Questa sera, domenica di Pasqua, su Rai 2 alle ore 23.05 sarà trasmesso un film del regista padovano Antonello Belluco “Sulle mie spalle” incentrato sulla figura di san Leopoldo Mandic cappuccino di origine dalmata (era nato a Castelnuovo di Cattaro ora Herceg Novi – Repubblica del Montenegro il 12/5/1866) e morto, già in odore di santità a Padova il 30 luglio 1942, proclamato santo da papa Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1983.
Una vita nelle terre della Serenissima
La sua vita trascorse quasi interamente nelle terre della Serenissima; entrato nel convento dei cappuccini a Udine a sedici anni, novizio a Bassano del Grappa due anni dopo e quando vestì l’abito francescano prese il nome di Leopoldo (Bogdan era il suo nome di nascita); in seguito studiò a Padova e a Venezia, nel 1890 fu ordinato prete. Venezia, Zara, ancora Bassano del Grappa e poi Capodistria furono le tappe della sua missione prima di essere rimandato nel Veneto.
Poco patriottico: Padre Leopoldo al confino!
Padre Leopoldo aveva mantenuto la sua cittadinanza austro-ungarica e tanto bastò per essere considerato di “dubbi sentimenti patriottici” e così venne mandato dal governo italiano al confino politico in alcuni conventi della Campania (sic!).
Finita la guerra nel 1919 tornò a Padova dove rimase fino alla morte avvenuta il 30 luglio 1942 nel Santuario di Piazzale Santa Croce dove c’è la sua tomba da sempre meta di un flusso costante di pellegrini.
Confessava in dialetto
Ancor oggi è uno dei santi più venerati di tutto il Veneto, patrono dei malati colpiti da tumore, viene ricordato in particolare per le sue doti di confessore; padre Giuseppe Ungaro ricorda come “Veniva ogni mercoledì a confessare i frati al Santo; lo faceva spesso in dialetto per mettere a suo agio chi gli stava davanti”.
Ettore Beggiato
Piccolo altare a San Leopoldo sul
Monte Grande (Euganei)
La foto di San Leopoldo è tratta da wikipedia, quella dell’altare l’ho scattata io.