19 Settembre 2024
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I primati della libera stampa veneta: il feltrino Panfilo Castaldi e gli altri grandi

Panfilo Castaldi nacque a Feltre intorno al 1430 e morì a Zara nel Novembre o Dicembre 1487. Fu medico e tipografo. Alla bravura del medico, unì la passione dello stampatore di letteratura e geografia: quando si dice un divulgatore scientifico a trecentosessanta gradi …

Statua di Panfilo Castaldi a Feltre, Piazza Maggiore

La prima stampa a Capodistria

Vogliamo subito smentire la leggenda che lo dà come inventore dei caratteri da stampa prima di Gutemberg. Ciò comunque non fa venire meno l’importanza del personaggio. A Padova, si era laureato in medicina, sicuramente prima del 1457. In qualità di medico era a Capodistria nel 1461 dove pare stampasse due foglietti con caratteri mobili; nel 1469 passò a Venezia; nel 1471 era “stampatore privilegiato” a Milano, con lettere patenti di Galeazzo Maria Sforza.

Leone Marciano nella piazza principale di Capodistria

Panfilo Castaldi aveva esercitato l’arte tipografica forse anche a Venezia e certamente a Milano nel 1471 – 1472. Di lui sappiamo con certezza che nel 1472, a Milano, lavorava come tipografo con Antonio Zaroto.

La prima tipografia milanese

Infatti Antonio Zaroto (o Zarotto) (Parma 1450 – Milano 1510), figura fondamentale nella storia della tipografia milanese, aveva iniziato come aiutante del Castaldi, finendo per fondare una sua tipografia con altri quattro soci il 20/05/1472; la società si sciolse dopo circa un anno e Zaroto continuò da solo. Alcuni affermano che invece Zaroto avrebbe gestito la stamperia di Castaldi autonomamente e non alle dipendenze di questi: il Castaldi sarebbe stato il proprietario dell’attrezzatura prestata a Zaroto.

La patente privilegiata di Castaldi

Bisognerebbe allora dimostrare che la patente sia stata concessa a Zaroto, se non era trasmissibile; se invece era trasmissibile, potrebbe averla rilevata da Castaldi, come
potrebbe essere stata concessa a entrambi, associati.

Altri affermano che la stampa a Milano sarebbe stata portata da Filippo Cavagni detto Filippo da Lavagna  la cui prima pubblicazione certa, i “Canones medicinae” di Avicenna, è del 1473; ma se fosse vero che abbia iniziato a stampare a Milano nel 1468 o 1469, non si spiegherebbe la patente privilegiata concessa a Castaldi.

Avicenna

E comunque è certo che il Cavagni sia stato esiliato da Milano per complicità in omicidio dal
maggio 1465 al dicembre 1469. Quindi non è credibile che abbia svolto attività di tipografo nel 1469. Meno ancora nel 1468. Non ci è stato conservato l’atto con cui il duca di Milano concedeva al Castaldi il privilegio di essere il solo tipografo a Milano per cinque anni: sappiamo della sua esistenza da un documento del Maggio 1472 e dobbiamo ritenere che gli fosse stato concesso nel corso dell’anno precedente.

Il primo libro stampato a Milano

Infatti il 3 agosto 1471 veniva pubblicato, senza il nome del tipografo, ma certamente ad opera del Castaldi e dei suoi collaboratori, il primo libro stampato a Milano: il “De verborum significatione” di Pompeo Festo, impresso con un nitido carattere romano di chiara derivazione veneziana.

Il Festo fu seguito, poco più di un mese dopo, il 25 Settembre, da una edizione della “Cosmographia” di Pomponio Mela, ancora senza il nome del tipografo. A Milano, Panfilo Castaldi restò fino al 1472. Nel 1474 era di nuovo a Venezia. Resta perciò provato che Panfilo Castaldi, oltreché il più antico tipografo di Milano, è il primo tipografo “italiano” (o meglio, d’Italia: era veneto!).

La statua a Feltre e i caratteri mobili

Panfilo Castaldi tornò poi a fare il medico, prima a Capodistria nel 1478; poi a Zara dal 1482 fino alla morte, avvenuta nel 1487. Anche secondo Gerolamo Bìscaro (Treviso 29/08/1858 – Roma 20/06/1937; giurista, storico) sono da attribuirglisi anche i libri pubblicati a Milano nel 1471 senza il nome dello stampatore. Purtroppo nessuna edizione del Castaldi è giunta fino a noi.

