La politica estera del “dogado” di Albert Gardin, dopo la clamorosa “riapertura” dell’antica sede diplomatica degli Zar presso la Serenissima, a Venezia, alla presenza del Console russo, continua e coinvolge l’Ungheria, la Romania e il caso Transilvania, la regione della Romania dove è forte l’indipendentismo filo-ungherese.
Silvano Viero, presidente del “Maggior Consiglio”, ha incontrato in Ungheria, autorità ungheresi e transilvane, e in particolare Ràduly Istvan, Prefetto (sindaco) del distretto di Covasna, uno dei due distretti della Transilvania a maggioranza ungherese. Raduly Istvan, membro del partito indipendentista filo-ungherese della Transilvania, è il primo indipendentista eletto nel Parlamento della Romania.
Transilvania, la questione ungherese
La questione delle minoranze ungheresi nella Transilvania data da oltre un secolo. L’Ungheria infatti, dopo essere stata sconfitta nella Grande Guerra, con il trattato internazionale del 4 giugno 1920 – detto “del Trianon” dal palazzo vicino a Versailles, in Francia, dove fu firmato – venne smembrata in modo radicale, perse oltre metà del suo territorio e metà della sua popolazione.
Da un giorno all’altro, milioni di ungheresi d’Ungheria si ritrovarono minoranza in Romania, in Croazia, in Slovacchia. La Transilvania, regione da sempre contesa tra Ungheria e Romania, fu assegnata interamente alla Romania.
Il sogno della Grande Ungheria
Cent’anni sono passati, e un’altra Guerra Mondiale, e politiche nazionaliste rumene. Ma nei distretti a maggioranza ungherese della Transilvania è tuttora forte il sentimento indipendentista e il sogno del “ritorno” all’Ungheria.
In Ungheria, sotto la “democrazia illiberale” del premier ungherese Viktor Orban, il sogno della “Grande Ungheria” viene alimentato da puntuali uscite del premier: l’ultima è la rivendicazione della città di Fiume, storico sbocco al mare del Regno di Ungheria.
Il memoriale del Trianon
Nei dintorni di Budapest è stato perfino realizzato una sorta di memoriale dell’Ungheria perduta, la “passeggiata del Trianon“, con pietre che recano inciso il nome delle città che furono ungheresi e che oggi non appartengono all’Ungheria per effetto del tratato del Trianon.
Viero, un Leone a Raduly Istvan
Silvano Viero ha consegnato a Ràduly Istvan un Leone di San Marco e la delegazione veneta ha compiuto un pellegrinaggio al monumento del Trianon, in segno di solidarietà. «La spartizione dell’Ungheria è stata una vera barbarie – afferma Silvano Viero – seconda solo a quella che ha riguardato la Repubblica Veneta».
Anche la Repubblica Veneta, infatti, fu vittima di un accordo internazionale che la cancellò, e anche il Veneto, dopo la seconda guerra mondiale, è stato smembrato: il territorio veneto – che ancora fino al 1945 comprendeva Friuli, Istria, Dalmazia – è stato diviso tra due Regioni italiane e la Jugoslavia, oggi Slovenia e Croazia, venendo menomato della propria identità storica.