Covid-19, la Regione Istria – vittima delle misure anti-epidemia previste da Italia, Austria e Slovenia contro l’intera Croazia – vara una sua propria “politica estera”, chiedendo ad Austria e Slovenia – curiosamente, non all’Italia – di adottare misure anti-Covid differenziate per Regioni, che tengano conto del quadro “eccezionalmente buono” dei contagi in Istria.
Italia, Austria e Slovenia hanno infatti, dopo l’impennata estiva di casi in Croazia, adottato misure restrittive nei confronti di chi proviene dalla Croazia. Ma tali misure, se possono essere giustificate nei confronti di chi viene da Zagabria o dalle altre “regioni-focolaio” della Croazia, sono clamorosamente immotivate se applicate nei confronti della Regione Istria, nella quale l’epidemia è praticamente ferma e la probabilità di venire a contatto con una persona infetta è inferiore a uno su 4.600, ciò che fa dell’Istria la Regione più sicura di tutto l’Adriatico.
Mercoledì 16 settembre, la Regione istriana e tutti i Comuni dell’Istria hanno avviato un’iniziativa comune nei confronti del cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, e del primo ministro sloveno, Janez Janša, invitandoli a considerare la possibilità di introdurre misure per la Croazia in modo selettivo, a livello regionale, tenendo conto che la situazione epidemiologica in Croazia è estremamente differenziata e in Istria “il quadro epidemiologico è eccezionalmente buono” e nettamente migliore rispetto alle altre Regioni croate e anche rispetto ai Paesi vicini o con i quali l’Istria ha contatti e scambi importanti, come Austria, Slovenia e Italia.