Oggi 14 gennaio cade il 225esimo anniversario della battaglia di Rivoli Veronese, in cui Napoleone, nel 1797, annientò l’esercito austriaco aprendo così la strada all’invasione, alla conquista e devastazione della Venezia e alla cancellazione della millenaria Repubblica di San Marco.
Cosa mai abbia da festeggiare un veneto in questo triste anniversario, l’anniversario della rovina della propria Patria, è davvero difficile da comprendere. Eppure a Rivoli Veronese ci sono ben due monumenti a ricordare la vittoria dell’Infame, uno di questi voluto dallo stesso Napoleone.
La cerimonia di Rivoli
Ed oggi il sindaco di Rivoli Veronese, Giuliana Zocca, ha organizzato una cerimonia davanti ai monumenti napoleonici, invitando il console francese ed austriaco e varie autorità civili e militari. Lo stesso sindaco che si era distinto per volere la ricostruzione del monumento voluto da Napoleone.
L’unico Paese che onora chi lo invase
La storia non si cancella, non si può cambiare, purtroppo. Ma l’Italia è l’unico Paese europeo, oltre alla Francia, in cui la figura infame di Napoleone viene ancora celebrata ed ammirata. L’unico Paese che erige monumenti a colui che la invase, devastò, massacrò le persone e il territorio oggi italiano.
La storia non si cancella, ma Roma saccheggiata non ha eretto monumenti ad Alarico, né Aquileja distrutta ha innalzato monumenti ad Attila. Perché nelle terre della devastata Serenissima si deve invece onorare Napoleone? Perché si deve, non dico celebrare una Santa Messa a ricordo dei caduti, francesi e austriaci, della battaglia di Rivoli, vittime tutti delle ambizioni di Napoleone, ma celebrare la sua vittoria?
La cerimonia della vergogna
A Rivoli Veronese, oggi, va in scena la cerimonia della vergogna: di fatto, si celebra e si onora l’invasore, e a celebrarlo sono i rappresentanti dei territori da lui invasi e devastati, sono i discendenti delle popolazioni da lui oppresse, dei Patrioti che contro di lui si batterono e morirono gridando il nome di San Marco.
Venezia, la statua della vergogna
Rivoli Veronese non è certo sola in questa vergogna: Venezia stessa, la capitale dello Stato sovrano che Napoleone cancellò a tradimento dalla carta geografica, anni fa ha addirittura comperato all’asta, a caro prezzo, una copia della statua che Napoleone fece erigere per sè in Piazza San Marco, e che i veneziani dell’epoca buttarono giù non appena i francesi se ne andarono.
Nelle mani dei giacobini ancora
Duecentoventicinque anni dopo, siamo ancora nelle mani dei giacobini, che fanno di Napoleone una sorta di eroe pre-risorgimentale, per aver inventato il tricolore italiano, fratello massonico di quello francese, e per aver annientato la Serenissima, spalancando così la via all’unità politica dell’Italia e agli Stati nazionali “uni e indivisibili” che tanto sangue hanno fatto versare nel secolo scorso e ancora fanno nel nuovo millennio, comprimendo la libertà di tante nazioni senza stato e di tanti popoli spezzati da confini bugiardi.
Onorare gli insorti, non Napoleone
In questo triste anniversario, ripubblichiamo un articolo del nostro Ettore Beggiato, veneto consapevole di esserlo, studioso onesto e appassionato della storia veneta, che aveva rivolto un appello proprio al sindaco di Rivoli, affinché ad essere onorato non sia Napoleone, ma le sue vittime, gli eroi veronesi, vicentini, bergamaschi, polesani, dalmati che caddero combattendo contro l’armata francese, per la Serenissima, per la Fede, per la Libertà.
L’articolo di Ettore Beggiato
Alcuni amici veronesi mi hanno sollecitato a prendere posizione sulla proposta del sindaco di Rivoli Veronese di ricostruire il monumento alla battaglia napoleonica. Ecco la lettera che ho inviato al Direttore de “L’Arena”.
Egregio Direttore,
leggo, con una certa sorpresa, su “L’Arena” di martedì primo dicembre della proposta del sindaco di Rivoli, Giuliana Zocca, di ricostruire il monumento voluto da Napoleone per ricordare la battaglia del 1806, monumento in parte distrutto dagli austriaci nel 1814; all’idea del sindaco avrebbe dato il suo entusiastico appoggio anche il console generale di Francia a Milano, Cyrille Rogeau.
Ora, premesso che comunque c’è già un monumento che ricorda i caduti della battaglia del 14 gennaio 1797 “In questo luogo riposano le spoglie di combattenti della battaglia di Rivoli” si legge nel sito, credo sia giusto fare una piccola riflessione su quanto ha rappresentato Napoleone nella storia del Veneto, perché leggendo l’articolo uno potrebbe anche farsi l’idea che sia stato un benefattore della nostra Terra … non è proprio così…
Napoleone, il Louvre è pieno di capolavori veneti rapinati
Rivoli dista pochi chilometri da Verona, e allora sarebbe bene ricordare cosa sono state le “Pasque Veronesi” e la devastazione che la soldataglia francese portò; una settimana di strenua difesa dei cittadini veronesi, piazza per piazza, via per via, che si concluse con una repressione furibonda da parte dei francesi, con numerose condanne a morte, con la deportazione di quei veronesi colpevoli solamente di aver difeso la loro città, con il generale Kilmaine che confiscò (rapinò) il denaro della cassa pubblica, con l’obbligo di consegnare tutta l’argenteria delle chiese e degli altri luoghi di culto. Altro che “liberté, égalité, fraternité”!
LEGGI ANCHE L’insorgenza in Polesine: quando Napoleone cancellò un paese
Per non parlare degli infami saccheggi del nostro patrimonio artistico …dove sono le predelle della straordinaria Pala di San Zeno capolavoro del Mantegna ? La Crocefissione è al Louvre e le altre due, l’Orazione nell’orto e la Resurrezione di Cristo sono al Museo di Tours … è troppo chiedere che il Signor Console della Repubblica Francese si attivi per arrivare alla restituzione del maltolto, visto che nel 2021 i bravi francesi ricorderanno il bicentenario della morte di Napoleone ?
Quale migliore occasione per riparare alle ferite inferte al patrimonio della città di Verona ?
E vogliamo parlare delle otto formelle rapinate a San Fermo che fanno bella mostra sempre al Louvre ?
E si potrebbe continuare per ore e ore, a partire dal capolavoro del Veronese le “Nozze di Cana”, una delle opere più ammirate del museo parigino …
Perché non c’è un monumento, per i veneti massacrati da Napoleone?
E le migliaia e migliaia di giovani veneti che sono morti arruolati nelle armate napoleoniche mandate a combattere in giro per l’Europa per inseguire gli sventurati disegni del folle francese vanno ricordati o no ? Quanti sono stati i veneti morti nella disfatta della Beresina nella campagna di Russia del 1812 ? E per loro non c’è né un ricordo, né un monumento ..
Per non parlare del sistematico tentativo di cancellare la nostra identità; “Sarò un Attila per lo Stato Veneto” disse il conquistatore, il rapinatore francese.
Napoleone è stato il peggior individuo che abbia mai calpestato la terra veneta, e spero proprio che nel 2021, bicentenario della morte, si possano portare alla luce tutte le devastazioni, violenze, rapine che ha compiuto nella nostra Terra, tutti i crimini che hanno caratterizzato la sua azione in tutta Europa.
Altro che “libertè, égalité, fraternité” …
Ettore Beggiato
Autore di “1809, l’insorgenza veneta. La lotta contro Napoleone nella Terra di San Marco.”