L’ultimo libro di Gian Luca Diamanti “Una patria in salita. Dèi e meraviglie in Appennino” è un diario di viaggio in due parti.
La prima è una lunga camminata in cerca dei luoghi più sconosciuti e sacri d’Appennino, legati ai culti degli antichi dèi italici, da Gubbio alla Maiella, dalla Sabina fino al Sannio e all’Irpinia, sulle tracce di Giano, Vacuna, Feronia, Mefite, Lucina e Sorano.
Le montagne, la patria
La seconda parte accompagna il lettore in luoghi altrettanto nascosti, in cerca del loro genius: dall’Appennino delle comunità Arberesh alla raccolta delle castagne sulla Cisa, da Scilla ai tanti piccoli Tibet nascosti nelle aree interne delle nostre montagne, fino alle feste del Maggio e della primavera, ai briganti del Piceno e agli eremi più nascosti dell’Umbria.
Il filo rosso è la riscoperta di una catena di montagne che – anche inconsapevolmente – ci portiamo dentro come una madre-patria e che può ancora rappresentare una miniera di cultura, di valori e di libertà.
Gian Luca Diamanti e gli Appennini
Gian Luca Diamanti, giornalista professionista, si occupa di comunicazione pubblica. Umbro, camminatore e appassionato di Appennini, è curatore del blog www.appenniniweb.it. Premiato al Blogger Contest 2016 del web magazine Altitudini per il miglior racconto di montagna e al Festival dell’Appennino nel 2017 per il miglior racconto sul brigantaggio. Segue alcuni progetti di sviluppo dei Monti Martani e ha scritto libri sul territorio e sullo sport.
Briganti se more
Con Gianluca Diamanti partecipai nel giugno 2015 a Folignano (Ascoli Piceno) al concorso letterario sull’insorgenza “Briganti se more” organizzato dal Comune marchigiano “protagonista” in qualche modo del fenomeno del brigantaggio in quanto proprio fra Folignano e Civitella del Tronto (Teramo) passava il confine fra lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie e di conseguenza numerosi furono gli scontri in queste zone attraversate dal fiume Tronto, confine naturale ancor oggi fra le Marche e l’Abruzzo.
I luoghi dell’insorgenza
Il concorso prevedeva che i 4 studiosi individuati dall’organizzazione (Comune, Festival dell’Appennino e associazione “Viandante”) si fermassero sui luoghi dell’insorgenza per cinque giorni in modo da raccogliere fonti, informazioni di qualsiasi genere, documentazione varia per elaborare un’opera che poi sarebbe stata giudicata da un’apposita giuria che avrebbe individuato il vincitore.
I quattro partecipanti furono Gian Luca Diamanti, giornalista e scrittore umbro, Luca Pakarov anch’egli giornalista e scrittore marchigiano, Aldo Vella, docente e scrittore, già sindaco di San Giorgio a Cremano (Napoli), ed io che sono stato inviato quale autore di “1809: l’insorgenza veneta“.
Fu una settimana di straordinaria intensità, veramente molto, molto interessante, contraddistinta da una partecipazione e da un calore delle comunità che ci hanno ospitato entusiasmante; il vincitore Gian Luca Diamanti festeggiando il successo disse “Un brindisi al concorso letterario più stralunato, divertente, impattante per il fegato e schioppettante (inteso nel senso degli schioppi).”
Ettore Beggiato