12 Dicembre 2024
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Tessere sanitarie senza il Leone, cancellati i simboli delle Regioni. Sandonà (Lega): scelta contro l’Autonomia

Dal 1 marzo 2022 le nuove tessere sanitarie in distribuzione nel Veneto non hanno più il Leone di San Marco. Un decreto ha cancellato dalle tessere sanitarie tutti i simboli e i nomi delle Regioni, che pure sono l’ente che gestisce il servizio sanitario. Sulle tessere, ora, compare solo il Tricolore italiano e la bandiera stellata dell’Unione Europea. Le Regioni sono state “cancellate” per decreto.

Luciano Sandonà consigliere regionale veneto Lega (Lista Zaia)

Nel silenzio quasi totale della stampa nazionale e anche veneta, Serenissima News ha dato notizia del decreto già il 1 aprile 2022 (CLICCA QUI per leggere l’articolo), e purtroppo non era uno scherzo. Il consigliere regionale veneto Luciano Sandonà (Lega, anzi Lista Zaia) fu il primo a scandalizzarsi e a protestare. Ed ora è tornato alla carica, con una mozione che viene discussa oggi 9 aprile 2024 in Consiglio regionale del Veneto.

Luciano Sandonà: scelta contro l’Autonomia

Il consigliere Luciano Sandonà contesta la scelta ministeriale, che è politica e non tecnica e contraddice il percorso di autonomia regionale che a parole si dice di voler avviare. «Lo Stato si muove contro l’Autonomia regionale prevista dalla Costituzione», accusa Sandonà.

Il Gazzettino 8 aprile 2024 pagina 6, a firma Alda Vanzan, ha dato spazio alla denuncia del consigliere Luciano Sandonà

E non c’è dubbio che la scelta di cancellare i simboli delle Regioni dal più importante servizio pubblico da esse gestito, sia stata una decisione politica fortemente voluta, non sappiamo se da chi ha firmato il decreto, che era ahimé il veneto e bellunese Daniele Franco, ministro dell’Economia nel governo di Mario Draghi, ma certamente dai burocrati romani che hanno scritto il testo.

Il decreto apparentemente tecnico

Si trattava infatti di un decreto apparentemente tecnico, un semplice “aggiornamento” del vecchio decreto del 2004 che stabiliva le caratteristiche formali delle tessere sanitarie e doveva allungarne il periodo di validità. Ma la burocrazia ministeriale, che da sempre conduce una guerra spietata contro le autonomie regionali, ha colto l’occasione per cancellare il simbolo di quelle autonomie, ed imporre, persino sulle card di un servizio gestito dalle Regioni, il ritorno all’Italia “una e indivisibile”, con tessere uguali per tutti.

La tessera_sanitaria nuova senza i simboli regionali

Ed era invece ben logico che quelle bandiere regionali fossero presenti sulle Tessere Sanitarie, perché il Servizio Sanitario Nazionale è da più di vent’anni materia regionale, gestita dalle Regioni, all’interno di “funzioni di indirizzo e coordinamento” che rimangono di competenza statale.

La collaborazione tra Stato e Regioni

La sanità è infatti una “competenza concorrente”, in cui Stato e Regioni collaborano, il primo fissando norme generali, le seconde governando e gestendo il servizio sanitario nella concreta applicazione alle diverse esigenze di ciascun territorio.

Le “vecchie” tessere sanitarie rispecchiavano anche graficamente questa “collaborazione” stabilita dalla legge tra Stato e Regioni. Nell’angolo superiore destro di ogni tessera sanitaria campeggiavano infatti la bandiera europea, la bandiera italiana e il simbolo della Regione. Per il Veneto, ovviamente, il Leone di San Marco.

E più in basso, sempre a destra, nel fronte di ogni tessera, era previsto uno spazio per “dati regionali” nel quale veniva riportato il logo completo della Regione: “REGIONE DEL VENETO” seguito ancora una volta dal Leone di San Marco.

La fretta del Ministero…

Di cancellare la bandiera delle Regioni, il Ministero aveva una fretta barbina: il decreto 14 marzo 2022, che detta le caratteristiche grafiche delle nuove tessere sanitarie (CLICCA QUI per leggere il decreto) è stato pubblicato in Gazzetta Uffficiale soltanto il 22 marzo 2022, ma già dal 1 marzo 2022 le tessere sanitarie in distribuzione sono prive dei simboli delle Regioni.

Il decreto cancella le Regioni. E più volte

La volontà di cancellare le Regioni, e l’importanza simbolica  che il Ministero annette a questa cancellazione, sono evidenti anche dal fatto che la “personalizzazione regionale” delle nuove tessere sanitarie è espressamente proibita dal decreto, e non una sola volta, ma viene ribadita in più disposizioni puntuali.