Panfilo Castaldi, le lapidi sul basamento del monumento, in Feltre, Piazza Maggiore

Nella sua Feltre, in piazza Maggiore, lo ricorda una statua in marmo del 1868, opera di Costantino Corti, voluta e donata dagli operai tipografi di Milano; due delle lapidi sul basamento lo definiscono erroneamente “scopritore generoso dei caratteri mobili per la stampa” e “modesto creatore dell’arte tipografica”. L’errore è dovuto unicamente all’affetto e al rispetto che per lui nutriva l’associazione dei tipografi milanesi.

L’errore sulla data di nascita

In una di queste lapidi è scritto che sarebbe nato nel 1398; questo anno, anche se ancora riportato in alcune enciclopedie, è attualmente considerato sbagliato: è un errore che deriva dalla data del 22 settembre 1398 che venne indicata come data di nascita del Castaldi dal cronista Bonifacio Pasole (attivo nella seconda metà del sec. XVI). Gli storici oggi lo considerano nato intorno al 1430.

Giovanni da Spira, tedesco di Venezia

Non essendovi prove certe che Castaldi abbia stampato a Capodistria nel 1461, il primato relativo al territorio chiamato Italia potrebbe essere usurpato al veneto Castaldi dal tedesco Giovanni da Spira (Johann o Johannes von Speyer) che nel 1469 introdusse a
Venezia l’arte della stampa, pubblicando in quello stesso anno prima le “Epistolae ad familiares” di Cicerone e subito dopo la “Historia naturalis” di Plinio il Vecchio. Entrambe queste edizioni furono rubate dalle orde napoleoniche.

Prima pagina della prima edizione a stampa della Historia Naturalis di Plinio il Vecchio, edita a Venezia dalla stamperia di Giovanni da Spira nel 1469

Giovanni da Spira studiò probabilmente a Lipsia nel 1455 ed era forse a Magonza (Mainz), la culla dell’arte tipografica, nel 1460-61. Nel 1469 ricevette dalla Serenissima il primo privilegio di stampa della storia dell’editoria, con un atto del Senato Veneto del 18 settembre 1469 comportante un monopolio di stampa di cinque anni; il privilegio voleva essere un incentivo del Senato Veneto che ammirava la sua opera, come si ricava dal testo del decreto di privilegio che ancora si conserva nell’Archivio di Stato di Venezia (con la sigla ASV, NC, reg.1, c.55r).

Un’altra invenzione veneta

Il monopolio di stampa garantito da un governo è quindi un’altra invenzione veneta. Il secondo a godere del prvilegio, risulta essere stato Panfilo Castaldi.

Decreto del Senato Veneto, 18 settembre 1469, che concede il Privilegio di Stampa a Giovanni da Spira. Conservato nell’Archivio di Stato di Venezia

La morte sorprese Giovanni da Spira mentre era intento a stampare il “De civitate Dei” di Sant’Agostino; in quello stesso anno l’opera fu terminata da suo fratello Vindelino (Wendelin) che proprio nel 1470 si era trasferito a Venezia dove proseguì l’attività tipografica, stampando per primo opere di Plauto, Catullo, Marziale, Tacito, testi giuridici, le opere latine di Giovanni Boccaccio, il “Canzoniere” di Francesco Petrarca e la Bibbia in volgare di Nicolò (o Niccolò) Mallermi (o Malermi o Malerbi o Manerbi) monaco camaldolese, che fu ultimata il 1 agosto 1471.

Nicolas Jenson e i concorrenti

Dal 1473 si associò con Giovanni da Colonia. Vindelino fu attivo in Venezia almeno fino al 1477, anno in cui stampò una “Divina Commedia” dove compare per la prima volta il commento di Iacopo Della Lana, erroneamente attribuito da molti a Benvenuto da Imola.

Il privilegio quinquennale di stampa concesso a Giovanni però non era ereditabile e anche se a Vindelino fu concesso di continuare a stampare, subito apparvero molti concorrenti il più importante dei quali fu Nicolas Jenson (o Janson) che probabilmente era stato punzonista (creatore dei caratteri da stampa) dei fratelli da Spira e che aprì la sua tipografia, la seconda a Venezia, nel 1470; sembra fosse presso la sua residenza, nella parrocchia di San Canciàn.

