Le banche venete potevano essere salvate. L’intervento pubblico non costituiva un aiuto di Stato. La Corte di Giustizia europea ha definitivamente respinto, il 2 marzo 2021, il ricorso della Commissione Ue e stabilito che l’intervento del Fondo Interbancario di garanzia dei depositi per rimettere in sicurezza gli istituti in difficoltà non era un aiuto di Stato.
E l’europarlamentare leghista, Mara Bizzotto, ora chiede che la Commissione Ue, che nel 2017 vietò all’Italia di usare i soldi del Fondo Interbancario per salvare alcune banche in difficoltà, affermando che era un aiuto di Stato, paghi i danni provocati ai risparmiatori e alle banche.
Il divieto europeo di salvare le banche italiane
La sentenza della Corte di Giustizia europea conferma la sentenza del 2019 del Tribunale Ue e cancella definitivamente il divieto che nel 2015 fu imposto al governo italiano da Margarethe Vestager, commissario Ue alla Concorrenza.
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Il governo Renzi, per evitare il fallimento imminente di alcune banche, a cominciare da un piccolo istituto di Bari, Banca Tercas, aveva pianificato un intervento preventivo del Fondo Interbancario, come era sempre pacificamente avvenuto negli anni precedenti in casi analoghi.
Il governo Renzi obbedì al diktat europeo
Ma la Vestager intimò al governo italiano di non farlo, perché l’iniezione di denaro pubblico alla banca in crisi sarebbe stato considerato aiuto di Stato. Il governo Renzi obbedì al diktat europeo, che oggi viene dichiarao illegittimo. E varò i tristemente famosi decreti “salvabanche”, che evitarono solo formalmente il fallimento degli istituti, massacrando però i risparmiatori.
Veneto Banca e Popolare di Vicenza affondate
I decreti salva-banche e affonda-risparmiatori si applicarono, oltre che alla pugliese Banca Tercas, anche a CariChieti, Banca Etruria, BancaMarche, Cassa Ferrara, anche alle due grandi banche popolari venete, Veneto Banca e Popolare Vicenza, due gioielli storici della finanza veneta che furono cedute al gruppo Intesa SanPaolo per una cifra simbolica, mandando in fumo i risparmi di decine di migliaia di investitori veneti.
Ebbene, questi danni immensi si potevano evitare. La sentenza della Corte di Giustizia stabilisce che la Commissione Ue aveva sbagliato: l’intervento del Fondo Interbancario era pienamente legittimo, non era un aiuto di Stato. E la Commissione Ue non aveva il diritto di vietare il salvataggio di quelle banche.
E ora che si fa? La Commissione Ue, par di capire, se ne lava le mani: “Prendiamo atto della sentenza” – recita una nota ufficiale – ma spetta a chi si ritiene danneggiato “provare l’esistenza di un legame diretto tra le azioni o le decisioni della Commissione europea e l’eventuale danno subito”.
Movimento 5stelle: avevamo ragione noi
Movimento 5stelle e Lega insorgono: “Avevamo ragione noi – tuonano i Cinquestelle – i governi italiani avrebbero dovuto disobbedire alle intimazioni della Commissione Ue, salvare le banche, e lasciare che la Commissione Ue facesse ricorso. Si sarebbe arrivati alla stessa sentenza di oggi, ma con le banche in piedi e i risparmiatori tutelati”.
Mara Bizzotto (Lega): ora la Ue paghi i danni
Mara Bizzotto, l’europarlamentare vicentina della Lega che si batté contro i “decreti salvabanche”, ora intima: “La Commissione Ue paghi i danni“.
“La sentenza della Corte di Giustizia Europea che sconfessa la Commissione UE sui presunti aiuti di Stato italiani nella vicenda della Banca Tercas, è un atto di giustizia sacrosanto, ma non basta – afferma Mara Bizzotto -. La Commissione UE, riconosciuta di fatto responsabile di una decisione profondamente sbagliata che ha provocato la distruzione del sistema bancario italiano e veneto, deve pagare i danni causati dai suoi ingiustificati diktat e risarcire fior di miliardi a migliaia di risparmiatori italiani che hanno perso tutti i loro soldi per colpa degli errori di Bruxelles”.
L’interpellanza del 2019: risarcire subito
“Le banche italiane potevano e dovevano essere salvate – continua Mara Bizzotto – la sentenza della Corte UE certifica che l’intervento del Fondo Interbancario era legittimo e non costituiva un aiuto di Stato come invece dichiarava la Vestager che, guarda caso, si è accanita sulle banche italiane ma ha consentito il salvataggio, quello sì di Stato, della banca tedesca Landesbank NordLB. Al di là della pessima gestione del management di queste banche, i soldi del Fitd avrebbero evitato il fallimento non soltanto della Tercas, ma anche di Etruria, Banca Marche, Carichieti, CariFerrara e, per il Veneto, della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca”.
Popolare Vicenza e Veneto Banca, 10 miliardi di danni
“Ora che la sentenza è definitiva e certifica la sconfitta su tutta la linea della Commissione UE, non ci sono più scuse – intima l’europarlamentare veneta – la UE deve procedere velocemente a risarcire fino all’ultimo centesimo i risparmiatori italiani truffati dalle assurde decisioni della Vestager e dell’Antitrust europeo. Significa, ad esempio, che per le venete Popolare di Vicenza e Veneto Banca Bruxelles deve sborsare 10 miliardi di euro per oltre 200.000 risparmiatori”.
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