Venerdì 14 Luglio, alle ore 18, c’è da prendere (ma senza violenza, stavolta…) un’altra Bastiglia. La Bastiglia di Rivoli Veronese, il fortino volontario e simbolico di quell’Italia tuttora giacobina che impone ai Veneti, prime vittime di Napoleone l’infame, di onorarlo, celebrarlo e persino di venerarlo tra i Santi della Chiesa sugli altari e sulle guglie del Duomo di Milano (QUI il servizio di Serenissima News).
L’Italia tuttora giacobina ci impone di celebrare le sue vittorie, di erigere monumenti, di dedicare piazze e lapidi glorificanti all’uomo che depredò il popolo veneto e i popoli italiani ed europei, che devastò mezza Europa, che ci rubò migliaia e migliaia di capolavori ancor oggi esposti al Louvre, e che sopra ogni altro male, cancellando la Serenissima dal novero delle potenze europee ci rubò l’indipendenza, il nostro bene più prezioso, conservato gelosamente per mille anni dalla nostra Repubblica di San Marco.
La buona battaglia di VenetiNet
A condurre la buona battaglia culturale è VenetiNet, l’associazione già nota per aver restituito a Venezia, nel 2021, il busto marmoreo del Doge Giovanni II Corner, scomparso da Venezia nell’Ottocento e messo all’asta, alla quale stava per essere acquistato da offerenti stranieri.
Dopo quel successo, VenetiNet non si è fermata: l’anno scorso ha scritto una lettera aperta (QUI il servizio di Antenna3 News) all’allora ministro della Cultura, Dario Franceschini, sostenuta da numerosi esponenti dell’imprenditoria e della cultura, per chiedere al governo di porre la questione della restituzione all’Italia delle opere d’arte indebitamente sottratte da Napoleone e per affermare il principo che le opere d’arte debbono rimanere nel luogo per il quale sono state concepite.
Targa a Napoleone, oltraggio ai Veneti
Di recente, VenetiNet è scesa in campo, a fianco del Comitato per la celebrazione delle Pasque Veronesi e di tanti veneti indignati, nel condannare senza mezzi termini («Quella targa a Napoleone è un oltraggio ai veneti») le continue iniziative del Comune di Rivoli Veronese in onore di Napoleone e in particolare la dedicazione di una targa scopertamente celebrativa dell’Infame, nel corso di una cerimonia completamente disertata dalla popolazione, contestata dal Comitato Pasque Veronesi e da altri movimenti (QUI il servizio di Serenissima News).
La voce di VenetiNet – QUI l’intervento di Gian Angelo Bellati su Antenna3News – si è fatta sentire ed ha portato a un risultato che di per sè è positivo.
La conferenza di venerdì 14 a Rivoli
La Conferenza Dibattito organizzata da VenetiNet venerdì 14 luglio 2023 alle ore 18, nella Sala Ex Polveriera in Via Polveriera 1 a Rivoli Veronese, è importante non solo per il tema che viene affrontato, “La calata dell’armata francese nello Stato Veneto 1796-1797“, non solo per la fama degli storici e veneti consapevoli che interverranno – Renzo Fogliata ed Elvino Comuzzi – ma anche per il fatto di svolgersi a Rivoli Veronese, e col patrocinio del Comune, quello stesso Comune da anni in prima linea nella celebrazione delle gesta di Napoleone, che tanto costarono alle genti venete, all’eroica città di Verona e agli abitanti stessi di Rivoli, che pagarono un tributo di sangue alla rivolta passata alla storia col nome di Pasque Veronesi.
La storia non si cambia, ma…
La Conferenza – introdotta dal professor Antonio Scipioni di VenetiNet – sarà un momento di affermazione della verità storica ma anche di utile confronto e di riflessione con chi, a Rivoli e altrove, ritiene che poiché la storia non si può cambiare, si debba santificare anche il demonio, se in Veneto o a Rivoli sia nata la sua “epopea” come – refusi a parte – voleva dire la targa apposta in Piazza Napoleone (!!!) a Rivoli.
La storia non si può cambiare, purtroppo. Ma questo non significa che noi veneti si debba celebrare e glorificare Napoleone, o considerare di liberatori e apportatori di modernità la sua armata di ladroni e saccheggiatori e giacobini senza Dio.
Gli altri Paesi non celebrano il proprio devastatore
Napoleone è storia, senza dubbio. Ma la Spagna, l’Austria, la Germania, la Russia, la Gran Bretagna, i Paesi eredi degli Stati devastati dalle armate francesi o che contro quelle armate combatterono, non celebrano e non esaltano il proprio devastatore. E per restare nell’espressione geografica chiamata Italia, Roma non celebra il nemico Annibale, non celebra il Sacco di Roma dei lanzichenecchi.
Madrid e Vienna e Mosca non dedicano piazze, targhe e monumenti a Napoleone, al nemico che devastò gli Antichi Stati, i sindaci non celebrano le vittorie dell’invasore nelle loro terre. Non celebrano Napoleone, ma chi lo combatté, i loro eroi caduti per la Patria e per la Fede.
Rivoli calpesta la memoria dei propri martiri
Perché mai Rivoli Veronese e Verona, i cui abitanti di allora si opposero fieramente all’invasione francese, morendo a migliaia per la Repubblica di San Marco e per la Fede dei padri, devono oggi glorificare l’invasore, calpestando la memoria dei loro stessi martiri?
Venezia, la vergogna del monumento all’Infame
Perché mai Venezia, capitale dei disastri e delle devastazioni napoleoniche, ha vergognosamente pagato pochi anni fa centinaia di migliaia di euro per riavere il monumento (QUI il servizio di Serenissima News) che l’Infame si era fatto erigere in San Marco, abbattuto duecent’anni fa tra gli applausi del popolo veneziano?
Perché mai l’Italia è l’unico Paese europeo, a parte la Francia naturalmente, che invece di celebrare i propri martiri, gli eroi delle insorgenze contro l’invasione napoleonica, celebra ed onora l’invasore?
L’Italia si sente erede dell’invasore
Forse perché gli altri Stati europei di oggi, si sentono eredi morali degli Antichi Stati che governavano i territori devastati dall’invasione francese. Mentre l’Italia, al contrario, odia e combatte e oscura con ogni mezzo la memoria degli Antichi Stati della Penisola. Ne censura o sminuisce la storia gloriosa, si oppone all’autonomia regionale soprattutto in tema di scuola per evitare che i programmi insegnino le lingue locali e diano alla grande storia della Serenissima, ma anche del Regno delle Due Sicilie, lo spazio che meriterebbero.
L’Italia si sente erede di Napoleone invasore, lo onora, ne adotta la bandiera massonica e giacobina e festeggia ogni anno la Repubblica fantoccia che per la prima volta l’adottò. Per questo, l’Italia unita sta con Napoleone.
Tutti a Rivoli venerdì 14 con VenetiNet
Per questo, la Costituzione mantiene l’istituto napoleonico dei Prefetti, incompatibile con uno Stato liberale come insegna Alessio Morosin, e conserva nella Carta il dogma delle Costituzioni giacobine più illiberali, il famoso “Una e indivisibile”, che vorrebbe tener sudditi i popoli per l’eternità e impedisce loro di esercitare pacificamente un vero diritto di autodeterminazione.
Tutti a Rivoli venerdì 14 con VenetiNet! Viva San Marco!