Il decreto emanato dal Governo che riguarda le prossime elezioni (comunali, regionali ed europee) è intitolato “Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale“.

Contiene diverse norme organizzative ma anche innovazioni che riguardano i sindaci. Ad esempio modifica il limite di mandati consecutivi per i sindaci dei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, aumentandolo da due a tre mandati, ed elimina qualsiasi limite per i sindaci nei comuni fino a 5.000 abitanti.
La proposta della Lega
Come qualsiasi decreto legge deve essere convertito in legge dal Parlamento che lo può modificare ed integrare. Prima di giungere all’approvazione delle Camere il decreto viene discusso ed eventualmente emendato nella Commissione parlamentare per gli affari costituzionali. In questa sede la Lega Salvini Premier ha presentato una proposta per togliere il limite attualmente in vigore per i Presidenti delle Giunte regionali, con l’intenzione di permettere al Governatore Zaia (e conseguentemente ad altri Governatori come, ad esempio, quello della Campania De Luca) di presentarsi alle prossime elezioni regionali.

Questo emendamento, in Commissione, è stato bocciato col voto contrario di tutte le forze politiche mentre a favore hanno votato Lega Salvini Premier e Italia Viva. L’emendamento potrà essere ripresentato quando il decreto arriverà in Aula per la votazione delle Camere ma presumibilmente farà la stessa fine.
La manovra per Zaia
Purtroppo dietro a questa vicenda non c’è una analisi attenta della questione preferendo contrapposizioni che non entrano nel merito della questione, come sempre più spesso accade. In particolare qualcuno ha supposto che la Lega Salvini Premier abbia abbozzato questa manovra per pagare dazio al Presidente Zaia per il suo supporto nel congresso Veneto a favore del candidato Segretario salviniano Alberto Stefani, pur sapendo che poi non sarebbe stato possibile adempiere al pagamento. Ma queste cose sono di scarso interesse.
È invece più utile approfondire la questione e le motivazioni dei limiti ai mandati delle cariche di governo del territorio assunte con l’elezione diretta dei cittadini.
Le cariche elette direttamente
Vorrei contribuire al dibattito sulla questione del limite ai mandati per i governatori delle regioni e dei sindaci. È necessario premettere che le valutazioni sull’argomento devono essere oggettive, e quindi riguardare la funzione della rappresentanza nelle istituzioni, e non soggettive, cioè dettate dalla simpatia o antipatia per l’uno o l’altro personaggio politico.

Sappiamo che la questione sorse nel momento in cui, nei primi anni Novanta del secolo scorso, la legge permise di votare direttamente il sindaco e il presidente della giunta
regionale (nonché il presidente della provincia) che prima, invece, erano eletti dai rispettivi consigli.
Il contrappeso
Questo ci porta a comprendere la differenza che esiste tra ruoli di governo guidati da sindaci e governatori rispetto ai consigli (comunale e regionale) che sono organi di proposta e controllo.
Analoga differenza esiste tra il presidente del Consiglio dei ministri e il Parlamento con la non trascurabile peculiarità che le Camere dispongono del potere legislativo e insediano il premier col voto di fiducia. Quindi in Italia il limite dei mandati è stabilito per gli organi di governo eletti direttamente dai cittadini in quanto “contrappeso” alla forza che assumono col voto popolare rispetto al ruolo importante, ma attenuato, attribuito ai consigli.
Con l’elezione diretta, limite anche per il premier
Se teniamo presente le caratteristiche ora accennate, comprendiamo perché il limite ai mandati non è determinato per i membri delle assemblee comunali o regionali: infatti questi, oltre al compito di proposta e controllo, assumono anche la funzione di preparazione e crescita politico-amministrativa dei propri membri alla luce della necessità di creare il ricambio nella classe politica.
Questo criterio vale anche per le Camere: infatti, a mio avviso, se il Parlamento modificasse la Costituzione nella direzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio – altro tema all’ordine del giorno – dovrebbe essere inserito il limite dei mandati anche per la massima carica di governo nazionale.
Mantenere i limiti è importante
Pertanto credo che mantenere i limiti oggi in vigore sia importante tanto per evitare una eccessiva e lunga concentrazione di potere nelle stesse mani, quanto per favorire il ricambio e l’emergere di nuove figure politiche.
Paolo Franco