12 Dicembre 2024
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Fiera d’ottobre, Rovigo ricorda la Dedizione alla Serenissima

Pronti via, ha avuto inizio la tanto attesa Fiera d’ottobre, l’intera città di Rovigo e non solo indossa l’abito da sera. Si è sempre respirato un’aria di festa in questi giorni, ma probabilmente causa pandemia quelle di questi ultimi anni hanno il sapore di ritorno alla vita, a quella normalità che ci è stata tolta. Non tutti sanno che nella fiera d’ottobre vive un serenissimo ricordo.

Immagini delle scorse edizioni (foto web)
Immagini delle scorse edizioni (foto web)

La Fiera d’ottobre un vivo ricordo Serenissimo: 9 ottobre 1482

Ebbene si, questa fiera porta a ricordi antichissimi a ben prima che Colombo assaltasse la flotta mercantile del futuro Podestà di Rovigo Bartolomeo Minio. I ricordi iniziano proprio con la famosa Guerra del Sale tra Venezia e Ferrara che si contendono lo strategico territorio Polesano. E proprio nel bel mezzo di tale conflitto che Rovigo assieme alla sorella Lendinara prenderà una decisione che cambierà in meglio le sorti del suo destino.

Attuale Piazza vittorio emanuele (ex Grande) a rovigo in un dipinto antecedente il 1797
Attuale Piazza vittorio emanuele (ex Grande) a Rovigo in un dipinto antecedente il 1797 (foto web)

Le parole tratte dal Biscaccia

“In questo tempo, stanchi que’ di Rovigo di mutar dominatore ad ogni momento, mandarono ambasciatori al Serenissimo Doge Mocenigo in Venezia, con Atto di Dedizione Volontaria in data 9 ottobre 1482. Speravano così i cittadini di veder cessare ulteriori sventure, sorretti dalla forte e potente Repubblica. Ricorda questa città bersagliata le sofferte requisizioni di grani con mano violenta, le ruberie, le distruzioni del bestiame, la fuga degli abitanti dalla patria, gli agricoltori rimasti, costretti ad arare cogli asini, gli stupri, le violenze alle mogli, i tormenti di tagli con ferro e bruciamento con fuoco a chi era in opinione di aver danaro, onde derubarlo; le abitazioni incendiate, i tagli maliziosamente operati nell’Adige per togliere mediante allagamento le feconde messi; le febbri mortali, le pestilenze causate dalla fame, dai patimenti, dall’ aria corrotta per le ferme acque marciose»

La Fiera d’ottobre nel tempo

Veduta a volo d'uccello di Rovigo con evidenziate le mure perimetrali( Disegno Francesco Zucchi 1751)
Veduta a volo d’uccello di Rovigo con evidenziate le mure perimetrali( Disegno Francesco Zucchi 1751)

Istituita a ricordo dell’Atto di Dedizione nel 1482 la Fiera d’ottobre inizialmente veniva fatta appena fuori porta San Francesco su un vasto campo, con archi e pilastri, e detto proprio per questo Prato della Fiera. Molte furono i cambiamenti che si susseguirono per migliorare le condizioni di vita dei cittadini e della città. Sul finire del secolo successivo con una Ducale del Senato Veneto (29 ottobre 1594) veniva fissata la data dell’inizio della fiera al 20 di ottobre e per tutti gli otto giorni successivi.

Porta San Francesco in una mappa dell'epoca e appena fuori il prato della Fiera (foto web)
Porta San Francesco in una mappa dell’epoca e appena fuori il prato della Fiera (foto web)

Negli anni avvenire prese sempre più popolarità codesta Fiera tanto che da ogni parte v’accorrevano commercianti. La maggior parte proveniva da Venezia grazie a quella Corriera, rinomato mezzo di trasporto, lodato e santificato allora per comodità e sicurezza, il quale ogni otto giorni percorreva il tragitto dalla Capitale Veneta a Rovigo.

La Fiera d’ottobre un vivo ricordo Serenissimo: una foto dal passato

Un istante dal passato (foto web)
Un istante dal passato (foto web)

La Piazza si gremiva di merci nelle botteghe e nelle bancherelle nel mezzo ad essa, e sotto i portici. Il vastissimo prato era interamente ricoperto principalmente di Bovini, attorno al quale si piantavano capanne e baracche. Le barche che sostavano lungo l’Adigetto esponevano i Vitelli. Oltre i bovini, di pregio per la loro corporatura e la forza, lo erano pure i Cavalli Polesani, grandi di forme, pelo nero, occhio non molto aperto, non veloci, atti a rendere un buon servizio sino ai ventotto anni, avvezzi nel rigore della stagione al prato ed alla palude. Una curiosità che forse in pochi sanno è che durante la fiera le Signore perbene vestite in modo elegante erano abituate a passeggiare con dei pungoli per tener a debita distanza gli animali.

La Colonna dedicata a San Marco

Cololnna Marciana posizionata nella vecchia Piazza Maggiore a Rovigo nel 1519 dopo la fine del conflitto di Cambrai

Grazie agli introiti ricevuti per gli spazi occupati dai mercanti durante la fiera, spettavano interamente alla città di Rovigo. L’amministrazione allora poteva e doveva erogare tale somma in opere pubbliche per il miglioramento della città stessa. Proprio grazie a queste “Gabelle” nel 1507 (Ducale 26 febbraio) si scelse di erigere una Colonna nella piazza cittadina in onore di San Marco. L’Opera però fu bloccata causa guerra contro la Lega di Cambrai. Solo nel 1519 venne eretta la marmorea colonna su disegno del Sanmicheli sormontata dal Leone Marciano.

Fonte editoriale: “Rovigo nella storia e nell’arte” di A.Cappellini

“Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto”  volume quinto

 

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