Se vi raccontassi che i Cavalli di San Marco rischiarono di affondare durante il loro viaggio verso Parigi? Ci credereste? Come vedremmo oggi la Basilica di San Marco? Avrebbe lo stesso fascino? Piazza San Marco sarebbe la stessa senza la Quadriga? Io credo di no. Sappiate che mancò davvero un nulla alla realizzazione di tutto ciò!
“Il Dominio Veneto nel basso Polesine” un opera di valore assoluto
Alcuni giorni fa ho sfogliato ancora una volta l’opera di Pier Luigi Bassan intitolata “Il Dominio Veneto nel Basso Polesine”, pubblicata negli anni Settanta. L’opera, consultabile ormai solo in biblioteca, racconta la storia del territorio basso polesano durante il periodo veneziano.
Mentre cercavo informazioni sul tramonto della Veneta Repubblica e l’arrivo dei francesi, ho scoperto una notizia incredibile che mi ha fatto letteralmente sobbalzare. Nelle pagine finali del secondo volume l’autore raccoglie i dispacci dell’Ambasciatore del Regno di Sardegna a Venezia Lodovico Bonamico, estratti dagli archivi di Torino. Tra i dispacci della fine del 1797 e l’inizio del 1798, ho letto delle manovre francesi per portare la Quadriga dei Cavalli di San Marco a Parigi, dopo averla rimossa dall’entrata della Basilica di San Marco.
Il Bucintoro si sarebbe salvato ad Ancona?
Sorprendentemente, si cita pure il tentativo del Generale francese Sururier di convincere i suoi pari a trasportare il Bucintoro ad Ancona poco prima della sua distruzione, ma il piano fu abbandonato per il rischio che non resistesse al lungo viaggio e alle acque dell’Adriatico.
Incredibile, la Quadriga affonda alle Bocche del fiume Po
Esterrefatto apprendo pure del quasi affondamento dei Cavalli di San Marco nelle Boche di Tole, nel territorio di Loreo (oggi Comune di Porto Tolle), durante il trasporto. Questi eventi affascinanti mi hanno lasciato esterrefatto e mi hanno fatto rivivere quei momenti cruciali della storia del Veneto. Davvero triste che a tali eventi non venga data la giusta attenzione.
Alcuni stralci dei dispacci del Conte Bonamico
Riviviamo assieme gli estratti principali dei dispacci che il Conte Lodovico Bonamico inviò ai suoi superiori nel Regno di Sardegna:
Venezia, li 16 dicembre 1797
(…) La perdita dei suddetti cavalli ha interessato questo popolo più di quel che mi credeva; il dispiacere manifestato è superiore a qualunque altro spiegato finora per le altre perdite, ed anzi nei giorni che i francesi erano occupati per mettere in terra li cavalli suddetti, si vedevano sulla piazza di S. Marco e altrove attruppamenti di popolo riscaldato a segno che furono ingiuriati con parole parecchi francesi, ed il sempre vigile sig.r generale Serurier fu obbligato a raddoppiare le guardie, a far marciare per la città numerose pattuglie, fè arrestare due o tre dei principali ed ordinò alla sua truppa che avesse a stare nei propri quartieri, alla riserva di quella che era in fazione, e tutto annunziava un imminente generale sconvolgimento, che non scoppiò per altro. La nazione freme nel suo interno, e il soldato è esacerbato quanto mai. Dopo l’imbarco dei Cavalli null’altro è stato asportato nè dall’Arsenale nè da altri luoghi, sicchè conviene arguire che l’armata non abbia altri oggetti in vista (…).
Venezia, li 23 decembre 1797
(…). Li quattro Cavalli di bronzo, di cui le ho parlato più volte, sono tuttora imbarcati e partiranno al primo buon vento.
Venezia, li 6 gennaio 1798
(…). Il Generale Serurier ha chiesto alla Municipalità, secondo la ferma asserzione che mi è stata fatta, di far condurre in Ancona il Bucintoro e due delle più ricche barche, inservienti una volta per le funzioni di gala, e non mi maraviglierebbe che questo Governo se ne rifiutasse, anco in vista del pericolo di probabilissimo naufragio a cui sarebbero soggetti detti legni per la loro costruzione non adattata ai canali del mare di Sottovento, per li quali si passa da qui in Ancona.
È voce accreditata essere naufragata sulle secche di Loreo la barca avente a bordo li quattro famosi Cavalli, di cui ebbi più volte a parlarle (…).
Venezia, li 13 gennaio 1798
(…). Fu ricuperata la barca che aveva a bordo li 4 Cavalli di bronzo, e si assicura che non hanno sofferto dall’immersione nell’acqua del mare, ma solamente dessa era stata arrenata sulle secche delle Bocche delle Tole, vicino a Loreo….
La narrazione ufficiale è ben nota…
Il resto del viaggio dei Cavalli di San Marco è ben noto: proseguì via mare ad Ancona e Livorno, e sino a Tolone per poi raggiungere Parigi via chiatte navigando su canali e fiumi francesi. Gli equilibri europei cambiarono nel 1815 con la sconfitta di Napoleone, e la quadriga di San Marco tornò a Venezia grazie alla mediazione di Antonio Canova.
L’opera fu restaurata e collocata di nuovo sulla basilica di San Marco, accolta festosamente dalla folla durante una cerimonia ufficiale con la presenza dell’Imperatore Francesco I. Questo simbolo così importante per i veneziani riacquistò il suo splendore dopo un lungo e avventuroso percorso.
Fonte: “Il Dominio Veneto nel Basso Polesine” di P.l.Bassan