Le tessere sanitarie, è scritto nel decreto, “avranno tutte il layout di cui alla figura riportata di seguito. E la figura, ovviamente, è quella priva di ogni simbolo regionale. Dovrebbe bastare questo, ma al Ministero vogliono essere ben sicuri che la svolta centralista non sia aggirabile. Poco più avanti, il decreto si preoccupa di precisare che dalle nuove tessere “sarà eliminata la nota regionale di accompagnamento”. E non è finita: il decreto torna una terza volta sul tema, stabilendo che le nuove tessere sanitarie “sostituiranno progressivamente i layout personalizzati delle Regioni“.

I simboli regionali “non sono necessari”

Ma la cosa più scandalosa è che il decreto, nella sua premessa, motiva esplicitamente la de-regionalizzazione delle tessere, ricorrendo ad un argomento che definire ridicolo è poco. Sentite che roba:

 Considerato  che  il  Sistema  TS  garantisce   l'interoperabilita'
dell'attivazione delle TS-CNS su tutto il  territorio  nazionale,  ai
fini della semplificazione delle attivita' ad esso relative da  parte
del cittadino e che pertanto non risulta  piu'  necessario  riportare
sul  fronte  della  TS-CNS  il  logo  della  regione  di   assistenza
dell'assistito;

Il ragionamento del Ministero è dunque questo: siccome le tessere sanitarie sono utilizzabili su tutto il territorio nazionale, “non risulta più necessario” riportare il logo della Regione. E quindi, essendo cosa facoltativa e non strettamente indispensabile, i burocrati del Ministero optano per la cancellazione…

L’argomento comunque non sta proprio in piedi, perché le “vecchie” tessere sanitarie con il simbolo delle Regioni erano già valide da smepre su tutto il territorio nazionale, e lo sanno molto bene le migliaia di cittadini del Sud che vengono a farsi curare al Nord.

Allora cancellate anche il Tricolore…

Le tessere sanitarie italiane, poi, sono valide non solo in Italia, ma in tutti i Paesi dell’Unione Europea, per ricevere in caso di bisogno assistenza sanitaria. Quindi, applicando la stessa logica ministeriale che ha cancellato la bandiera della Regione perché la tessera è valida in tutta Italia, si dovrebbe cancellare anche il Tricolore, e lasciare sulle tessere sanitarie soltanto la bandiera europea.

 La svolta centralista passa dai simboli

La svolta centralista sulle nuove tessere sanitarie ha un alto significato simbolico, perché elimina le Regioni – proprio nel momento in cui molte di queste, e il Veneto in prima linea, chiedono di veder rafforzato il loro ruolo, come consentito dalla Costituzione – da uno dei documenti “identitari” del cittadino italiano.

Quella piccola bandiera del Leone, presente nelle vecchie tessere sanitarie, pur lì sotto il Tricolore, ci parlava di autonomia regionale e di federalismo, ci diceva che Stato e Regioni governano insieme la Repubblica e insieme organizzano i servizi ai cittadini. Ci diceva che nell’Italia la Costituzione, che i giuristi definiscono “regionalista”, poteva perfino, prima o poi, venir applicata fino in fondo. E invece no.

Quel discorso di Papa Wojtyla

Cancellando i simboli di tutte le Regioni, ritenuti “non necessari“, il Ministero rende visibile la direzione verso cui lo Stato italiano si muove: l’Autonomia regionale prevista dalla Costituzione non s’ha da fare, e non solo saranno rifiutate alle Regioni le nuove competenze richieste, ma ci sarà un passo indietro anche sulle competenze, come la sanità, che sono regionali da vent’anni.

Poco più di vent’anni fa del resto, nel 2002, il nostro grande e santo papa Karol Wojtyla pronunciò alla Camera dei Deputati un discorso (CLICCA QUI per leggere l’articolo di Serenissima.News) in cui esortò a non imporre “forzate uniformità”  a un Paese plurale come l’Italia. Erano gli anni di Bossi, dei nostri Serenissimi e dell’indipendentismo veneto che rialzava la testa.

Solidale, ma federalismo

Papa Wojtyla aveva risposto con la dottrina del “federalismo solidale”. Solidale, ma federalismo. In quegli anni, la Costituzione fu per la prima volta modificata in senso federalista. Fu in quegli anni che la Sanità divenne regionale. E fu in quegli anni – era il 2004 – che comparvero le tessere sanitarie con i simboli regionali. Erano piccoli, piccolissimi passi nella direzione giusta.

Restaurazione centralista

Sono passati più di vent’anni, e siamo invece in piena restaurazione centralista. Il dettato costituzionale che prevede l’Autonomia differenziata trova ostacoli pazzeschi. Perfino le tessere dei servizi storicamente co-gestiti dalle Regioni, sono tornate, in quest’Italia, une e indivisibili. Vietata ogni “personalizzazione regionale“. E quindi, ogni Autonomia.

 

 

 

 

 

 

 

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