«Pio ricordo che qui fu ucciso Anderloni Alesandro» è scolpito su una piccola lapide che si trova lungo un sentiero sterrato di una vigna in contrada Negri, a San Rocco di Piegara, nell’altopiano della Lessinia veronese. L’iscrizione non dice nulla su chi era Alessandro
Anderloni, come e perché morì in quel luogo. C’è solo la data, 8 marzo 1917, come indizio.
Ora sappiamo che era un padre che ha avuto la sola colpa di volere stare vicino alla sua
bambina di 4 anni, orfana di madre, e la sfortuna di essere chiamato a combattere la prima guerra mondiale. Un soldato fucilato a trentasei anni dai carabinieri.
Onore ad Alessandro Anderloni
Finalmente sono stati resi memoria e onore ad Alessandro Anderloni. «Pietoso ricordo di Anderloni Alessandro» si legge su di un ingiallito ricordo funebre stampato a Velo Veronese nel 1920. Ma chi era questo bersagliere fuggito dal fronte dell’Altopiano di Asiago e fucilato nel 1917?
La figlia Norma orfana di madre
Dice il ritaglio: “Nato a Velo Veronese il primo settembre 1881. Morto all’Ospedale Mil. di Verona l’8 marzo 1917. Prima che scoppiasse la nostra guerra fu richiamato sotto le armi il 9 marzo 1914. Spaventatosi nell’offensiva del maggio 1916 sui Altipiani di Asiago, preso da timor panico si diede alla diserzione. Nella ricerca di altri disertori nei pressi di San Rocco di Piegara fu scoperto pur lui e fu ferito da una palla di fucile nel ventre. Venne trasportato d’urgenza nell’Ospedale Militare di Verona in uno stato grave. Dopo sole otto ore, confortato dai SS.Sacramenti, moriva. Lascia la figlia Norma, di 4 anni, orfana anche di madre”.
La storia dimenticata
La sua è stata una storia dimenticata, come molte altre storie di “pori cani” mandati a fare la guerra per ideali in cui non credevano, contro nemici che non odiavano. Che guerra hanno combattuto i soldati, le mogli, le madri, i vecchi, gli orfani? E quale, invece, hanno gestito i generali, i politici, i giornalisti, i monsignori, i banchieri, le duchesse, i re?
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Disertore per prendersi cura della figlia
La storia di un soldato diventa l’emblema di tante ingiustizie taciute per anni. Anderloni, rimasto vedovo, era un giovane padre di una figlia di 4 anni. Mandato ugualmente al fronte, tornò per prendersi cura della figlia che era stata affidata a dei parenti. Fu considerato un disertore e durante un rastrellamento fu trovato dai Carabinieri.
Colpito alla schiena
Tentò la fuga, si racconta, e fu colpito alla schiena. La sua bambina rimase orfana. Subito dopo la fine della Grande Guerra, il paese di Roverè, sulle montagne veronesi, eresse il monumento ai Caduti, secondo nella provincia veronese dopo quello di Campofontana, ed il comitato sorto per raccogliere i fondi, con tutti i capifamiglia del paese, aveva deciso di inserire anche il nome di Anderloni Alessandro tra i morti da ricordare, perché era conosciuto e stimato da tutti, e non importava se fosse morto da eroe o da assassinato. Era uno di loro, e basta.
I fascisti cancellano il nome dai Caduti
Quel nome rimase sul monumento solo un anno. Poi venne cancellato con uno scalpello durante una spedizione punitiva di una Brigata nera, salita da Verona a Roverè una sera d’agosto del 1922. La retorica fascista non poteva tollerare che il nome di un “disertore” fosse celebrato accanto a quello dei Caduti al fronte. L’arroganza contro la pietà. La Mistificazione contro la Storia.
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Il nome ritorna sul monumento
Da allora il nome e la vicenda del soldato e padre Alessandro Anderloni finì nell’oblio. C’è voluto un secolo per ricostruire la storia e riabilitare completamente il nome di Anderloni. Nel 2017, esattamente a cento anni dalla morte, il suo nome è ritornato sul monumento e la sua figura ha avuto per la prima volta gli onori dei labari delle associazioni d’arma di Roverè e la corona d’alloro, deposta dall’Amministrazione comunale e dal comitato per la riabilitazione, ai piedi del rinnovato monumento. Giustizia è fatta.
La lapide a San Rocco di Piegara e il monumento a Roverè Veronese, sono ora due luoghi di un ideale cammino della Memoria per rendere omaggio alle vittime innocenti di una guerra assurda.
Mao Valpiana
(Movimento Nonviolento, Verona)
Roverè Veronese, monumento ai caduti