Quando l’11 maggio del 1993 sono stato eletto assessore nella Giunta Regionale del Veneto, nel periodo più drammatico dell’istituzione ovvero durante tangentopoli, mi furono assegnate deleghe che poco interessavano agli altri assessori in quanto avevano pochi soldi da spendere e non avevano particolare ricaduta sul territorio.
Le leggi Beggiato
Così mi sono ritrovato assessore all’emigrazione (è stata mia la legge con la quale si parlava per la prima volta di “Veneti nel mondo” Lr 25/95), solidarietà internazionale (e in questo ambito mi sono inserito per far approvare la legge sull’Istria e sulla Dalmazia, Lr 15/1994), e diritti civili (e qui sono riuscito a far approvare la legge sulle minoranze etniche storicamente presenti nel Veneto come ladini e cimbri Lr 73/94).
Oltre a queste leggi, visto che non mi mancava la fantasia, ho anche nominato una prestigiosa commissione guidata dal prof. Michele Cortelazzo che riuscì nell’impresa di stampare il manuale della “Grafia Veneta Unitaria”.
Le iniziative di pace della Regione
La delega ai diritti civili prevedeva anche la gestione della legge “Interventi regionali per la promozione di una cultura di pace” (LR. 18/1988), attraverso la quale la nostra Regione era diventata un punto di riferimento di tutte le altre, anche grazie alla passione e alla competenza del dirigente regionale Angelo Tabaro.
Grazie a questa legge la Regione riuscì a mettere in rete tutta una serie di realtà, di associazioni che sono particolarmente presenti nel nostro territorio, riuscendo con somme esigue a far da volano a tantissime iniziative; inoltre con la collaborazione dell’Istituto “Jacques Maritain” fu possibile organizzare dei convegni di particolare interesse con relativa stampa degli atti: e proprio in questi giorni mi sono capitati in mano due di questi preziosi volumi.
Europa e autodeterminazione
Il primo è intitolato “Localismi, unità nazionale ed etnie” con contributi di Silvo Devetak (Il diritto all’autodeterminazione nella nuova Europa), Alexander Langer (Diversità, autodeterminazione e cooperazione dei popoli), Gianfranco Martini (La costruzione dell’Europa comune), Llibert Cuatrecasas (L’Europa: una comunità di comunità), Vladimir Kouzminov (L’Urss: arcipelago di nazioni e di culture) e Ulderico Bernardi (Verso una comunità multietnica); il secondo “Scenari a prova di pace” con la mia prefazione, stampato nel novembre del 1994 diviso in tre parti.
La prima, di grande e drammatica attualità, è intitolata “L’Est europeo: problema per la pace” (siamo nel 1994, quasi trent’anni fa …) con interventi di Rudolf Andorka (Problemi attuali e future prospettive di democrazia e pace: il caso dell’Ungheria post-comunista), Silvo Devetak (L’Est europeo post-comunista: un arcipelago di conflitti?) e Karel Vrana (La casa comune europea: sogno di una primavera o progetto di futuro?).
Mediterraneo mare nostrum
La seconda parte, anch’essa di grandissima attualità è incentrata sul tema “Mediterraneo: mare che unisce o che divide?” con i contributi di Giancarlo Zizola (Mediterraneo “mare nostrum”: dall’egemonia al dialogo), Khader Bichara (Pace e sicurezza nel Mediterraneo) e Mohamed Kerrou (Monoteismi e pace nel Mediterraneo).
La terza, altrettanto drammaticamente attuale (e all’epoca non c’era l’espansionismo cinese) “Africa: un universo marginale di conflitto?” con interventi di Louis Sabourin (Africa: democrazia e sviluppo, vie di pace), Domingo Dernandez Gomes (Africa: deriva o progetto di futuro?), e di Charles Valy Tuho (La convenzione di Lomé: un modello di cooperazione eurofricana?”.
In Ucraina una guerra civile tra europei
Ricordando come la nostra bandiera, la bandiera veneta sia l’unica bandiera al mondo dove c’è la parola “pace”, nel libro c’è infatti la frase “Pax Tibi Marce Evangelista Meus”, auspico che Venezia e la nostra Regione tornino ad essere centrali nelle iniziative, negli sforzi per riportare la pace nel mondo, per far finalmente finire la guerra d’Ucraina che è, a tutti gli effetti, una guerra civile fra europei.
Ettore Beggiato