Nicolas Jenson doveva trovarsi a Venezia almeno dal 1469 se non dal 1468, dopo che era stato mandato a Magonza a studiare la nuova arte della stampa dal re di Francia Carlo VII. Jenson usò suoi propri caratteri “Veneziani” da lui stesso disegnati nel 1470, copiandoli dalla scrittura corsiva in uso in città.

Il suo primo libro fu il “De praeparatione evangelica” di Eusebio di Cesarea. In precedenza era stato maestro di zecca a Tours. Forse è dai suoi caratteri che è stato derivato il carattere “Elzeviro”. Stampò anche con bellissimi caratteri romani e gotici numerosi testi latini. Per i suoi meriti papa Sisto IV (Francesco della Rovere, Celle Ligure 1414 – Roma 1484) lo nominò conte palatino nel 1475.

Lorenzo de Zenexini, da Lendinara

Panfilo Castaldi fu forse preceduto anche da un altro veneto: Lorenzo de Zenexini (o Zenesini o Zonecini o Genesini), detto anche Lorenzo Canozi (o Canozio o Cannozio), nato a Lendinara tra il 1420 e il 1430; se Castaldi non aveva stampato a Capodistria nel 1461 o a Venezia nel 1469, la sua opera milanese del 3 agosto 1471 sarebbe posteriore al “Mesue” di de Zenexini, recante la data 9 giugno 1471 e stampata a Padova, dove si era trasferito una prima volta nel 1463 e dove poi prese residenza stabile dal 1473; sicuramente non a Firenze, come vuole una leggenda.

“Mesue” è un trattato sul medico araboassiro Yuhanna Ibn Masawaiyh, chiamato alla latina Mesuè. Il 22/11/1472 stampò il “De anima” di Aristotele di cui stampò anche: nel 1473, la “Metaphysica” e il “De coelo et mundo”; nel 1474, il “De generatione et corruptione” e la “Meteorologica”. Nel 1475 Lorenzo de Zenexini interruppe l’attività tipografica, forse proseguita dal figlio Andrea, tornando alla sua attività di intarsiatore.

La tomba nella Basilica del Santo

Lorenzo de Zenexini era stato sepolto nella Basilica del Santo, nel Chiostro del Capitolo o “della magnolia”; la tomba è scomparsa, ma ne resta la lapide, dove è indicato come Lorenzo Cannozio. Si trova, protetta dal 1977 da una lastra di vetro, sulla parete sud del Chiostro del Capitolo: è la seconda iscrizione dalla parte dell’ingresso al convento.
Il de Zenexini (o Canozi) va ricordato anche per essere stato allievo di Francesco Squarcione che gli insegnò la prospettiva.

Per la basilica del Santo a Padova, realizzò il coro ligneo distrutto dal fuoco nel 1729, i cui resti sono nella cappella di Santa Rosa da Lima o “cappella americana”, già dedicata a Sant’Agata: è nell’ambulacro, la terza a destra della cappella del Tesoro. Lavorò alla basilica di San Marco a Venezia e al duomo di Modena. Fu certamente il miglior intarsiatore del suo tempo, oltre che pittore e scultore.

Piove di Sacco, prima stamperia in ebraico: i Cuzi

La stampa veneta vanta anche un altro primato: a Piove di Sacco in via
Stamperia, tra il 1473 e il 1475, aveva sede la stamperia della famiglia Cusi (o Cuzi), la prima in Italia a stampare testi in ebraico, come ricorda una lapide posta dal Comune di Piove di Sacco nel 2005. Qui, il 3 luglio 1475, Meshullam Cuzi stampò la raccolta di massime “Arba’ah Turim” del rabbino Jacob ben Asher.

La lapide in via Stamperia a Piove di Sacco

Delle pochissime copie superstiti, una del 1475, in carta pergamena, si trova nella Sezione Antica della Biblioteca Civica di Padova, presso il Centro Culturale Altinate/San Gaetano in via Altinate n. 71: è forse in assoluto il secondo libro mai stampato in ebraico.

 

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