I veneti: ricchi, egoisti ed evasori fiscali. Questo è il moderno stereotipo che va per la maggiore in Italia, e che ha sostituito quello ormai storico della servetta veneta: insomma, che il Veneto sia povero o ricco, visto dall’Italia ha sempre qualche cosa da rimproverarsi. E Michele Favero, segretario di Indipendenza Veneta, non ci sta: “E’ una disinformazione ributtante, tipicamente italiana”.
Grafica Veneta, bestemmie del Pd sul modello veneto
I recenti gravissimi fatti di capolarato e sfruttamento che sarebbero emersi in Grafica Veneta sono stati accolti con malcelata soddisfazione dai media nazionali, e perfino da certi politici veneti del Pd. “Ecco il risultato del famoso modello veneto” ha incredibilmente dichiarato Vanessa Camani, vice capogruppo del Pd nel Consiglio regionale del Veneto. Un modello che “va ripensato”, perché “non può essere basato su competizione al ribasso, sfruttamento dei lavoratori stranieri ed evasione fiscale“.
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Non si può fare di tutta l’erba un fascio: anche se dovessero essere provate le responsabilità penali a carico degli amministratori di Grafica Veneta, questo non dovrebbe portarci a condannare l’industria veneta in generale e il suo modello produttivo. Le parole di Vanessa Camani, secondo cui il modello veneto, il sistema industriale sul quale il Veneto ha fondato con successo il proprio sviluppo negli ultimi decenni, sarebbe costruito sullo sfruttamento degli stranieri e sull’evasione fiscale, sono davvero una bestemmia sul sudore, sul lavoro di tanti imprenditori veneti e di tanti loro dipendenti e collaboratori, e spiegano bene l’estraneità di parte del Pd alla società veneta che pure dovrebbe rappresentare.
Evasione fiscale e manipolazione delle informazioni
E a proposito di evasione fiscale, Michele Favero mette nel mirino gli articoli che sulla stampa nazionale – e sul Gazzettino, quotidiano veneto di proprietà romana – danno conto del recente studio della Cgia di Mestre sull’evasione fiscale in Italia.
“Un classico esempio di manipolazione delle informazioni – accusa il segretario di Indipendenza Veneta -. Il titolone serve a mettere in luce negativa il Veneto con i valori assoluti, senza dare la giusta informazione, ovvero che l’evasione fiscale Veneta è ( purtroppo) una delle più basse d’Italia, quasi fisiologica e da inserire tra le regioni virtuose. Sarebbe come scrivere che a Milano muiono tantissime persone rispetto ad un paesino di campagna del sud di 5000 abitanti e attribuire la colpa allo smog. INFORMAZIONE POLITICIZZATA E TIPICAMENTE ITALIANA. RIBUTTANTE”, conclude Michele Favero.
Evasione fiscale, il Veneto tra le Regioni virtuose
Il quotidiano veneto di proprietà romana (gruppo Caltagirone) usa un titolo apparentemente asettico: “L’evasione fiscale veneta vale 8,6 miliardi di euro“. Sembra un titolo puramente notarile, la pura e semplice verità contabile. Ma in realtà è un titolo che non informa affatto. Perché 8,6 miliardi di euro messi così, senza un elemento di valutazione, possono sembrare una cifra spropositata, che addossa al Veneto una forte responsabilità in termini di slealtà fiscale.
Ma la verità è l’esatto contrario. Lo studio della Cgia di Mestre di cui i giornali hanno dato notizia, quantifica in 109,8 miliardi di euro l’evasione fiscale in Italia. E gli 8,6 miliardi “evasi” dal Veneto collocano la Regione tra le più virtuose della Penisola, con una percentuale di evasione di poco superiore al 12 per cento. Di che meritare, insieme a Lombardia e province di Trento e di Bolzano, che stanno tra l’11 e il 10 per cento – una medaglia al valor fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate.
La Calabria evade oltre il 24 per cento delle tasse
La Calabria, tanto per fare un confronto, evade più del 24 per cento delle tasse che dovrebbe pagare. E certo, date le dimensioni dell’economia calabrese, la cifra assoluta è inferiore a quella di altre Regioni molto più virtuose: il 24 per cento delle tasse calabresi valgono infatti poco più di 3 miliardi, mentre il 12 per cento delle tasse venete vale quasi il triplo. Ma la verità è semplice: il Sud evade massicciamente più del Nord.
La Calabria, abbiamo detto, evade più del 24 per cento delle tasse. La Campania e la Sicilia superano il 22 per cento. Sul 22 per cento sta anche la Puglia, il Molise sfiora il 20 per cento, l’Umbria supera il 18 per cento, Sardegna Abruzzo Marche e Basilicata sono tra il 15 e il 18 per cento.
A evadere è il Mezzogiorno ma non si può dire
Facendo i conti per “macroregioni”, il Mezzogiorno – pur con un’economia che non arriva al 22 per cento del Pil italiano – si tiene in tasca ben 35 miliardi di evasione, su un totale Italia di 109. Il Nordest si trattiene “solo” 21 miliardi, il Nordovest “solo” 28, nonostante siano le due economie che tengono in piedi l’intero Paese.
In conclusione: l’evasione di massa abita nel Meridione. Veneto, Friuli, Lombardia, Emilia, Trento e Bolzano pagano molto disciplinatamente tasse altissime perché devono finanziare anche il mancato gettito fiscale delle Regioni che evadono. Solo che questo non si può dire, non si può scrivere perché non è politicamente corretto. Quindi si titola “Il Veneto evade 8,6 miliardi” e ci si lava le mani come Ponzio Pilato…