Le Isole Shetland vogliono esercitare il diritto di autodeterminazione. E lo chiedono al Parlamento scozzese, dal quale dipendono. E mettono un po’ in imbarazzo lo Scottish National Party, che propugna l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito.
Le Isole Shetland sono un arcipelago sub-artico, di un centinaio di isole per lo più disabitate, a 80 miglia nautiche dalle coste scozzesi. Solo 16 isole sono abitate: la popolazione complessiva non arriva a 24mila persone. Dal punto di vista amministrativo, le Shetland sono una Regione della Scozia. La richiesta di poter esercitare il diritto di autodeterminazione è stata votata dal Consiglio comunale di Lerwick, il capoluogo delle Shetland e la città più popolosa dell’arcipelago, con i suoi seimila abitanti.
Autodeterminazione e giacimenti di petrolio
La richiesta di esercitare il diritto di autodeterminazione sembra puntare a ottenere maggiore autonomia, anche finanziaria, da Edimburgo, sul modello di quanto fa la Danimarca con l’arcipelago artico “gemello” delle Shetland, le Isole Faroer, che sono sotto sovranità danese ma sono completamente autonome e si autogovernano come fossero indipendenti. Anche per le Shetland, come in molti casi, la richiesta di autogovernarsi ha un fondamento economico: l’arcipelago, lontanissimo dalla Scozia – la costa più vicina è quella norvegese – soffre da decenni un progressivo impoverimento, proprio mentre il Regno Unito incamera i vantaggi economici dei grandi giacimenti di petrolio scoperti nelle acque dell’arcipelago. Con la richiesta di autonomia finanziaria, le Shetland puntano anche a trattenere una quota di quella ricchezza.
Per ora il Parlamento scozzese non si è pronunciato, ma se si dovesse arrivare alla richiesta di un referendum per l’indipenenza, è chiaro che lo Scottish National Party sarebbe in imbarazzo a negare alle Shetland quello che chiede al Regno Unito.