dal palazzo, né abbandonare la sede del Governo, fino che durava almeno l’ombra dello stesso.
Camminando per quelle strade, mi sentivo a dire in faccia li maggiori improperi. L’essere istantaneamente sparita dal mondo politico la mia amatissima Patria, fu una ferita insanabile al mio cuore.”
La fine della Repubblica di Venezia nel diario dell’ultimo Doge. Il dramma umano, la dignità, la coscienza del suo ruolo, il senso del tragico destino dell’amata patria; Bonaparte, Wallis, l’Imperatore d’Austria, patrizi, principi generali, municipalisti.
Personaggi della storia e della cronaca, eventi e riti del vecchio regime aristocratico e della nuova democrazia si succedono giorno dopo giorno nelle pagine appassionate che l’ormai vecchio ex Doge scrive per sé e i suoi familiari prima di morire.
Volume composto da 121 pagine. Diviso nei seguenti capitoli:
1) La mia elezione e i giorni dell’annientamento della mia amata Patria
2) Memorie di quanto è successo dopo l’ingresso delle truppe austriache e francesi nello Stato Veneto
3) Memorie circa il Congresso di Udine e Perserano per la pace chiamata di Campoformio nel 1797
4) Il mio testamento
All’interno vi è anche:
-un’introduzione, “Venezia dal 1797 al 1802 e le memorie dell’ultimo Doge”
-La fine della Repubblica Veneta
-La Municipalità democratica di Venezia
-Sotto l’Austria
-La morte del Doge
di Giovanni Scarabello.
Stampato da Grafiche Veneziane (VE), per conto di Canal e Stamperia Editrice (Venezia, 1997).
Stefano Veronese