30 Ottobre 2024
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Sandonà (Lega) chiede a Macron la restituzione del capolavoro del Veronese “Le nozze di Cana” ora al Louvre

Luciano Sandonà (Lega), presidente della prima commissione nel Consiglio Regionale del Veneto, chiede al Presidente francese Macron, in occasione della festa nazionale del 14 luglio, la restituzione del capolavoro del VeroneseLe Nozze di Cana” rapinato da Venezia dalla soldataglia napoleonica e attualmente al Louvre a Parigi.

La lettera di Sandonà

Luciano Sandonà, consigliere regionale del Veneto (Lista Zaia – Lega)

Ecco la lettera di Luciano Sandonà:

Presso il Museo del Louvre di Parigi è custodito il dipinto del 1563 Nozze di Cana, realizzato da Paolo Caliari detto il Veronese.

Il dipinto fu commissionato per decorare il refettorio benedettino dell’Isola di San Giorgio Maggiore. Nel 1797 l’opera fu oggetto delle spoliazioni napoleoniche nella Repubblica di Venezia, la grande tela fu smontata dalla parete l’11 settembre di quello stesso anno, tagliata in sette pezzi per consentirne il trasporto e ricomposta a Parigi.

Le Nozze di Cana e la falsa dichiarazione

Nel 1815, a seguito del Congresso di Vienna, la Francia dovette restituire varie opere alienate, ma la tela delle Nozze di Cana fu trattenuta a Parigi dal diplomatico responsabile Dominique-Vivant Denon poiché falsamente dichiarata in stato troppo precario per affrontare il viaggio di ritorno.

In cambio, offrì “Il convito dal fariseo con la Maddalena ai piedi di Gesù” di Charles Le Brun, un’opera minore che venne accettata dal funzionario austriaco del tempo ed è oggi conservata nei depositi delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Il Ministero: le Nozze di Cana rientrino a Venezia

In virtù dello scambio del 1815, la Francia si ritiene legalmente in possesso dell’opera. Nel 1994 Francesco Sisinni, allora direttore generale del Ministero dei Beni Culturali, considerando l’accordo iniquo e legalmente discutibile, riteneva che ci fossero ormai le condizioni culturali e tecniche adeguate per il rientro delle Nozze di Cana a Venezia e le richiese indietro, inutilmente.

Ettore Beggiato scrive a Carla Bruni

Nel 2010 Ettore Beggiato, già assessore regionale del Veneto e consigliere regionale per quindici anni, scrisse una lettera all’allora première dame Carla Bruni, che in precedenza si era schierata a favore del ritorno a Venezia del capolavoro del Veronese, anche in questo caso senza successo.

Carla_Bruni-Sarkozy. Foto Remi Jouan, lic. CC

La copia digitale alla Fondazione Cini

Nel 2007, per iniziativa della Fondazione Cini che ha sede nell’ex monastero, una copia dell’opera è stata collocata in luogo dell’originale nell’antico refettorio. La copia è stata realizzata con sofisticate tecniche digitali per ottenere un clone perfettamente identico, ma ciò non placa il risentimento nei confronti della Repubblica Francese per i furti avvenuti ad opera di Napoleone.

L’opera sia restituita alla sede originaria

Con la presente, in virtù della evidente ed accertata non correttezza del mantenimento dell’opera a Parigi che è basato su dichiarazioni false  e contropartite inique, in occasione della ricorrenza del 14 luglio si chiede la restituzione dell’opera nella sede originaria di San Giorgio Maggiore a Venezia.

Venezia. Isola di San Giorgio Maggiore con la basilica palladiana e l’ex monastero, sede della Fondazione Giorgio Cini. Foto Zairon, licenza CC.

Un gesto riparatore alle infamie di Napoleone

Detta restituzione è da intendersi a parziale risarcimento delle tante opere tutt’ora trattenute nei musei francesi, quale, ad esempio, la Predella della pala di San Zeno, capolavoro di Andrea Mantegna attualmente esposto presso il Museo del Louvre di Parigi.

Andrea Mantegna, Predella della Pala di San Zeno a Verona. (Museo del Louvre)

Risulta infatti inconcepibile, e non ulteriormente tollerabile, il protrarsi da parte della Repubblica Francese dell’assenza di gesti riparatori delle infamanti iniziative a suo tempo portate avanti da Napoleone.

Da sinistra: Massimo Biasio, Luciano Sandonà, Ettore Beggiato, Aldo Rozzi Marin

 

 

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