La Chiesa della Beata Vergine del Pilastro, immersa nella ridente campagna loredana, guarda da est verso ovest affacciata alla strada che collega Loreo con Porto Viro, non lontana dal cimitero della cittadina. Di modeste dimensioni essa ha da raccontare una storia lunga più di 600 anni all’interno della Veneta Repubblica tant’è che la possiamo classificare come una delle Chiese più antiche del territorio Polesano.
Le origini della Chiesa del Pilastro
Sorta nel 1153 in onore dell’Annunciazione, a due chilometri dal centro di Loreo, come chiesa della zona portuale ebbe piena valorizzazione dal 1486, quando fu affidata alla Comunità Loredana con l’annesso piccolo convento ai monaci Celestini, che vi officiarono fino al 1769, anno in cui avvenne la soppressione del Monastero. Si ergeva in mezzo alla zona valliva che circondava Loreo. Rinnovata alla metà del sec. XVI, fu rifabbricata nelle forme attuali nel 1615 sotto il Vescovo Milotti, ed ebbe l’aspetto interno definitivo nel Settecento.
La Beata Vergine Maria appare ai barcaioli
La Chiesa della Beata Vergine del Pilastro deve comunque la sua notorietà all’episodio singolare che la tradizione popolare ha tramandato. Si racconta che, un giorno sarebbe arrivata nel Porto di Loreo una Signora chiedendo un passaggio per Cremona. Due imbarcazioni stavano agli ormeggi, prossime a salpare verso la Lombardia con le loro merci. La Signora fu allontanata in malo modo dal primo capobarca cui si era rivolta chiedendo cortesemente un passaggio, ma venne accolta con benevolenza dal secondo.
Il viaggio burrascoso sul fiume Po
Durante la notte, mentre le due imbarcazioni risalivano il fiume Po verso Cremona, una bufera si abbatté sulla valle padana. La prima imbarcazione si capovolse e fu inghiottita dall’acqua, l’altra invece senza difficoltà raggiunse più rapidamente del solito il porto cremonese di buon mattino (normalmente servivano tre giorni di navigazione). Sorpresi della cosa, i rematori scesero sottocoperta a cercare la Signora, ma era scomparsa. Pensando di aver trasportato la Vergine Maria, al loro ritorno si prodigarono affinché nel luogo del Pilastro i procuratori facessero edificare un Oratorio in onore della Vergine, dal titolo Madonna del Pilastro.
All’interno il ricordo della leggenda Mariana
L’interno della piccola chiesetta a sala con soffitto a cassettoni contiene tre altari marmorei settecenteschi: l’altare maggiore è arricchito del dipinto della celebre Madonna col Bambino accostato alla guancia. Gli altari laterali avevano due pale raffiguranti abati santi. In controfacciata domina il grande dipinto (rinnovato a fine Ottocento) che narra delle due barche e della Signora rifiutata. In miniatura le due città di Cremona e Loreo, all’estrema sinistra su un pilastro bianco, sempre nel dipinto, l’immagine della Madonna del Pilastro. Sul pilastro un’iscrizione:
PROCURATORES/ HUTUS DEIPARAE TEMPLI PUIS ELEMOSINIS/A FRATRIBUS SOLUTIS EREXERUNT MDLI
I procuratori di questo tempio, dedicato alla Madre di Dio, con le pie elemosine erogate dai frati (Celestini) nell’anno 1553 innalzarono.
L’infinita devozione del Popolo Polesano
La Devozione alla Madonna del Pilastro durò ben oltre la soppressione del monastero dei Celestini. Nella Relazione sullo stato della Diocesi di Chioggia, inviata l’11 agosto 1837 alla Santa Congregazione del Concilio da parte del Vescovo Savorin, si precisa il grande concorso di popolo che normalmente forma la gioia di questa chiesetta. Ad oggi la piccola Chiesa della Beata Vergine del Pilastro resta un piccolo gioiello inesplorato e nascosto, un’occasione persa per far conoscere la nostra meravigliosa terra.
Fonte editoriale: “Chiese Storiche dell’Entroterra Clodiense” a cura della Diocesi di Chioggia.